Durante il XVIII secolo i figurini di moda erano di certo la risorsa più importante nelle questioni di stile: erano un modo per imporre un gusto (che nel '700 era anche una questione politica e sociale, oltre che estetica) e per esportarlo in tutta Europa.
Venivano realizzate con la tecnica della litografia o del “timbro” di piastre incise ed erano poi colorate a mano. Dapprima vennero vendute singolarmente, poi distribuite come “allegati delle riviste” e successivamente arrivarono a costituire anche raccolte monografiche sulla moda, come nel caso de La Galerie des Modes et Costumes Français del 1778.
Le nuove FASHION VICTIMS
La più bella e completa documentazione che abbiamo sulla moda della seconda metà del XVIII secolo viene prodotta da Jacques Esnauts e Michel Rapilly, due stampatori famosi esperti in carte geografiche.
Lo scopo della loro operazione è chiaro: i fruitori della moda stanno cambiando ed aumentando in Francia; non più solo le ristrette cerchie di aristocratici di Versailles, ma anche una piccola nobiltà e la ricca borghesia metropolitana interessata al lusso e al bel vivere.
I figurini de La Galerie non rappresentano, come nel passato, una piatta raffigurazione descrittiva di cosa indossano alcuni ceti sociali, ma vengono creati per influenzare i gusti della potenziale clientela ,suggerire cosa sia davvero “alla moda” e creare dei veri e propri TREND che si diffonderanno ben oltre i confini francesi.
La Galerie des Modes fu pubblicata tra il 1778 e il 1787 in 70 portfolii contenenti di solito 6 stampe ognuno: a causa della pubblicazione discontinua e della mancanza, ad oggi, di una raccolta organica e completa dell'opera o di un catalogo di pubblicazione, ci sono molte incertezze sull'ordine delle tavole e sul loro numero totale, che sembra però superare le 400 stampe.
Quello che è certo è che concorsero alla realizzazione di tali figurini alcuni tra i più blasonati artisti del tempo, coadiuvati da N. Sarazin e da altri sarti di “grido”, che conoscevano bene i modelli in questione. Tra gli artisti possiamo annoverare Desrais, Leclère, Watteau (nipote del grande Antoine) e Augustin de Saint Aubin. E' fuori dubbio che oltre ad essere un' importante guida per la moda, queste tavole fossero considerate già all'epoca dei preziosi oggetti artistici ed estetici in sé.
Una testimonianza unica della vita e delle trasformazioni della società di fine ‘700
Nella Galerie non è solo dedicato ampio spazio all'abbigliamento in sé: ci sono infatti numerose tavole dedicate agli accessori (cappelli, cuffie, manicotti, acconciature), alla moda maschile e infantile, ai costumi teatrali, all'abbigliamento esotico con cineserie e turcherie, tutti rappresentati all'interno di scene dinamiche di vita quotidiana (assoluta novità per i figurini di moda), rendendo questa raccolta una fonte preziosissima e insostituibile sull'estetica e la vita della seconda metà del '700 in Europa.
Alcuni abiti all'apparenza possono sembrare asimmetrici, rappresentati con ornamenti diversi nelle due metà della stampa: questo tipo di figurino serviva a mostrare due possibili decorazioni del modello, a scelta del cliente. I figurini infatti rappresentavano anche un importante supporto per sarti, parrucchieri e cappellai, che potevano così meglio comprendere e venire incontro alla esigenze dei committenti.
La Galerie sospende la pubblicazione nel 1787 ma aveva già fatto scuola: nel 1785 era nato infatti le “Cabinet de Mode”, la prima rivista al mondo destinata esclusivamente alla moda e pubblicata fino al 1793; sulle sue pagine sarà diffusa la “nuova moda” che prelude al direttorio e allo stile impero, intrecciando politica e costume nello scenario sociale della caduta dell'” ancien règime”.
Nel 1794 Nicolaus Wilhelm von Heidelhoff, un incisore tedesco formatosi a Parigi, inizia la produzione della Galleria della Moda di Londra.
Entro la fine del secolo, quasi tutti i periodici inglesi e tedeschi includeranno in allegato figurini, rendendo la moda una questione non più elitaria ma fruibile e “globalizzata”.