La moda femminile dal 1650 al 1700
Scritto da Irene Marone. Pubblicato in moda
La moda femminile di questi 50 anni guarda sempre alla potente Francia di Luigi XIV come modello, ma risulta di gran lunga meno ricca e stravagante di quella maschile. Ad un re vera”fashion victim” non si affianca una regina altrettanto attenta al suo look: la spagnola Maria Teresa infatti è una donna schiva e trasandata, che non ama la mondanità e non segue le mode che invece le “maitresse en titre” ovvero le amanti ufficiali del sovrano, lanciano ed inseguono.
La moda delle “Maitresses”
Forse è proprio per questo che la femminilità riconquistata nella prima metà del XVII secolo ora si esaspera, con corsetti che tornano ad essere lunghi e costrittivi per rendere la vita strettissima: si dice che una donna fosse soddisfatta quando poteva cingersela tutta con le due mani. La parte anteriore del corsetto, particolarmente pronunciata, era la più rigida e realizzata di solito in osso di balena.
Ma le maitresse non dettavano moda solo nell'abbigliamento: l'acconciatura-simbolo della seconda metà del '600, la stravagante Fontange che soppianterà i ribelli boccoletti alla “hurluberlu”, fu “lanciata” dalla Duchessa Angèlique de Fontange, favorita del Re Sole, che durante una battuta di caccia si era spettinata impigliandosi in un ramo. Per non rimanere discinta al cospetto del sovrano, usò la sua giarrettiera in pizzo per legare i capelli alla meno peggio. Questo espediente piacque molto al re e in men che non si dica tutte le dame della corte facevano a gara ad acconciare i loro capelli con pizzi inamidati in modi sempre più coreografici e complessi. Verso la fine del XVII secolo la fontange era diventata un'impalcatura di pizzi irrigiditi con acqua e zucchero, fil di ferro e altri abbellimenti che poteva raggiungere anche il 50-60 cm di altezza.
L'amante moralizzatrice “castiga” la moda
Al fianco del re compare una figura che lo accompagnerà fino alla fine dei suoi giorni: Madame de Maintenon, approdata a corte come amante, sposerà con nozze segrete Luigi XIV ed estenderà la sua influenza moralizzatrice e ipercattolica su ogni aspetto della corte di Francia, compresa la moda.
Intorno al 1680 infatti le profonde e generose scollature degli abiti femminili si riducono notevolmente e assumono una forma quadrata. Si diffonde anche la moda dello stomacher staccabile, ovvero una pettorina riccamente ricamata o ornata da nastri incorciati detti “echelles”che poteva essere staccata da un abito e montata su altri, come sarà poi consuetudine in quasi tutti i modelli femminili del XVIII secolo.
La Maintenon promuove un tipo di moda elegante e formale, il cui “prodotto” più rappresentativo è l'abito di corte per eccellenza, il Manteau o Mantova, che forse trae questo nome dalla città italiana dove venivano tessute molte delle ricche stoffe con cui spesso si realizzava questo modello: la sua caratteristica è che il corpetto e la “sopragonna” (ovvero il manteu) venivano tagliati dalla stessa pezza di stoffa e costituivano un corpo unico. Il manteau, che era quasi sempre dotato di uno strascico, veniva rimboccato e fissato sul sedere, a formare un effetto drappeggiato che mostrasse la ricca fodera a contrasto.
All' inizio del '700 a corte c'è un preciso regolamento che quantifica la lunghezza degli strascichi a seconda del rango della dama: quello della della Regina di Francia era di 11 piedi di lunghezza, quelle delle principesse, le figlie della casa reale, 9 piedi, 7 piedi per le cugine, 5 piedi per le principesse non di sangue, 3 piedi per le duchesse.
Sotto il manteau non venivano indossati sostegni, ma molte sottogonne per dare volume al tutto, verso la fine del secolo, dei “sederotti” imbottiti detti bouffantes. Le maniche scendevano poco sotto il gomito, bordate da una profusione di pizzi detti engageantes. Non un centimetro di pelle doveva essere scoperta e gli avambracci erano sempre protetti da lunghi guanti in seta, spesso arricchiti da splendidi ricami.
I tessuti scelti per il manteau erano pesanti broccati o velluti operati dai colori sgargianti, mentre la sottogonna era realizzata in un tessuto a contrasto e infarcita di trecce, fiocchi, nappe e passamanerie d'ogni tipo. Ogni abito era sovraccarico e squillante come un costume teatrale: i colori smorti e il pizzo nero erano consentiti solo in inverno ma comunque rari.
Nei mesi freddi le donne raramente indossavano cappotti poiché il manteau era di per sé già piuttosto pesante: erano diffusi mantelli corti, scialli e colli in pelliccia, assieme all'immancabile manicotto.