La moda maschile dal 1700 al 1750
Scritto da Irene Marone. Pubblicato in moda
Nel 1715 muore il Re Sole e con lui tramonta il barocco nella moda: sale al trono il giovanissimo pronipote Luigi XV, nelle cui veci opera il reggente Filippo d'Orleans. La moda subisce una profonda rivoluzione: da una parte gli indumenti si semplificano, diventano più sobri e meno appariscenti (l'età di Luigi XV è anche quella dell'austerità dopo lo sperpero perpetuato dal Re Sole), ma al tempo stesso si afferma una altro concetto di eleganza basato sui dettagli, le tinte tenui e i tocchi esotici. Nasce il rococo.
Sobria raffinatezza
La giacca, sempre lunga oltre il ginocchio, cade morbida e si indossa costantemente aperta per mostrare il panciotto, lievemente più corto, che è il cuore del così detto “completo” alla francese e si presenta di seta o stoffa preziosa, decorato da applicazioni, piccole lacche o da una miriade di bottoni-gioiello. Solo 3 o 4 di essi, di solito quelli centrali, fungono da reale abbottonatura, per lasciare libero e scampanato il gilet su un addome che l'estetica maschile vuole alquanto prominente. L'uomo alla moda deve infatti avere una forma piramidale che, dalle spalle strette, si allarga progressivamente verso pancia e fianchi.
Le maniche della giacca conservano i paramani di fine '600, ma si liberano di gran parte dei fronzoli, lasciando spazio ai colori pastello delle delicate porcellane cinesi, ai raffinati riflessi delle sete di quell'Oriente che sempre più appassiona e interessa il pubblico del XVIII secolo. Questa vera mania dell'esotico rese ricercatissimi i tessuti orientali importati dalle Compagnie delle Indie e avviò in Europa la produzione di tessuti che imitavano i loro disegni asimmetrici, detti bizarre.
Una conquista non da poco è rappresentata dall'introduzione delle tasche, che liberano definitivamente l'uomo dall' obbligo di portare legata alla cinta una borsa per gli effetti personali come la tabacchiera e l'orologio.
I pantaloni non cambiano sostanzialmente: sono culottes aderenti fermati al ginocchio da una fettuccia con bottone.
La rivoluzione...dalla testa ai piedi
La parrucca subisce un cambiamento radicale: di colori naturali e sempre incipriata, si accorcia e si alliscia, impreziosita da piccoli boccoli laterali e da un codino fermato da un nastro e imbustato in un apposito sacchetto di stoffa per non macchiare la schiena di cipria.
Il cappello simbolo del XVIII secolo è il tricorno, più pratico e portabile di quelli a falda larghissima amati dal re Sole, anche se raramente indossato sulle costose parrucche.
Le scarpe, sempre indossate su calze di seta, hanno un'affusolata forma a punta e perdono il tacco a rocchetto detto alla “Luigi” in favore di una forma meno sagomata e più stabile.
“Attaccare bottone”
I bottoni, applicati copiosamente su giacca e gilet, erano uno dei punti dell'abito maschile che maggiormente attirava l'attenzione. Potevano essere rivestiti in stoffa e dipinti, in madreperla e osso, in fine porcellana, ornati da diamanti e pietre preziose. Ed erano così importanti che i nobili, durante la conversazione con un pari grado, usavano toccarli per osservarli meglio. Questa insolita abitudine, soprattutto quando la conversazione si protraeva, si concludeva spesso con uno o più bottoni rimasti nelle mani del proprio interlocutore...da qui l'espressione attaccare bottone.