Il complesso
Un viale rettilineo parte dal cuore della città di Torino e sbocca dopo quasi dieci chilometri nell'ampio piazzale sul quale si staglia la Palazzina di Caccia di Stupinigi, la più geniale invenzione di Filippo Juvarra, che diede qui la sua personale e originalissima interpretazione delle istanze scenografiche barocche: dal corpo centrale a pianta ellittica alleggerito da ampia aperture, che contiene un grandioso salone, sporgono quattro bracci che lo collegano alla vastità dello spazio esterno mediante la loro disposizione a croce di sant'Andrea, che moltiplica le vedute del parco, sui viali alberati, sul piazzale ottagonale.
Il complesso fu iniziato nel 1729 per volere di Vittorio Amedeo II di Savoia; nel 1733-1734 era conclusa la parte centrale: dopo la partenza di Juvarra da Torino nel 1735, la costruzione proseguì sotto la guida di architetti locali, tra cui B. Alfieri, che lavorò soprattutto agli interni, vivacemente decorati da affreschi e tele di V. A. Cignaroli, di G. Crosato, dei Valeriani, di C.A. Van Loo.
La palazzina fu residenza dei Savoia fino al 1919 e oggi nelle varie sale è allestito il Museo di Arte e Ammobiliamento.
Le sale di Stupinigi
Il fulcro della palazzina è nel maestoso Salone ellittico, ideato da Juvarra: un grande affresco sulla volta, raffigura il mito di Diana, dea della caccia, opera dei due fratelli quadraturisti Giuseppe e Domenico Valeriani. Completano l'arredamento 36 teste di cervo sulle pareti in legno del salone.
Dal salone ellittico si passa all'Anticamera della regina affrescata dai pittori Crosato e Casoli e successivamente dal pittore Bonzanigo; quattro grandi tele raffigurano alcune principesse di casa Savoia.
L'Anticamera del re è anch'essa collegata al grande salone ellittico; gli affreschi della sala furono affidati ad un allievo del Beaumont, Michele Antonio Milocco. Mirabile l'arredamento in Stile Luigi XV e Luigi XVI.
La Sala degli Scudieri, collegata anche lei al salone ellittico, presenta affreschi su porte e sovraporte raffiguranti scene di caccia, opera del Cignaroli.
L'Anticappella, un tempo sala dei buffetti, fu adibita a cappella nel 1767 quando fu dedicata a Sant'Uberto. I soffitti furono decorati e stuccati da Ignazio Nepote, Gaetano Perego, Igrazio Birago e Giacomo Borri.
Celebre nella palazzina, la Sala del Bonzanigo, così chiamata per via dello stipo che aveva la doppia funzione di scrivania-libreria, realizzato appunto dal Bonzanigo. Gli affreschi e gli stucchi sono opera di Pietro Domenico Olivero e Giovanni Battista Alberoni. Bellissima la specchiera del Bonzanigo che racchiude il ritratto del conte di Moriana.
Da vedere la Sala dei ritratti con 54 tele raffiguranti alcuni membri della famiglia Savoia.
Gradevolissima la passeggiata nel parco, tutelato in una riserva naturale con una vasta zona agricola circostante. Il giardino geometrico, ricco di aiuole e viali fu ideato dal francese Michael Bernard.
Curiosità
La palazzina fu utilizzata per alcune riprese della fortunata serie televisiva Elisa di Rivombrosa.