La grande arte barocca del XVII secolo proseguì senza fratture nel XVIII secolo, tuttavia alcune novità si imposero: la tendenza alla sottigliezza e al pittoresco divenne rococò; al contrario, il gusto per la quiete contribuì alla preparazione del neoclassicismo. Motivo comune è una perdurante tendenza tardobarocca che ricerca effetti di monumentalità in rapporto con il paesaggio.
Bernardo Bellotto, Castello di Schönbrunn
In Italia la conoscenza delle provenienze e delle distinzioni regionali porta una certa chiarezza nell'abbondanza della produzione pittorica; i pittori combinarono spesso varie formazioni e la loro carriera li portò, in molti casi, a viaggiare per tutta Italia e all'estero.
Fra le categorie pittoriche, i ritratti e le scene di genere conobbero un grande successo; le vedute, che univano immagini di paesaggio e di architettura con scene di genere, avevano acquisito importanza nel corso del XVII secolo e godettero di un immenso favore durante il seguente. Ne esistevano di molti tipi: quando un pittore fissava fedelmente una situazione topografica precisa, erano dette vedute esatte, ricordi senza prezzo per i viaggiatori e per tutti coloro che avevano apprezzato il grand tour nel “bel paese”; quando rappresentavano dei paesaggi immaginari o si aprivano ad una sensibilità preromantica, si chiamavano vedute ideate o di fantasia.
A Bologna, Donato Creti (1671-1749) si divise fra il rococò e un arcaismo complesso; Giuseppe Maria Crespi (1665-1747), invece, fra la fedeltà al XVII secolo e il gusto popolare e pittoresco.
Nel contesto napoletano e romano, si presentarono numerose personalità di un incontestabile interesse, per quanto diverse tra loro. A Napoli Francesco Solimena giunse a risultati decorativi con la fluidità dei toni e dei colori leggeri; Andrea Belvedere diede alle sue nature morte una straordinaria dinamica compositiva;Francesco de Mura (1696-1752), decoratore influenzato dal Solimena, fu uno dei pittori della corte di Torino.
Sebastiano Conca (1679-1764) continuò a Roma la tradizione di Maratta nell'affresco, notevolmente equilibrato, dell'Incoronazione di santa Cecilia (1725, Roma, Santa Cecilia).
A Roma, Francesco Trevisani (1656-1746) divenne celebre per le sue soavi madonne; uno dei suoi allievi,Claudio Francesco Beaumont (1694-1766), di origine francese, lavorò come pittore rococò a Palazzo Reale a Torino fra il 1737 e il 1753.
Pierre Subleyras (1699-1749), francese stabilitosi sulle rive del Tevere, dette prova di una sicurezza nella quale si alleano la nobiltà e la semplicità.
Fra i grandi decoratori, il talento più seducente fu senza dubbio quello di Corrado Giaquinto (1703-1765), attivo in numerose città d'Italia e all'estero.
Fra i pittori di vedute, l'olandese Gaspar van Wittel, si stabilì in Italia nel 1672 con il nome di Vanvitelli e lavorò soprattutto a Napoli e Roma, dove morì nel 1736.
Il suo successo preannunciò il ruolo sempre più importante che il genere avrà nel corso del XVIII secolo.
Giovanni Paolo Pannini (1691-1765) a Roma ne rappresentò l'apogeo ma non si può parlare di vedute e dei loro pittori nella città eterna senza ricordare la personalità e l'opera di un incisore che fu vicino alla loro sensibilità: Giovan Battista Piranesi. Nella sua opera Piranesi unì lo studio scrupoloso delle rovine, le creazioni da visionario (stregato soprattutto dalle prigioni), gli effetti barocchi della prospettiva a quelli violenti e appassionati, che fanno pensare a Goya.
I Veneti
Venezia ebbe nel XVIII secolo una parte importante soprattutto nella pittura, come confermano il gran numero di pittori veneziani chiamati a dipingere fuori d'Italia.
La visione di Sebastiano Ricci e del Piazzetta, riscopritori, dopo la parentesi chiaroscurale seicentesca, del colore chiaro e vaporoso del Veronese, è alla base dello stile di Gian Battista Tiepolo, genio della decorazione aulica. Tiepolo creò uno stile leggero e diafano e un tipo di donna paffuta e ingenua. Fu uno dei grandi artisti barocchi che chiuse la sua arte su note di ineffabile allegria, tipicamente rococò.
Giovanni Battista Tiepolo, Pala delle tre Sante
Importanti furono anche il genio di Giovanni Battista Pittoni, la cui arte risentì sicuramente dello stile del Tiepolo e del Ricci e il genio di Cimaroli, attivo anche in Inghilterra, il cui stile ricorda quello di Canaletto.
Ritrattista della società elegante fu Rosalba Carriera, che predilesse il pastello e lo diffuse in tutta Europa; rigoroso e ironico pittore di scene di vita domestica fu Pietro Longhi.
Tre artisti dominarono la produzione di vedute a Venezia: Canaletto, suo nipote Bernardo Bellotto e Francesco Guardi. Essi portarono al più alto livello, la pittura di veduta e il capriccio.
I Lombardi e il Barocchetto
In Lombardia verso la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo, si andò formando un tipo di pittura realista, molto vicina al concetto di Rococò che di lì a pochi anni avrebbe preso piede in Europa.
Nella pittura eccelsero il Legnani, infaticabile narratore di scene sacre; Francesco Londonio, pittore di soggetti pastorali, di episodi di vita di un mondo di poveri sentito con animo lirico.
Accanto alla nobile ritrattistica di Giuseppe Ghislandi detto Fra Galgario, si affermarono il tocco vibrante del Magnasco in paesaggi disseminati di figurine di frati e vagabondi e la virile poesia di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto.