Mattia Preti, detto il Cavalier Calabrese, nacque a Taverna (Catanzaro) nel 1613. Iniziò sotto la guida di maestri caravaggeschi e a Napoli eseguì, assieme al Battistello, le prime opere in piena aderenza al caravaggismo "tenebroso" (Elemosina di san Carlo Borromeo, 1640, in San Carlo ai Catinari, Roma).
Passato in Emilia, nel 1644, subì l'influsso del Guercino e del Lanfranco, volgendo il suo interesse ai larghi temi decorativi sonoramente barocchi (affreschi in San Biagio a Modena; Sacrificio di Isacco nella Pinacoteca di Bologna).
Dopo un viaggio a Venezia, che lo pose a contatto con la tradizione veneta tardocinquecentesca del Tintoretto e del Veronese, definì il suo stile, che divenne dinamico e monumentale, ricco di vigore drammatico fondato sugli effetti di controluce e sulla pateticità degli atteggiamenti (Storie di Sant'Andrea, nell'abside di Sant'Andrea della Valle a Roma; Convito di Baldassarre e Figliol prodigo, nelle gallerie di Capodimonte a Napoli; Il ricco epulone e La resurrezione di Lazzaro, nella Galleria Corsini a Roma).
Nel 1656 tornò a Napoli e qui eseguì, per le porte della città, drammatiche composizioni come Peste del 1656 (i bozzetti si trovano a Napoli nelle Gallerie di Capodimonte) e le tele in San Domenico Maggiore e in San Pietro a Maiella.
Nel 1659 si recò a Malta dove si fermò, tranne brevi interruzioni, fino alla morte.
A Malta esegui una serie di tele e affreschi (Ecce Agnus Dei e Predica del Battista, in San Giovanni a La Valletta, Battesimo di Cristo, nel Museo di La Valletta) e anche opere di architettura (chiesa di Sarria, decorata da lui stesso).
Morì a La Valletta nel 1699.
San Giorgio vittorioso, Co-Cattedrale di San Giovanni Battista , La Valletta- Malta