La natura morta in Olanda risponde a precise esigenze del pubblico borghese, principale committente di lavori artistici.
Diversamente dall'Italia, dalla Spagna e dai paesi cattolici in genere, i soggetti religiosi sono quasi inesistenti, come rarissime sono anche le grandi committenze aristocratiche: le opere d'arte devno trovare posto all'interno delle sobrie case borghesi e una bella nautra morta si presta allo scopo decisamente meglio che lo straziante martirio di un santo.
Questa società, per certi versi così evoluta, moderna e dallo stile di vita mediamente alto rispetto ad un'Europa delle grandi sperequazioni sociali, si compiace di sè stessa ed ama specchiarsi nell'arte: le nature morte rispondono anche a questa esigenza autocelebrativa, indulgendo sui ricchi prodotti d'eccellenza di quelle zone come i fiori ed in particolare i tulipani, le lenti e gli strumenti ottici come cannocchiali e micorscopi, i vetri istoriati e i cesellati boccali in peltro, le ceramiche dipinte, i pesanti tessuti e i tendaggi damascati.
Anche il cibo è spesso assurto a "oggetto d'arte": accanto a prodotti regionali come il pesce, i frutti di mare e i formaggi, compaiono prodotti di "importazione" come gli agrumi, le pesche i meloni e talvolta anche prodotti portati da terre lontane tramite i traffici della Compagnia delle Indie, come lo zucchero, le stecche di cannella e altre spezie; tutti prodotti che sottolineano la ricchezza e la varietà delle mense borghesi delle Fiandre del '600.
Solo in pochi altri casi nella storia un popolo ha trovato così ampio spazio nella pittura. Daltra parte questa situazione riflette fedelmente la congiuntura politica ed economica: la Repubblica d'Olanda è un laboratorio di democrazia, un modello embrionale di capitalismo. Gli organi statali prevedono sempre consigli e comitati collegiali, mentre l'etica del calvinismo suggerisce un preciso parallelo tra la moralità interiore e l'aspetto lindo e impeccabile degli abiti, delle case, della vita pubblica. Ma l'altra faccia di questo Bengodi è per gli artisti una concorrenza spietata, che non gli permette di vivere di arte come gli altri colleghi europei e li costringe spesso ad un secondo o tezo lavoro.
La scelta del soggetto della natura morta e delle dimensioni spesso ridotte de quadri risponde in questo senso a precise regole commerciali, che rendono l'opera "piazzabile" facilemnte sul mercato e quindi fonte di un prezioso "quibus" economico.
I quadri di fiori, in particolare, spiccano per bellezza e unicità. Maestro in questo campo fu Ambrosius Bosschaert il Vecchio (1573-1621).
Fra i pittori di pasti o di elementi del pasto, ricordiamo Pieter Claesz (1597-1661), Willelm Claesz Heda (1593-1680) e Jan Davidsz de Heem (1606-1684), la cui arte si avvicina al barocco fiammingo per l'esuberanza e il colore.
Un tema particolare, come genere preciso di natura morta, diffusosi soprattutto in Olanda nel XVII secolo, è quello della Vanitas, una forma direttamente influenzata dall'ambiente calvinista dell'università di Leida, dove all'elemento essenziale del teschio sono contrapposti i simboli del potere (corona, tiara), dei piaceri effimeri (frutti maturi, fiori appassiti), delle scienze (libri, strumenti), della leggerezza umana (bolle di sapone, farfalle) e del tempo (moccolo di candela).
Adriaen van Utrecht, Vanitas (1642)
La natura morta rientra comunque nelle forme del classicismo attraverso l'osservazione della realtà: una realtà spesso intima e borghese, velata di poesia, che raggiunge in questo periodo una portata universale.
La natura morta in epoca barocca