Antoon Van Dyck nacque ad Anversa nel 1599, figlio di un ricco mercante. A dieci anni era già iscritto alla gilda di San Luca ad Anversa come allievo di Hendrick Van Balden e a soli diciassette anni aveva già uno studio proprio, frequentato da allievi.
Nel 1618 collaborò con Rubens alle decorazioni per la chiesa di San Carlo Borromeo di Anversa. L'influenza di questo pittore fu basilare nella formazione di Van Dyck ed è particolarmente evidente nelle prime opere (San Martino; Sileno ebbro; Cristo portacroce).
Ben presto prese forma la reale propensione del pittore: la ritrattistica, in cui rivelò uno stile tutto proprio (Ritratto di Francesco Snyders; Ritratto di Snyders e della moglie; Autoritratto, 1622 circa).
Nel 1621, dopo un breve soggiorno in Inghilterra, il pittore si recò in Italia, dove vi rimase sette anni. Dopo essersi formato a Genova, tra il 1622 e il 1623, Van Dyck risiedette a Roma: sono di questo periodo i ritrattidi R. Shirley e la moglie, il ritratto di F. Duquesnoy, ritratto di G. Pieter, ritratto di G. Bentivoglio e ritratto di D. Rivarola.
Nel 1624 si recò a Palermo ( Madonna del Rosario, oratorio del Rosario) ma abbandonò la città a causa dell'epidemia di peste e ritornò quindi a Genova, dove si trattenne, tranne brevi soggiorni a Firenze e a Venezia, fino al 1627.
Gli anni trascorsi a Genova, estremamente importanti per l'evoluzione della scuola pittorica genovese, videro nascere una ricca produzione di ritratti delle più nobili famiglie locali: Brignole, Spinola, Durazzo. I lavori sono conservati attualmente nelle gallerie di Palazzo Bianco e di Palazzo Rosso a Genova e alla National Gallery di Washington.
Nel periodo trascorso in Italia Van Dyck si ispirò soprattutto alla ritrattistica di Tiziano, non solo per la tecnica cromatica ma anche per il modo di concepire il ritratto, inteso come mezzo per esaltare e idealizzare il personaggio rappresentato.
Nel 1627 il pittore tornò nella sua città natale e vi rimase fino al 1632 sostituendo in pratica Rubens che allora si trovava in Spagna e in Inghilterra, per le commissioni delle maggiori chiese fiamminghe (Calvario e Pietà; Nozze mistiche di Santa Caterina; Madonna e Committenti).
I ritratti di questo periodo sono dedicati alla borghesia fiamminga e rivelano uno stile meno ufficiale ma molto più intimistico: Ritratto di P. Stievens e della moglie; ritratto di Gaspard de Crayer.
Nel 1630 si recò a Parigi e cominciò a preparare le incisioni per i ritratti (circa cento) di illustri personalità del tempo, note come Iconografia di Van Dyck. Le opere furono pubblicate ad Anversa nel 1645 ( i rami sono conservati al Louvre).
Nel 1632 il pittore si recò a Londra e divenne pittore ufficiale di Carlo I e in questa città vi rimase, salvo un breve soggiorno ad Anversa e a Bruxelles dove eseguì una Pietà, fino alla morte avvenuta nel 1641.
L'Inghilterra, dove per motivi religiosi non esisteva una pittura sacra, si rivelò particolarmente favorevole per la naturale tendenza del pittore per il ritratto. Sono infatti di questo periodo i ritratti più celebri, destinati alla nobiltà e alla famiglia reale: Carlo I a cavallo; Carlo I a caccia; I figli di Carlo I.
Questi ritratti resteranno esemplari per la pittura aulica inglese fino al XIX secolo.
Carlo I a cavallo con M. de St Antoine, 1633