Questo strumento deve il suo nome al particolare suono, morbido e dolce che lo rende particolare e credo efficace, vi confesso che sono stato attirato da questo strumento proprio dal nome: viola d'amore.
La viola d'amore è uno strumento ad arco apparso alla fine del diciasettesimo secolo a Salisburgo e a Monaco di Baviera per diffondersi successivamente in Boemia, Italia e Francia. Non si conoscono le sue origini ma molto probabilmente questo strumento nasce in medio oriente o in India dove erano diffuse sonorità complesse. Le fessure da dove esce il suono sono a forma di spada fiammeggiante che ricorda verosimilmente l'Islam e Maometto. Generalmente la paletta, dove ci sono i registri delle corde è scolpita a forma di amorino bendato.
Durante i secoli la viola d’amore ha subito variazioni e migliorie, quella moderna ha sette corde sonore suonabili e altre sette di risonanza non tastabili che suonano per simpatia mosse dalla vibrazioni delle altre corde come accade in altri strumenti tipo il sitar indiano.
Le corde che non sono tastabili passano sotto la tastiera fino al ponte.
Queste corde supplementari vengono accordate a seconda della tonalità del brano da eseguire.
Come si può vedere la paletta è lunga e ricurva per tenere dodici corde.
Benché questo strumento sia rimasto scarsamente conosciuto in Italia porta nome italiano e Antonio Vivaldi ha dedicato diverse opere a questo singolare strumento ma anche Vincenzo Aldrovandini, Attilio Ariosti, Giovanni Bononcini, Pietro Antonio Locatelli, Giovanni Battista Pergolesi e Alessandro Scarlatti.