Il primo incontro ufficiale tra il giovane re e la musica ricorda per molti aspetti quello che il suo predecessore ebbe a 13 anni con Lully nel Ballet de la Nuit: infatti il sovrano undicenne, istruito anche egli nella danza com'era tradizione ma meno dotato e appassionato in quest'arte rispetto allo zio, debutta nel balletto Les Elements di Destouches alle Tuileries, dove il reggente Filippo II di Orlèans aveva trasferito la corte per ingraziarsi il Parlamento.
Tuttavia molte cose erano cambiate da quando Luigi XIV aveva danzato in veste di “sole nascente”: anzitutto il “delfino” non aveva il piglio e il carisma del bisnonno, seppure aveva mostrato da subito uno carattere “galante”ed una propensione per i divertimenti, né poteva contare sui sontuosi allestimenti ed apparati scenografici del passato, dovendo fare i conti con una situazione economica disastrosa e con i numerosi debiti contratti per finanziare le guerre all'estero e i divertimenti in patria. Inoltre Destouches non aveva l'intraprendenza e il talento di Lully, nonostante sia passato alla storia come uno dei musicisti più rappresentativi della prima fase del regno di Luigi XV.
Divertimenti “a risparmio”
La crisi economica ebbe pesanti conseguenze sulla vita a corte dei nobili e degli artisti: Luigi XV ritenne di dover ridurre la pressione fiscale, che sotto il regno di Luigi XIV era stata spietata e vessatoria, e di tentare un risanamento delle casse dello Stato operando dei tagli sui costi dei divertimenti e della gestione di Versailles, ove la corte si era ritrasferita nel 1722.
Gli eventi mondani assunsero un carattere più intimo e più sobrio, mentre la reggia iniziava a versare in condizioni di abbandono e scarsa manutenzione: ad esempio, al gran teatro interno, iniziato sotto Luigi XIV e terminato solo verso il 1768 per mancanza di fondi, si preferirono gli allestimenti più economici e riservati dei Trianon o degli appartamenti privati.
Questo stato di cose non segna comunque il tramonto di Versailles come sede di musica ed eventi di qualità, soprattutto grazie alla presenza a corte di Michel Richard Delalande, assunto da Luigi XIV come insegnante di musica per le figlie e organista e mastro di cappella sino alla morte, nel 1726.
Con alcuni suoi balletti (collaborò con Destouches alla scrittura dei Les Elements) ma soprattutto con le sue Symphonies pour le Soupers du Roy è uno dei primi interpreti del nuovo modo, più riservato, civettuolo e meno formalmente solenne di fare musica a Versailles.
La musica in città
Per gli artisti, i cui stipendi si sono sensibilmente ridotti, è poco vantaggioso risiedere a corte; per i nobili è noioso: il re stesso, di temperamento malinconico e poco solare, non ama Versailles e preferisce la riservatezza della campagna o la vita frenetica di Parigi. La città infatti, grazie alla diminuzione delle tasse e agli interessi che vi aveva portato la corte stanziandovisi per un periodo, è diventata il vero cuore pulsante della cultura e della mondanità. Oltre ai nobili che vi si trasferiscono, emerge il ceto della media-alta borghesia, con i suoi “status symbol”e i suoi feticci: la posizione sociale e la rispettabilità di una famiglia è data anche dagli intellettuali che frequentano i loro salotti, dalla qualità del loro insegnante di musica o dalla posizone del loro palco nei teatri parigini. Molti compositori dell'epoca, primo tra tutti Jean Philippe Rameau, produrranno molto per le feste di Versailles, ma preferiranno vivere in città, contesi e ben pagati da stuoli di allievi e da ingaggi in teatri e sale da concerto.
A conferma di questo Destouches, che aveva composto e diretto la musica per il ballo in maschera in onore della figlia del re, tenutosi a Versailles il 13 gennaio 1744, nonché di alcuni brani eseguiti nel famoso Ballo dei Tassi del 1745, primo incontro tra Luigi e la futura M.me de Pompadour, ha la sua principale attività (e fonte di reddito) nello scrivere per i teatri d'opera cittadini e per i Concerts Spirituelle.
Les Concerts Spirituels
I Concerts Spirituels sono la prima serie di concerti pubblici a pagamento della storia. Ispirati da eventi analoghi che si tenevano già a Londra e a Vienna, nacquero nel 1725 con lo scopo di fornire un intrattenimento al pubblico parigino nei giorni delle celebrazioni religiose, quando i teatri d'opera sospendevano le rappresentazioni. Si tenevano alle ore 18 nel palazzo delle Tuileries e non si fermarono neppure ne 1790, quando le sale in cui avevano luogo i concerti furono trasformate in una prigione per la famiglia reale, e proseguirono con regolarità fino ai primi dell'800.
La direzione artistica era affidata ad un musicista che si peritava di scegliere i programmi e gli strumentisti e che pagava a sue spese una licenza speciale per eseguire muisca pubblicamente: il primo a ricoprire questa carica fu Anne Danican Philidor, figlio del più noto Andrè Danican Philidor detto l'Ainè, oboista nella banda della Grand Ecurie Militaire di Luigi XIV .
Il programma prevedeva sempre l'esecuzione di muisca vocale sacra, a celebrare le festività in concomitanza delle quali i concerti avevano luogo, e delle esibizioni di qualche virtuoso solo o in ensemble. Destouches fu tra i primi a proporre suoi brani per questa innovativa forma di intrattenimento, facendo rappresentare il suo De Profundis (1725), la cantata Semèle (1728) e il grand motet O Dulci Jesu (1728).
Questi brani furono talmente apprezzati che la loro fama arrivò sino a Versailles ove la regina Maria Leszcynska, che frequentava poco la città contrariamente al marito, pregò di riproporre a palazzo il programma dei Concerts Spirituels .
Tuttavia i Concerts Spirituels “lanceranno” anche molti altri talenti che caratterizzeranno il gusto musicale dell'età di Lugi XV: tra questi Francoise Rebel e Francoise Francoeur, due virtuosi del violino che avevno militato nell'orchestra dei 24 violons du roy e che, in seguito al successo conseguito negli appuntamenti parigini, furono insigniti della carica di inspecteurs musicaux dell'Opera nel 1744. Francoeur, il più munifico e versatile dei due nella produzione di opere e balletti, divenne nel 1760 addirittura maestro di musica personale del re, il quale lo insignì di un titolo nobiliare.
Possiamo citare ancora Claude Balbastre, un organista e virtuoso della tastiera allievo di J. P.Rameu, che si esibì ai Concerts Spirituelle ininterrottamente sino al 1782 e che dovette a questa costante presenza l'introduzione a corte prima come organista nella Chapelle Royale e poi come clavicembalista reale e insegnante personale della regina Maria Antonietta.
I Concerts Spirituels sono frequentati da tutti gli intellettuali e i personaggi VIP più in vista dell' epoca, da Voltaire a Rousseau, da M.me Geoffrin a M.me de Pompadour, che pare si sia esibita anche come cantante in quella sede, e diventano un occasione per lanciare nuove tendenze non solo musicali, ma anche culturali e di costume, diffondendole anche al di fuori della nobiltà di corte e permettendo una circolazione delle notizie e delle “mode” cittadine impensabili prima di allora.
Tuttavia il meeting point mondano per eccellenza è sempre il teatro, e primo fra tutti l' Opera Royale, diretta da Camprà, ove i musicisti dell'epoca fanno a gara per vedere un loro dramma in cartellone e ove l'aristocrazia si incontra per gli ultimi pettegolezzi sulla corte e le ultime novità in fatto di eleganza.
Il trionfo dell' Opera française
Il direttore Andrè Camprà è molto severo sulla selezione delle opere da far rappresentare all'Opera Royale, frequentata dal re e dalla famiglia reale oltre che da tutta la più alta nobiltà. Il sovrano, che ama gli intrattenimenti musicali ma non ha il gusto del suo predecessore e la velleità di renderli uno strumento propagandistico, lascia a Camprà un ampio margine decisionale e si rimette quasi sempre al suo giudizio artistico. Come nel caso dell'opera Hyppolite e Aricie, composta dal cinquantenne Jean Philippe Rameau. Il musicista, famoso a Parigi come clavicembalista ed insegnante, sta cercando da tempo di far decollare la sua carriera proponendo sue opere all'Opera Royale e cercando di far giungere la sua fama sino al re.
In quest'opera c'è abbastanza musica per farne dieci commenterà Camprà, mettendo l'opera in cartellone nel 1733 e sarà profetico quando affermerà “Rameau eclisserà tutti”.
L'opera non è particolarmente originale e ricalca lo stile lulliano, ma contiene alcuni passaggi la cui armonia audace e l'uso virtuosisitico delle linee vocali mettono in difficoltà non pochi cantanti e superano di gran lunga tutto quanto era stato prodotto sino ad allora.
E' subito chiaro che Rameau è il successore dello scettro operistico di Lully ma al contrario dell'italiano cambia spesso collaboratori e librettisti, con i quali è esigente ma avaro nell'elargire parte dei ricchi incassi degli spettacoli.
E' il periodo in cui Rousseau e altri enciclopedisti diffondono, frequentando i teatri e i Concerts Spirituels, le loro teorie sulla musica e le loro posizioni sul confronto tra tragèdie liryque di stampo francese ed opera buffa italiana.
Rousseau, indispettito da un rifiuto di Rameau a una proposta di collaborazione a causa delle sue mediocri capacità musicali, sosteneva che il concetto di melodia era innato nell'animo umano in contrapposozione al musicista, che invece individuava l'armonia come elemento innato e primigenio, di cui la melodia è solo una “conseguenza”.
E' anche un periodo di stabilità e di relativa floridezza economica per la Francia, che nelle Americhe, ove possedeva già la Louisiana, si scontra con l'Inghilterra per il controllo dei porti delle colonie. Le gazette e i quotidiani parigini parlano frequentemente dell'argomento, mostrando illustrazioni sulla vita quatidiana e i bizzarri costumi dei nativi, ritratti anche sui primi volumi a carattere antropologico-etnografico redatti dagli enciclopedisti. C'è vivo interesse intorno a queste culture esotiche e primitive che sembrano aver conservato un'inncoenza e una purezza che l'Europa ha ormai irrimediabilemente perduto e c'è spesso la tendenza ad idealizzare, secondo il mito del buon selvaggio, queste terre lontane verso cui molti francesi emigrano, per scelta o costretti da motivi economici o politici. E' in questo clima che molti autori , come Rameau nel suo balletto Les Indies Galantes, decidono di trasporre l'argomento in musica, sfruttando il fascino che questi mondi lontani esercitano sul pubblico e propagandando in modo più o meno esplicito la campagna di incoraggaimento al popolamento delle colonie, dipingendo dei primitivi pacifici e galanti, eruditi nel balletto e nelle buone maniere.
Il successo di Rameau, nonostante i detrattori, è inarrestabile e all'Opera vengono rappresentati opere e balletti suoi senza soluzione di continuità praticamente sino alla sua morte. E' all' apice del successo quando, nel 1763 un terribile incendio distrugge completamente il teatro: Rameau morirà l'anno successivo, ma le sue opere continueranno ad essere rappresentate con grande fortuna in altri tetari parigini e a corte ove l'incidente, insieme all' esigenza di allestire i festeggiamenti per il futuro matrimonio tra il delfino e l'arciduchessa Maria Antonietta, spingono nel 1768 il sovrano ad investire nel completamento del teatro di Versailles, chiuso da più di 80 anni.
Ci vollero ben 17 anni per ricostruire l'Opera, che riaprirà giusto in tempo per ospitare le rivalità musicali di Gluck e Piccinni e inaugurare un periodo di gloriosa attività che non sarà asospeso neppure durante i giorni bui della Rivoluzione.