La vita
Marc AntoineCharpentier nacque a Parigi nel 1643, da una famiglia originaria di Meaux, e qui trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza. Dei suoi primi anni si conosce pochissimo e si ignora dove e con con chi imparò i primi rudimenti della musica. Nel 1665 partì per Roma dove dimorò per tre anni e qui studiò sotto la guida di Giacomo Carissimi; restò quindi sempre legato all’arte italiana rimanendo fedele allo stile musicale diffuso nella penisola. Tornato in patria raggiunse presto la notorietà come compositore di musiche di scena collaborando con Moliére agli spettacoli della Comédie-Francaise. Divenne in seguito maestro di musica della principessa di Guisa e maestro di cappella della chiesa di Saint- Louis e della Sainte-Chapelle. Nel 1698 abbandonò ogni attività mondana e teatrale per dedicarsi alla composizione di musica sacra: a questo periodo appartengono le sue opere più dotte e le più ispirate.
Per un musicista che si era formato alla scuola romana, la vita alla corte del re sole non doveva essere facile. E’ noto come il regio cerimoniale, in materia di musica, fosse rigidamente impermeabile, anzi ostile a tutto ciò che non fosse dettato dal gusto del sovrano. Così come aveva stabilito precise regole di comportamento per tutti coloro che vivevano a corte, il Re Sole aveva dato esatte disposizioni anche riguardo alla musica, creando modelli istituzionali e uno stile peculiare, cui ogni musicista doveva conformarsi. Charpentier fu sicuramente uno dei musicisti più interessanti dell’epoca, fu il primo ad introdurre in Francia il genere dell’oratorio, ma fu avversato dagli ambienti ufficiali e tenuto a lungo lontano dalla corte e dalle cariche professionalmente più ambite. Ma ciò fu male fino ad un certo punto: a Parigi Charpentier fu costretto a cercar spazio nell’ambiente metropolitano, nelle più libere istituzioni cittadine, legate ai circoli ecclesiastici e nobiliari, cosa che gli permise di coltivare uno stile meno enfatico e noioso di quello che dominava allora la musica di corte francese.
Compositore assai fecondo, la sua musica denota una profonda cultura ed è sempre improntata alla tradizione stilistica italiana; per quest’ultima qualità fu considerato un oppositore di Lully.
Morì a Parigi il 24 febbraio del 1704.
L’opera
La sua produzione sacra comprende più di cento mottetti, inni, salmi, messe, scene liriche d’ispirazione sacra. Tra le sue composizioni profane ricordiamo due cantate, dodici divertimenti, una settantina di pezzi strumentali e numerose air de cour. Per l’Accademia reale di musica compose l’opera Medea (1693) e per la Comédie-Francaise numerosi intermedi e ouvertures per opere di Corneille, Moliére, ecc, come Il malato immaginario, Circe, Andromaca, Venere e Adone.
Notevoli sono la Messe de minuit H.9 , forse una delle sue composizioni più originali e In Nativitatem Domini Canticum H.416.
Messe de Minuit, Kyrie
La sua composizione più celebre è però il Prélude che apre il Te Deum, che tutti conoscono perché fu scelto come indovinata sigla dell’Eurovisione, fu composto da Charpentier per la cappella del Delfino; ha perciò un tono imponente e fa sfoggio di uno sfarzo sonoro tipicamente barocco.
Il Te Deum era il rito con il quale i re, e i potenti in genere, rendevano grazie a Dio dopo una vittoria in guerra o dopo essere sfuggiti ad una calamità; il carattere della musica era perciò improntato alla massima sollenità e al massimo splendore. Trasperente il messaggio che questa musica doveva trasmettere: il fine ultimo della celebrazione non era tanto la glorificazione del Signore quanto quella della dinastia regia, non l’esaltazione della potenza divina quanto quella, tutta terrena, del monarca.