Giovanni Altusio
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in politica barocca
Altusio (1530 - 1596) sviluppò una dottrina politica interessante perchè fondata sulla sola idea del contratto e sostanzialmente libera da qualsiasi autorità religiosa; una dottrina naturalistica, nella misura in cui un contratto si può chiamare una relazione naturale.
Altusio diede una spiegazione sufficiente dei raggruppamenti umani sociali, senza lasciarvi nessun elemento che dovesse essere spiegato ricorrendo alla teologia. Di conseguenza la sua dottrina è molto più aderente al vero spirito di Aristotele rispetto alle teorie più esplicitamente aristoteliche degli scolastici.
Nella dottrina di Altusio il contratto appariva in due aspetti. Il primo corrispondeva a un contratto di governo; il secondo a un contratto sociale in senso più ampio. Nell’ultimo caso, un tacito accordo sostiene ogni associazione e gli individui diventano « conviventi » e quindi partecipi dei beni, dei servigi, o delle leggi create e mantenute dall’associazione.
Ogni associazione ha la sua duplice «legge», che da una parte definisce la specie di comunità esistente tra i membri, e dall’altra crea e limita l’autorità che ne amministra gli affari comuni. Altusio distingue cinque forme principali: la famiglia, la corporazione volontaria, la comunità locale, la provincia, lo stato. Nei gruppi più avanzati, le parti contraenti sono costituite dalle associazioni sottostanti più che dagli individui, ed in ciascun caso il nuovo gruppo assume soltanto il regolamento degli atti necessari ai suoi fini, lasciando il resto al controllo dei gruppi più primitivi. Esiste perciò una serie di contratti sociali, per cui vengono ad esistere gruppi sociali diversi, politici e non politici.
La formazione dello Stato
Lo stato nasce dall’associazione delle province o comunità locali e il suo contrassegno, in confronto a qualsiasi altro gruppo, è il potere sovrano. Altusio fa risiedere la sovranità nel popolo come complesso corporativo, il popolo non può rinunciarvi perchè essa è una caratteristica di quel genere specifico d’associazione. Di conseguenza non è mai alienato e non passa mai nel possesso di una classe dirigente o di una famiglia. Il potere è conferito ai funzionari amministrativi di uno Stato dalla legge dello Stato. Questo è il secondo dei due contratti di Altusio; un accordo cioè per mezzo del quale il complesso corporativo dà ai suoi amministratori il potere di rendere effettivi i suoi fini; deriva che questo potere ritorna al popolo se, per qualsiasi ragione, chi lo detiene ne abusa.
Questa teoria era la più chiara enunciazione della sovranità popolare che mai finora fosse stata fatta.
La difesa di Altusio del diritto d’opposizione alla tirannia seguiva in tutto le tracce delle precedenti dottrine calviniste. Questo diritto non appartiene agli individui, ma deve essere esercitato attraverso una speciale classe di magistrati che hanno il compito di difendere i diritti della comunità. Essi corrispondono ai magistrati inferiori di Calvino e delle Vindiciae contra tyrannos. Ma la dottrina di Altusio era meglio fondata, essendo l’intera struttura del suo stato una struttura federale. Le parti contraenti che formano lo stato non sono individui, ma comunità, che hanno la capacità inerente di realizzare loro fini. La definizione di Altusio dello stato, come di una comunità, in cui città e province diverse si sono legate con una legge comune, offriva un principio migliore per limitare il potere di un magistrato supremo che non una dottrina che contemplava un’unione di individui sotto un reggitore sovrano.
La dottrina politica di Altusio era chiara e coerente, riduceva tutte le relazioni politiche e sociali all’unico principio del consenso o del contratto. Il patto, espresso o tacito, era fatto per render ragione della società stessa, o piuttosto di una serie compiuta di società, di cui lo stato non era che una. Offriva una base logica per l’elemento di autorità inerente ad un gruppo, che appare specificamente nello stato come l’autorità pubblica sovrana del gruppo stesso, e offriva una ragione plausibile per la limitazione legale degli organi esecutivi e per un diritto d’opposizione allo esercizio tirannico del potere esecutivo.
Senza dubbio Altusio considerava la santità del contratto un principio della legge naturale, che si accontentava di richiamare al Decalogo per considerare valida. La sua concezione della natura era legata al principio essenzialmente sovrannaturale della predestinazione. Il passo finale del distacco totale della legge naturale dai suoi legami con l’autorità religiosa non fu fatto da Altusio, ma da Grozio, che ebbe maggiori qualità filosofiche.