Processi alle streghe
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in religione barocca
La situazione di confine tra superstizione ed eresia che la pratica stregonesca si trovò ad avere durante il Rinascimento e nel periodo seguente il concilio di Trento fu uno dei fulcri della riflessione che impegnò inquisitori e giuristi, teologi e giudici secolari. Non poteva essere indifferente il motivo che determinava la causa processuale: se si trattava di questione concernente la fede, il foro che doveva occuparsene era quello dell'Inquisizione; se si trattava di delitto contro le cose o le persone (fatture, unguenti apportatori di malattia, ecc), il foro doveva essere quello civile.
Ma il caso delle streghe era destinato, per sua natura, ad esistere come situazione di confine anche nei riguardi della giurisdizione: la strega appare chiaramente come un essere che colpisce l'uomo e le sue cose a causa di una scelta religiosa. Il procedimento giudiziario contro le fattucchiere e' quindi un procedimento civile in quanto bisogna colpire il delitto in sé, ma e' anche procedimento religioso, in quanto colpendo esse si colpisce l'origine stessa del male.
Ma chi erano, in verità, le streghe? Erano delle allucinate, delle malate mentali? Delle avvelenatrici? O erano delle innocenti costrette sotto tortura a confessare coiti col diavolo e partecipazioni ai sabba? Sicuramente c’erano circoli iniziatici che facevano uso di stupefacenti. Poi, le cosiddette possessioni o stregonerie “di massa” erano determinate da inquinamenti di segala cornuta, dovuti al fatto che c’erano degli infestanti di cereali. Ad un certo punto succedeva che un’intera regione era “indemoniata”, registrava “strani fenomeni”. Era gente che restava drogata senza sapere perché, e viveva le stesse esperienze allucinogene che vive chi consuma oggi l’Lsd (droga sintetica che si ricava proprio dalla segala cornuta). Poi c’erano anche le streghe “consapevoli”, che si ritenevano effettivamente tali. E gli stregoni, perché spesso si dimentica che le percentuali di uomini e donne processati erano sostanzialmente identiche. Il che sfata l’ipotesi della misoginia che starebbe dietro alla caccia alle streghe.
Un’altra leggenda da sfatare è che il Medioevo abbia prodotto il maggior numero di vittime arse sui roghi. La diffusione della stregoneria nel Medioevo è stata esagerata da una certa letteratura moderna. La “caccia alle streghe” non esplode nel Medioevo bensì nel Rinascimento e continua fino all’epoca illuminista compresa. Gli illuministi, per scopi di propaganda, hanno ingigantito le cifre di quei roghi. Nessuno sa quante streghe furono uccise; quel che è certo è che la maggioranza delle streghe fu uccisa nei paesi di confessione protestante. L’ultima esecuzione di cui abbiamo notizia avviene a Salem, negli Stati Uniti, alla fine del XVII secolo, e ancora nell’Ottocento, nei paesi scandinavi luterani, si dava la caccia alle streghe quando nell’Europa cattolica se ne aveva solo un lontano ricordo.
Storie di streghe
Bazuel (Cambresis), 1599-1627
Un'anziana vedova, Reine Percheval, finisce sul rogo dopo aver confessato pratiche stregonesche con le quali avrebbe ottenuto la morte della nipotina, colpita da una grave malattia, e prodotto parti deformi dalle vacche. Prima del rogo, Reine si vendica delle sue accusatrici indicandole come complici dei propri reati. Una di queste, Aldegonde de Rue, la seguirà nella morte violenta dopo un processo durato due anni e conclusosi con il riscontro, sul suo corpo, di punti insensibili al dolore, testimonianza della sua frequentazione diabolica. Altre tre donne subiranno la stessa fine.
Giura, 1600
Rolanda di Vernois e Claudia confessano al giudice Henri Bouguet di aver provocato la grandine mescolando la propria orina con ramoscelli verdi. Il demonio le difende sul rogo, provocando scrosci di pioggia che più volte spengono le fiamme. Il rito della morte si compie infine il 7 Settembre.
Aix-en-Provence 1609
Dopo il rito esorcistico propinatole perché indemoniata, una monaca accusa il curato di Marsiglia, don Gaufridy, di averla stregata. Sottoposto a tortura, il curato resiste due anni, prima di confessare le pratiche sabbatiche e una violenza sessuale sulla suora. Muore bruciato il 30 Aprile 1611.
Zagarramudi (Paesi Baschi) 1614
Dopo un interrogatorio che riguarda 300 persone e che dura 4 anni, vengono riconosciute colpevoli 12 streghe. Sette sono condannate al rogo. Delle altre cinque, morte durante il procedimento, vengono bruciate immagini che le raffigurano.
Paderborn, 1631
Lisa Tutke, arrestata con l'accusa di stregoneria, confessa sotto tortura che suo padre (morto per le violenze dei giudici in un precedente processo) le ha insegnato a compiere malefìci fin da quando era piccola, consegnandola a un uomo che abusò sessualmente di lei. Che quell'uomo potesse essere il demonio è testimoniato dal fatto che durante il rapporto Lisa non sentì calore, ma gelo. Lisa denuncia altre sei persone.
Oppenau, 1631-32
Un processo da record: viene mandato al rogo l'8% della popolazione.
Palermo, 1640
Viene condannata dal Sant'Uffizio Caterina Brunì, "che andava con le donne di fuora la notte e che promettea portare li genti con essa et che li volea far cavalcare sopra un castrato, come facea essa".
Auch, 1644
Regine, donna del popolo,viene presa e gettata nel fiume Gers con appesa una pietra al collo. I giustizieri, questa volta senza processo, sono soldati che la accusano di pratiche malefiche, su istigazione di persone della città.
Montheliard, 1646
Trentadue testimoni accusano una vedova, Adrienne d'Heur, di aver fatto morire un bambino offrenedogli del pane; di aver fatto perdere la vista a un uomo, una donna e due bambini; di aver prosciugato il latte di una mucca; di aver provocato la morte di un cavallo; di aver tentato di rapire un bimbo; di essersi introdotta nelle case nottetempo senza aver bisogno di aprire le porte; di essersi trasformata in gatto, irritando il gatto di casa. Viene punta su tutto il corpo: l'ago entra tra le scapole e vi resta, senza produrre dolore o fuoriuscite di sangue, per un quarto d'ora. Adrienne nega ogni cosa e viene sospesa alla corda. A questo punto confessa: sabba, coiti col diavolo, malefici e trasformazioni. E' bruciata l'11 Settembre.
Juergensburg, 1692.
Un uomo di 80 anni, Thiess, confessa di essere un lupo mannaro, ma di quelli buoni che inseguono e lottano contro diavoli e streghe. I giudici lo condannano a 10 colpi di frusta.
La caccia alle streghe a Salem
Uno degli episodi più truci di intolleranza accaduti nelle colonie inglesi nel New England fu quello della caccia alle streghe a Salem, nella colonia del Massachusetts Bay, esplosa improvvisamente nell'estate 1692. Una parte non trascurabile in questa vicenda lo ebbe la pubblicazione nel 1689 del libro Memorable Providences(Atti della Provvidenza degni di memoria), scritta dal pastore Cotton Mather, i cui sermoni, assieme a quelli del padre Increase Mather, infiammarono gli animi più del dovuto.
Il libro di Cotton descriveva un caso di presunta stregoneria avvenuta a Boston l'anno precedente: tre bambini avevano iniziato a comportarsi in maniera strana dopo un litigio con una lavandaia irlandese di nome Mary Glover, la quale, secondo Cotton, aveva lanciato un sortilegio sui minori. L'intollerante Cotton era così convinto della presenza della stregoneria da dichiarare che si sarebbe subito spazientito con chiunque avesse osato negare l'esistenza dei diavoli o delle streghe.
Nel gennaio 1692 due bambine di Salem, Elizabeth Parris e Abigail Williams, iniziarono a comportarsi in modo strano, con bestemmie, attacchi epilettici, stati di trance. Dopo pochi giorni questo comportamento si estese ad altre ragazzine della cittadina. Vista l'impossibilità dei medici di diagnosticare il tipo di malattia, il padre di Elizabeth - il pastore Samuel Parris - trovò delle similarità tra l'episodio della figlia e quello descritto nel suddetto libro di Cotton Mather; accettò così la discutibile tesi di un medico locale che fosse stato un intervento soprannaturale di Satana.
Ben presto si trovò il capro espiatorio: la schiava caraibica di Parris, Tituba, e altre due donne, la mendicante Sarah Good e l'anziana e litigiosa Sarah Osborne. Ma mentre queste ultime due protestarono la loro innocenza, Tituba peggiorò la sua situazione, riferendo di incontri con un uomo alto di Boston (ovviamente Satana per i giudici) e dell'esistenza di una cospirazione di streghe a Salem.
Tra marzo e giugno il caso si allargò a macchia d'olio: centinaia di persone furono accusate di stregoneria, e decine e decine di esse languirono in prigione per mesi senza processo.
Il governatore Phips decise di istituire un tribunale per decidere sul caso, ma Cotton Mather riuscì a influenzare il parere di tre giudici sui cinque preposti ad organizzare i processi, esortandoli a considerare valide le prove soprannaturali e di dare massimo rilievo alle confessioni delle streghe.
La prima vittima fu Bridget Bishop, un’anziana donna accusata di mandare in giro il proprio fantasma per tormentare le persone e di potersi trasformare in un gatto: Bridget fu impiccata il 10 giugno 1692.
Seguì un impiccagione di cinque donne il 19 luglio, tra cui una pia donna, tale Rebecca Nurse, in un primo momento assolta, ma successivamente condannata a causa di indegne pressioni da parte dei giudici sulla giuria.
Non solo donne furono condannate a morte: persero la vita sia John Proctor, un taverniere, che – ironia della sorte – era sempre stato intransigente contro la stregoneria (la sua vicenda ispirò il drammaturgo Arthur Miller nella sua opera The Crucible (La prova del fuoco), sia l'ex pastore del villaggio, George Burroughs, che si difese strenuamente, protestandosi innocente fino all'ultimo e dimostrando il 19 agosto, davanti alla forca, di conoscere il Padre Nostro perfettamente (si supponeva che le streghe non fossero in grado di recitarlo). Solo l'intervento dell'implacabile Cotton, giunto appositamente ad affermare che spesso il Diavolo poteva trasformarsi in un Angelo di Luce, fece proseguire l'esecuzione capitale.
Una sola vittima non fu impiccata, ma la sorte riservatale fu anche peggio: si trattava dell'ottantenne Giles Corey, il quale si rifiutò di farsi processare. La pena in questo caso fu tremenda: fu fatto schiacciare da pesanti lastre di pietra, mentre, tre giorni dopo, la moglie e altre otto presunte streghe furono impiccate. Furono le ultime vittime di questo attacco di isteria collettiva: in tutto furono uccise 20 persone e altre 4 morirono in carcere.
Solo in autunno la voglia di spargere sangue passò di colpo; iniziarono a circolare lavori che criticavano i metodi adottati e perfino uno degli accusatori più accaniti - il padre di Cotton, Increase Mather - scrisse un lavoro intitolato Cases of Conscience (casi di coscienza), nel quale affermò che era meglio che dieci presunte streghe fossero rilasciate piuttosto che un innocente fosse condannato.
Ma il lavoro che diede un colpo mortale alla credibilità dei Mather fu la pubblicazione nel 1700 del More wonders from the invisible world (Altre meraviglie dal mondo invisibile) del mercante di tessuti Robert Calef (1648-1719), il quale dipinse l'operato di Cotton Mather come così spietatamente crudele e palesemente tendenzioso che a quest'ultimo venne negata la presidenza di Harvard e a nulla servì il rogo pubblico di questo libro, organizzato nel cortile del college di Harvard da un inviperito Increase.
leggi anche: Streghe e sacerdoti - Madame Voisin