Lope de Vega (1562-1635) è il rinnovatore del teatro spagnolo. La sua biografia sembra riflettere l’esuberante vita di quel periodoche sarà definitivamente «siglo de oro» ed è segnata da una straordinaria prolificità letteraria. Lope agì su una tradizione ricca e varia di cui rinnovò gli schemi superando ogni precettistica di marca aristotelica mediante la mescolanza di comico e tragico, e rafforzando la coerenza degli intrecci foggiando un linguaggio poetico capace di adattarsi a tutte le situazioni che svariano dal comico all’epico al drammatico, e di personaggi di ogni genere e ogni condizione sociale tanto da accostare Lope a Shakespeare.
Tirso de Molina (1584-1648) gioca nelle sue circa trecento commedie su una grande varietà di temi profani e religiosi seppure con una evidente intenzione moralistica e una peculiare propensione per l’indagine psicologica. La sua opera più famosa El burlador de Sevilla y con vidado de piedra (1630), riprendendo un tema popolare, porta al teatro la figura di Don Giovanni avviando la sua ininterrotta carriera di personaggio archetipo nella tradizione letteraria europea.
Dopo aver ingannato e sedotto numerose donne e aver ucciso il padre di una di loro, Don Gonzalo, Don Giovanni ne vede la statua, lo invita a cena per scherno e ne viene a sua volta invitato, accetta e alla fine del macabro convito Don Gonzalo lo afferra e lo trascina all’inferno; questo l’intreccio del dramma. In Tirso la condanna finale non attenua la paradossale grandezza del personaggio, la sua cinica ma affascinante vitalità.
Il teatro barocco spagnolo di Calderon de la Barca
Il teatro spagnolo del secolo culmina nell’opera di Calderon de la Barca (1600-1681), la cui vita sembra ugualmente sintetizzare le componenti ideologiche fondamentali della Spagna del siglo de oro: militanza religiosa, onore militare, obbedienza al potere monarchico.
Nella sua produzione si possono individuare due filoni: nel primo si collocano commedie di argomento storico o leggendario che risentono dell’influsso di Lope. Si veda ad esempio El alcalde de Zalamea (1642): è la vicenda di Crespo, alcalde di una piccola citta rurale, che punisce con la morte un ufficiale colpevole di aver violato l’innocenza di sua figlia. Senso dell’onore e giustizia, due temi assai presenti nel teatro spagnolo dell’epoca, coincidono nell’azione dell’alcalde, a celebrazione della rustica virtù spagnola a cui non mancherà l’approvazione regale.
Calderon de la Barca si configura come una sorta di «summa» delle tensioni e delle propensioni dell’epoca barocca; a livello tecnico: l’accentuazione degli aspetti spettacolari del teatro con decorazioni, grandiosità scenografica, luci, artifici, uso di macchinari, introduzione della musica; a livello di linguaggio poetico, il lirismo gonfio che indica una chiara adesione al gongorismo; a livello ideologico-tematico, il senso della vanità della vita, imbevuto di pessimismo controriformistico per cui la fede è più ardua conquista che sicuro possesso.
Tale nucleo ideologico si specifica ulteriormente nel più importante dramma profano di Calderon, La vida es sueno (1635). Sigismondo, che gli oroscopi designano come crudele tiranno, è stato rinchiuso dal padre re Basilio in una torre. Portato in sonno a corte e restituito alla sua funzione regale dà cattiva prova ed è quindi ricondotto, nuovamente in sonno, alla torre. Qui si risveglia e il periodo passato a corte gli appare come un sogno.
Attraverso questa esperienza matura in lui la coscienza della sostanziale assenza di certezza dell’agire umano, coscienza che lo restituisce al bene. Sicché, quando una rivolta popolare lo libera, Sigismondo, divenuto re con l’approvazione del padre, instaura il regno del bene e della giustizia. Il carattere teologico-allegorico presente nella Vita è sogno è la base dei drammi sacri: si veda El gran teatro de mundo (1633) che, già nel titolo, presenta una diffusa metafora barocca. Sfilano fra la culla e la bara, poste ai lati del palcoscenico, il Ricco, il Re, il Contadino, il Mendicante, la Bellezza, la Discrezione e il Bimbo mai nato; ciascuno recita la sua parte e riceve il premio o la punizione (Paradiso, Limbo, Purgatorio, Inferno) dall’autore: è la «ponderaciòn misteriosa» che annulla le vane apparenze del mondo e ne sconvolge le consolidate gerarchie.