Attivissimo fu il teatro cattolico delle scuole dei gesuiti poiché era nei piani di studi della retorica. I testi erano in latino e i loro argomenti religiosi dovevano servire all’edificazione degli spettatori.
Principale drammaturgo di questo filone fu Jakob Bidermann (1578-1639), la cui opera più importante, Cenodoxus (1602), illustra la vicenda di un famoso dottore dell’università di Parigi che vive secondo la legge di Dio, ma solo per essere da tutti ammirato. Dopo la sua morte, in un terrificante processo, Cenodoxus è condannato e il demonio lo trascina all’inferno.
In ambiente protestante la produzione fu egualmente vivace ma meno pedagogica mettendo in scena intrighi politici intrecciati ad intrighi amorosi. La corte è lo sfondo obbligato degli avvenimenti: essa è il regno del male assoluto. La corte è anche l’eterno, naturale fondale dell’agire storico che, completamente secolarizzato, appare nella luce di un cinico machiavellismo. Protagonista del dramma è il monarca che diviene emblema dei difetti della creazione.
Principali esponenti di tale filone furono Andreas Gryphius (1616-1664) e Daniel Caspar von Lohenstein (1635-1683). Di Gryphius si ricorda il dramma fantasmagorico Gardenia e Ceiride ovvero gli innamorati infelici (1657). L’opera, il cui intento è quello di mostrare le funeste conseguenze di passioni sensuali smodate, è basata su un complesso intreccio e in azioni delittuose secondo un gusto macabro che doveva essere apprezzato dai romantici.
Leo Armenius (1647) è una tragedia politica ispirata al principio del più compiuto machiavellismo.
Anche in Lohenstein, già collocabile nel clima storico della restaurazione asburgica, il tema politico è preminente, mentre gli è peculiare l’interesse per le figure femminili, come testimoniano i titoli dei suoi drammi principali: Cleopatra (1661), Agrippina (1665), Sofonisba (1666).
In queste opere vengono spinte all’estremo le caratteristiche negative del manierismo barocco; si veda l’interesse patologico per la sensualità e la crudeltà o il gusto dell’ampollosità e delle metafore più innaturali.