Il poeta inglese John Gay scrive The Beggar’sOpera come puntello per screditare la corruzione della società aristocratica e borghese del tempo. Agli stessi temi di contestazione e rottura si dedicarono, in quegli stessi anni, letterati come Pope e Swift, amici di Gay, e - in ambito pittorico - William Hogarth, illustratore fra l’altro di alcune scene della commedia. Già da una decina d’anni, dopo la lettura del poema in versi Trivia or The Art of Walking the Streets of London, composto da Gay nel 1716, Swift aveva suggerito all’autore di scrivere un’opera ambientata nel Newgate, famigerata prigione londinese, che avesse come protagonisti furfanti, mendicanti e prostitute; la satira avrebbe dovuto colpire la consuetudine di enfatizzare le imprese dei fuorilegge e la facilità con cui si infliggevano le impiccagioni.
Fatti di cronaca dell’epoca fornirono lo spunto per la caratterizzazione di alcuni personaggi: un certo Jonathan Wild, impostore e noto ricettatore, venne probabilmente assunto come modello per Peachum, uno dei protagonisti della commedia, mentre Macheath e gli uomini della sua banda sono facilmente riconoscibili nel famoso bandito ‘Blueskin’ o nel rapinatore Jack Sheppard, evaso più volte da Newgate e impiccato alcuni anni prima. Persino uomini politici, influenti ma non proprio incorrotti, entrarono nel mirino di Gay, con accenni non troppo velati alla loro inclinazione a speculare ai danni del popolo.
In questo mondo crudamente descritto, popolato di banditi, fuorilegge, «donne della città», entra anche la vicenda biografica dell’autore, impersonato da un mendicante che appare nell'introduzione: dopo aver ricoperto cariche di prestigio in ambienti di corte, a Gay era stato infatti assegnato l’umiliante ruolo di Usciere ufficiale della figlia di due anni del re.
Strutturalmente organizzata come una commedia inframmezzata da testi cantati e adattati su melodie preesistenti, per lo più canti tradizionali, la Beggar’s Opera mira a difendere la cultura inglese contro il predominio del gusto italiano, rappresentato dalla coeva opera in musica. In particolare, Gay ironizza sugli aspetti più deteriori della moda teatrale italiana: l’inverosimiglianza dei soggetti, la pomposità della messinscena, il protagonismo dei cantanti e, non ultima, l’incomprensibilità della lingua.
Il dialogo tra il mendicante e il capocomico, che precede l’ouverture composta da Pepusch, è ricco di sottili allusioni in tal senso: nell’illustrare il suo lavoro, il mendicante dichiara di non aver tralasciato nessuno di quegli ingredienti che fanno dell’opera in musica un genere gradito al pubblico, inclusa una ‘Scena di prigione’, un espediente abbastanza comune nei libretti di belcanto dell’epoca, che indulge in un manierato gusto per il patetico; l’autore, inoltre, si scusa con gli spettatori per aver reso la sua opera troppo ‘naturale’ per la mancanza di recitativi, ma si dichiara al tempo stesso soddisfatto nell’essere riuscito a equilibrare le parti delle due protagoniste femminili senza arrecare offesa all’una o all’altra, chiara allusione alle rivalità tra cantanti per la conquista del ruolo di ‘prima donna’.
La trama
L’azione si svolge nei sobborghi più malfamati di Londra. Il ricettatore Peachum apprende che la figlia Polly ha sposato segretamente il giovane bandito Macheath, suo temibile avversario, idolatrato da tutte le donne della città; nel timore che il genero possa intromettersi nei suoi loschi affari, lo fa arrestare. Macheath riesce a fuggire dal carcere con la complicità di Lucy, sua ex amante e figlia del capocarceriere di Newgate. Tradito da delle prostitute che Peachum ha pagato, Macheath viene rimesso in prigione e sta per essere giustiziato, tra il pianto delle sue numerose donne, quando sopraggiunge il mendicante che, su consiglio del capocomico, lo dichiara libero perché «una commedia ha l'obbligo di un lieto fine». Il mendicante accetta le obiezioni del capocomico, dichiarando che in questo genere di dramma non c’è mai nulla di troppo assurdo e che un finale diverso avrebbe dimostrato una morale troppo giusta, e cioè che poveri e ricchi sono tutti viziosi, ma che sono sempre i poveri a pagare.
Le melodie utilizzate da Gay, probabilmente adattate e orchestrate da Pepusch, vennero tratte in gran parte da antologie di canti popolari e di brani famosi pubblicate tra il 1700 e il 1720, come The Treasury of Musick , The Banquet of Musick , The English Dancing Master or Plaine and Easie Rules for Dancing of Country Dances di John Playford (1650). Delle sessantanove melodie, ventotto sono ascrivibili al genere della ballata inglese; ventitre sono canti popolari irlandesi, scozzesi e francesi; le restanti melodie sono tratte dal repertorio originale di vari autori, tra cui Purcell, Händel, Bononcini, Frescobaldi, Geminiani e lo stesso Pepusch. Naturalmente anche il confronto tra i testi originari - sicuramente noti al pubblico di allora - e quelli sostitutivi va letto in chiave satirica, sottintendendo un doppio senso; le melodie, inoltre, coprono oltre un secolo e appartengono ai generi più disparati, dal canto d’osteria alla musica operistica di Hendel, dalle danze popolari a Purcell, spaziando attraverso un repertorio che all'epoca doveva essere di pubblico dominio per tutte la classi sociali. L’opera, messa in scena per interessamento dell’impresario John Rich da un cast del tutto sconosciuto, ebbe un tale successo da replicare più di sessanta volte consecutivamente.
A Londra rimase in cartellone per oltre un ventennio; diverse rappresentazioni e rielaborazioni vennero allestite in varie città europee e, nella seconda metà del secolo, in numerose città americane. Nel corso degli anni anche la partitura originaria subì modifiche e arricchimenti nella strumentazione, fino alla versione completamente nuova di Brecht e Weill, Die Dreigroschenoper (1928); nel 1954 apparve la versione cinematografica con Laurence Olivier nella parte di Macheath. Nel 1728 Gay - sempre in collaborazione con Pepusch - scrisse Polly , continuazione meno fortunata della Beggar’s Opera , rappresentata per la prima volta soltanto nel 1777 all’Haymarket Theatre di Londra.