L'uccisione di Giuseppe Carafa
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in mirabilia
Il 10 luglio 1647 veniva ucciso a Napoli don Giuseppe Carafa, fratello del duca di Maddaloni Diomede. La sua uccisione avvenne durante la rivolta napoletana antispagnola e aristocratica guidata da La rivolta di Masaniello.
Nell’estate del 1647 a Napoli scoppiò una rivolta popolare a causa delle vessazioni che il popolo subiva dai potenti e guidata da Masaniello che con gran consenso popolare riuscì nella rivolta ad ottenere concessioni dai potenti.
L’episodio fu sconcertante per l’epoca: un esponente dell’aristocrazia veniva ucciso, squartato e portata in piazza; la testa su una picca e il piede mozzato ed anch’esso esposto al publico ludibrio. Della scena abbiamo testimonianza visiva grazie al quadro di Micco Spadaro, pittore barocco napoletano.
La violenza di quel periodo fu smisurata da entrambe le parti, aristocrazia e popolo, lottavano senza esclusione di colpi. Carafa era un violento pluriomicida già esiliato dal vicerè per insubordinazione ma richiamato per trattare con Masaniello ma le cose andarono diversamente Beppe Carafa ordì un attentato per uccidere Masaniello e fare una strage di popolo preparando quintali di polvere da sparo per far saltare in aria la piazza del mercato quasi fosse la Guy Fawkes e la "Congiura delle Polveri".
Il piano però fallì: Masaniello preso a schioppettate non ebbe un graffio e l’attentato sfumò, il popolo però inferocito oltre ogni dire si avvento sul Carafa per una fine cruenta.