Mummie farmacologiche
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in mirabilia
Fin dall'antichità il corpo umano fu ritenuto fonte di rimedi farmacologici, Plinio nel XXVII libro della Storia Naturale descrive il corpo umano produttore di sostanze medicamentose, come la saliva, i capelli e il sangue dotato di poteri addirittura soprannaturali. Anche dal corpo si traevano medicine, dai corpi morti ed anche dalle mummie le cui potenzialità erano arricchite dai balsami per la mummificazione.
Dall'Egitto alle farmacie
La fama dei poteri delle mummie nel cinquecento e nel seicento era così radicata che non mancavano nelle migliori farmacie, procurate con gran profitto dei commercianti che guadagnavano in vari modi sulle mummie, comprandole o producendole.
Numerose sono le descrizioni dei viaggiatori nei paesi mediterraneri, in particolare in Egitto, tra questi il viaggiatore Italiano Pietro della Valle che ne compra da tombaroli affermati in questo mestiere. Ecco come la descrive: 'Si vedeva esser l'huomo disteso e nudo; ma fasciato strettamente e avvolto in gran quantità di panni lini, imbalsamati con quel bitume incorporato poi con la carne, che fra di noi, si chiama mumia e si da per medicina'.
Il commercio era tale da esser redditizio anche per il fisco tanto da esser costantemente presente nella Tarif General francese.
C'è mummia e mummia
Il dibattito sull'uso farmaceutico della mummia fu vasto ne parlano Bodin, Paracelso ed eminenti studiosi italiani inglesi e francesi come Lefevre, membro del Jardin des Plantes e della Royal Society.
Lefevre distingue le mummie in 4 tipi, la meno utile è quella fatta usando il pissasfalto, bitume che in medio oriente si trova in pozze naturali mentre le mummie più ambite erano quelle più antiche e rare le cui bende erano state impregnate di mirra, aloe, incensi e spezie pregiate. Oltre a queste indica anche i corpi di morti seccati sotto le sabbie del deserto e infine da indicazioni per crearsene utilizzando morti recenti messi a seccare con spezie e spirito di vino o affumicati al fuoco.
I principi attivi delle mummie
In molti credevano nei poteri farmacologici delle mummie che nella logica degli antichi risiedevano nella cultura medico chimica dell'epoca che utilizzava il corpo umano in varie forme dopo una lavorazione alchemica.
In molti insistono sul potere dei morti da causa violenta, definito mumia patibuli, spesso criminali giustiziati credendo nei biaiothanatoi, morti di morte violenta, e nella possibilità di tornare dalla morte per cause che affondano nella religione e credenza dei demoni.
Un interessante dibattito sull'efficacia delle mummie si deve ai sostenitori della medicina umorale di stampo galenico. All'inizio del XVII secolo Rudolf Gockel era un fervente sostenitore della philosphia astralis, sideralis e dell'anima mundi che credeva che la natura e l'universo fossero pervasi da uno spirito che vincola le cose tra loro e che occulte forze fossero in grado di influenzare gli eventi, tra queste le azioni stellari e i campi magnetici. Questi argomenti di natura magica ponevano questi medici in pericolo di stregoneria tanto più che usavano amuleti e talismani.
Fine di una macabra medicina
Con la fine del seicento e l'inizio del settecento le vecchie concezioni mediche si modificano velocemente e l'inizio della scienza pone fine a questo uso macabro dei corpi. Non solo la scienza nascente però agì contro questo uso ma anche la religione la morale deprecando che ci si recasse in Egitto per mangiare i morti!
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