"Non omnes arbusta iuvant humilesque myricae". (Virgilio, Egloga IV)
Il giardino paesaggistico, comunemente detto all'inglese, nacque in Gran Bretagna, in polemica aperta nei confronti dell'assolutismo francese; un paese, la Gran Bretagna, che aveva dato vita al primo stato parlamentare dell'Europa moderna.
Contro il rigido autoritarismo imposto dalla Francia del Re Sole ai sudditi come alla natura, si scagliarono i teorici del giardino informale: Addison, Shaftesbury e Pope, che rivendicarono anche per la vegetazione, la terra e le acque dei giardini quella libertà che era ormai garantita sul piano giuridico ad ogni cittadino britannico.
Si era stanchi della rigidità lineare imposta alla natura dall'autocrate Luigi XIV, dei tappeti erbosi tracciati con la squadra da Le Notre, di quelle aiuole che sembravano tagliate con il rasoio.
Questo nuovo gusto, magistralmente interpretato da Jean Jacques Rousseau nella Nouvelle Héloise, proponeva un "giardino dell'innocenza": l'uomo dovrebbe rendere omaggio alla natura e adattarsi ad essa, senza mai tentare di imporle presuntuoso il proprio volere, conservare l'innocenza, la sacra illibatezza e semplicità dello stato primitivo.
Ben diverso però fu il modo in cui la nobiltà cicisbea si appropriò del nuovo gusto, assumendo gli aspetti più superficiali del giardino all'inglese. Marchesi e duchi trovarono un'ennesima droga: il gioco dell'ingenuità, la perversione dell'innocenza, la maschera della naturalezza. Nacque dunque nell'ambiente aristocratico il cosidetto giardino anglo-cinese di impronta marcatamente rococò. Ma in questo giardino anglo-cinese non si voleva rappresentare soltanto la natura, ma la natura intera nello scorcio di un microcosmo di pochi chilometri quadrati. Tutto si vuole riunire su quel pezzetto di terra: piante francesi, indiane, africane, tulipani d'Olanda, magnolie del Sud, un laghetto ed un ruscello, un monte e una grotta, una rovina romantica e casette campestri, templi ellenici e pagode cinesi, mulini a vento di Fianfra, il Nord e il Sud, l'Oriente e l'Occidente, le cose più naturali e le più singolari, tutto artificioso e per tutto autentico.(Stefan Zweig)
Esempi di questa nuova tendenza si hanno nel famoso Parc Monceau, il giardino di Chanteloup ad Amboise, con la sua celebre pagoda, e gli Hameau Chantilly e La reggia di Versailles.
In Italia uno dei primi esempi di giardino all'inglese, è quello della Reggia di Caserta, nato grazie all'iniziativa di Sir William Hamilton che riuscì a convincere la capricciosa regina Maria Carolina a seguire l'esempio della sorella (Maria Antonietta) al Petit Trianon. Ma pare che l'idea di un angolo all'inglese fu caldeggiata da Maria Teresa addirittura nel 1777, per il parco della residenza reale di Monza.
Aspetti del giardino all'inglese
Il giardino all'inglese, oggi sinonimo di giardino paesaggistico, apparentemente naturale e indipendente dalla casa, fu da principio solo l'estensione dell'affermarsi della natura sull'arte e per molto tempo si limitò ad una maggiore valorizzazione estetica del paesaggio, senza abolire del tutto gli schemi precedenti cui riservava una funzione limitata agli ornamenti.
Nella sua forma definitiva, il giardino all'inglese, richiede una progettazione completa e contemporanea di tutta l'opera da eseguire, contrariamente alle forme precedenti che potevano essere ampliate ed abbellite a piacere anche dopo l'inizio dell'impianto.
Reggia di Caserta - il giardino all'inglese
La natura viene rispettata, nel senso che si cerca di adoperare elementi preesistenti, come alberi ad alto fusto o tratti di bosco, ma non le viene certo lasciata mano libera per quanto riguarda gli effetti più che altro pittorici che si intende ottenere.
I terreni pianeggianti sono, per quanto possibile, evitati, dato che ondulazioni anche moderate formano sempre scenari su cui l'occhio riposa, pregustando la parte non visibile o solo intravista.
L'acqua viene usata in modo irregolare e costituisce quasi sempre l'elemento più romantico, insieme ai vari ornamenti che assumono spesso un aspetto rustico, come rocce o grotte e, dove possibile, ruderi e rovine, originali o talvolta artefatti.
Il sottobosco, possibilmente fiorito, assume una grande importanza e gli viene dedicata maggior cura affinchè esso appaia, se pur ordinatamente, naturale.