Quando si pensa ai giardini alla francese, la mente corre immediatamente a Versailles, il più grande parco del mondo, quello in cui probabilmente è passata più storia che in ogni altro, tra i suoi parterres fioriti, i suoi boschetti, le sue fontane e le numerose costruzioni aggiunte attraverso i decenni da capricci ed ambizioni di re e regine. Boschi, paludi e terreno attorno al villaggio di Versailles, appartenevano già a Luigi XIII che amava recarvisi a caccia, ma il parco fu iniziato solo nel 1660 per desiderio di Luigi XIV.
Versailles
La progettazione e l'esecuzione della grandiosa opera furono affidate ad André Le Notre, il più celebre architetto di giardini che sia mai esistito. Egli aveva già dato alla Francia il suo capolavoro col giardino del castello di Vaux-Le-Vicomte, appartenente a Fouquet, ministro delle finanze del re: sembra, anzi, che proprio perchè rimase umiliato dallo splendore di tale opera, Luigi XIV decidesse di fare di Versailles qualcosa di unico al mondo e di far arrestare per peculato Fouquet, che morì in prigione.
I lavori furono lunghi e difficili, per quanto lo spiegamento dei mezzi adoperati fosse imponente: quella che oggi ci appare come una prospettiva digradante, con la grande terrazza sopraelevata di fronte alla villa, fu una collina creata appositamente; un fiume fu deviato per permettere la costruzione di canali, il più grande dei quali richiese la livellazione di un'altura; col passare del tempo tutto continò ad essere ampliato, abbellito, talvolta modificato radicalmente, e tuttavia il risultato finale appare ugualmente una splendida opera di insieme.
Dalla terrazza della reggia parte un viale con tappeto erboso lungo 400 metri, preceduto da rampe, emicicli, fontane e terminante nel bacino di Apollo, oltre il quale si stende il Grande Canale che porta a circa tre km l'intero asse centrale. Ai lati, boschetti, giardini vari, il teatro d'acqua, la colonnata rotonda, fontane e gruppi di statue di pregevole valore artistico sono ornati ed inframezzati da centinaia di opere d'arte varie, dai vasi e dalle urne sino ai bacini con un insieme di 1400 zampilli d'acqua.
Col tempo vennero aggiunti i due edifici del Grand e Petit Trianon, quest'ultimo molto caro a Maria Antonietta che ne modificò completamente il giardino secondo lo stile dell'epoca.
Sopravvissuto alla Rivoluzione e all'epoca napoleonica, Versailles fu trasformato, al tempo di Luigi Filippo, in proprietà nazionale, con museo nella reggia.
Vaux-Le-Vicomte
Il citato Vaux le Vicomte che, come si è detto, costituisce il primo capolavoro di André-Le-Notre, forma nello stesso tempo il modello più classico di giardino rinascimentale francese ed è formato essenzialmente da un'enorme distesa digradante dal fronte del castello, suddivisa in due grandissimi parterres, con aiuole fiorite e sagomate a ricamo (le cosiddette "broderies") ed ornati di statue e bacini d'acqua, il più grande di questi, a livello più basso, è immediatamente precedente al corso trasversale del fiume Anqueil, canalizzato per un chilometro ed allargato nel punto centrale di incrocio con l'asse del giardino, nel quale resta incassato da una parete con grotte e cascate. Boschi ed alberi d'alto fusto fanno da cornice a tanta magnificenza e sono disseminati ed ornati da opere di scultura e giardini a sorpresa con fontane ed aiuole.
Tra gli altri celebri giardini creati da Le-Notre si ricordano Marly, costruito sempre su desiderio di Luigi XIV tra Versailles e Saint-Germain; Saint-Cloud, che offre uno splendido panorama su Parigi, e soprattutto Chantilly, una delle opere più celebri del grande architetto, costruito dove già esisteva il castello dei principi Condé e purtroppo molto rimaneggiato nel corso dei secoli.