Cosa sono i Sacri Monti?
La nascita dei Sacri Monti è legata ai luoghi Santi del Nuovo Testamento, meta di pellegrinaggi sin dall'alto medioevo. La caduta di Costantinopoli del 1453 e il prevalere della potenza turca in Oriente scoraggiarono i viaggi in Terra Santa, sempre più costosi e pericolosi, e fecero nascere l'esigenza di introdurre alcune pratiche sostitutive: tra queste spicca la cosìdetta topomimetica ovvero un'imitazione quanto più possibile fedele dei luoghi della vita di Gesù su suolo italico. Il primo luogo in cui fu compiuto questo "esperimento" fu a Varallo Sesia, dove nel 1491 fu creato il primo"Sacro Monte" o "Nuova Gerusalemme". Il complesso, detto "gerosolimitano" per la sua rispondenza topografica al modello reale, diede vita ad un pellegrinaggio ideale in Terra Santa non costoso o rischioso, affrontabile da tutti e ripetibile.
I Sacri Monti e la Controriforma
La Controriforma rivalutò e diede grande impulso alla pratica dei Sacri Monti, che ben esemplificavano il valore didascalico e di indottrinamento dell'arte elaborato durante i lavori del Concilio di Trento.
San Carlo Borromeo in particolare vi dedicò grande attenzione promuovendone la diffusione nella sua diocesi e in tutto l'arco prealpino tra Lombardia e Piemonte. Fu anche un ottimo testimonial per pubblicizzare l'operazione tra potenti signori come Vincenzo I Gonzaga o i Savoia, che finanziarono la realizzazione di alcuni di essi.
Con l'esaurirsi della spinta controriformista e con un lento migliramento delle possibilità di mobilità e di sicurezza negli spostamenti venne meno la diffusione dei Sacri Monti e la devozione verso di essi: nel XVIII secolo vennero privilegiate location sempre meno attinenti allo scopo di riprodurre la Terra Santa ma gradevoli e panoramiche e i Sacri Monti divennero luoghi di mero valore estetico dove trascorrere una piacevole giornata "fuoriporta".
Com'è fatto un Sacro Monte?
Il nome suggerisce già in sè un luogo elevato: la collina è infatti il luogo di elezione per l'edificazione di tutti gli edifici di culto secondo Carlo Borromeo, per motivi di sicurezza ma anche e soprattutto perchè è visibile da lontano, si distingue da tutte le altre architetture urbane ed è più prossimo al cielo. Il percorso che il pellegrino è chiamato a compiere è quindi un percorso ascensionale in senso simbolico ma anche pratico. Le "stazioni" del percorso possono essere costituite da cappelle, come nella maggiornaza dei casi, o da allestimenti " a cielo aperto", come nei Sacri Monti più antichi, in cui si privilegiava il contatto con elementi naturali che ricordassero gli eventi della vita di Gesù (un lago che potesse sembrare quello di Tiberiade, una pianura brulla che rappresentasse il deserto, etc.).
All'interno delle cappelle sono presenti delle vere e proprie drammatizzazioni di luoghi ed episodi della vita di Cristo, attingendo a tutte le tecniche artistiche conosciute tra XVI e XVII secolo: pittura, soluzioni quadratuistiche, scultura, impiego di materiali deperibili (stoffe, cibo, etc), strutture effimere e persino, in alcuni casi, vere e proprie macchine teatrali per gli "effetti speciali". Tutto contribuisce a creare effetti scenici di grande impatto, pur privilegiando i materiali poveri che le congregazioni committenti potevano permettersi. Nelle cappelle dei Sacri Monti infatti la statuaria e la decorazione è quasi tutta in gesso o legno, non c'è quasi mai marmo, e anche gli artisti che vi lavorano sono maestranze locali spesso modeste. Nonostante tutto questi "presepi" a grandezza naturale che ricreano a 360° con impressionante plasticità tutta la vita di Cristo sperimentano soluzioni inedite: nugoli di angeli sospesi al centro della volta, personaggi aggettanti dalle pareti per metà dipinti e per metà scolpiti, fontane dipinte o scolpite da cui zampilla acqua, statue con meccanismi semoventi, abbigliate di ricche stoffe e grandi gorgiere, persino parlanti tramite appositi congegni nascosti.
E' un vero e proprio teatro della fede in cui il pellegrino si trova a rivivere, coinvolto in prima persona, le vicende di Cristo, sollecitato da effetti scenici davvero strabilianti per l'epoca e spesso affiancato da qualche membro di famiglie insigni come quella Gonzaga che, anche se solo scolpito, vive assieme a lui l'esperienza di penitenza e purificazione. Sedere accanto seppur solo all'effige di un aristocratico di certo contribuiva a creare l'illusione, molto cara alla Controriforma, che tutti i ceti sociali fossero ugualmente assoggettati al potere ideologico e secolare della Chiesa.
I Sacri Monti superstiti in Italia
Sacro monte di Varallo Sesia
E' il più antico dei Sacri Monti , eretto a partire dal 1491 da Bernardino Caimi, frate minore già Custode in Terra Santa. Caratterizzato da una complessa progettualità urbanistica imitativa dei luoghi santi di Palestina, ha subito forti rimaneggiamenti alla fine del '500, per meglio adattarsi nell'iconografia ai dettami controriformisti e per poter rappresentare un modello di riferimento per tutti gli altri sacri Monti.
Sacro Monte di Orta detto anche "Gran Teatro francescano"
Venne edificato alla fine del '500 sul progetto del frate cappuccino Cleto da Castelletto Ticino. Il percorso ha l'ambientazione lacustre del Lago d'Orta e l'acqua è il filo conduttore degli eventi rappresentati, riferiti alla vita di San Francesco proposto come imitatore di Cristo. L'essere dedicato ad un santo come Francesco, più vicino alla sensibilità popolare e più soggetto ad essere preso come sempio raggiungibile, risponde pienamente ai dettami conciliari di indottrinamento attraverso l'arte e lo differenzia completamente da tutti gli altri Monti Santi.
Sacro Monte di Crea
Nato dall'idea del priore Massino, i lavori ebbero inizio nel 1589 e il suo finanziamento vide un concorso di numerose famiglie notabili della zona, compresa quella del Duca Vincenzo I Gonzaga che all'epoca regnava su Casale Monferrato. Il progetto originario constava di 18 cappelle ma già agli inizi del '600 avevano raggiunto il numero record di 40 che narravano vicende della vita della Vergine. Fu saccheggiato dai francesi e dai savoiardi per rappresaglia contro i monferrini nel 1657, occasione in cui andarono persi o danneggiati molti degli apparati effimeri, delle stoffe, dei gioielli e degli arredi che arricchivano le strabilianti scenografie delle cappelle.
Sacro Monte di Varese
Posizionato su un luogo di culto medioevale, venne edificato a partire dal 1604 dal padre Giovanni Aguggiari. Il percorso devozionale rappresenta i misteri del Rosario che, con la riforma del culto mariano promossa dal Concilio di Trento e la vittoria cattolica di Lepanto nel 1571 erano divenuti fonte di ispirazione della devozionalità in tutta Europa.
Sacro Monte di Oropa
Venne edificato a partire dal 1617 in aggiunta al santuario mariano preesistente. Fu finanziato dai Savoia, che all'inizio del XVII secolo promossero grandi interventi di trasformazione ed ampliamento del monumentale complesso dedicato alla Madonna Nera.
Sacro Monte di Ossuccio
Posto sul lato occidentale del Lago di Como, ha un notevole valore paesistico. Le cappelle rappresentanti i Misteri del Rosario furono realizzate tra il 1635 e il 1710 lungo il percorso acensionale che conduce al santuario della Beata Vergine del Soccorso. Le cappelle si innestano su pareti rocciose e altri elementi naturali al punto da essere assolutamente inscindibili dal paesaggio.
Sacro Monte della SS. Trinità di Ghiffa
Prima della costruzione sorgeva un piccolo oratorio dedicato al Mistero della Trinità eretto in una posizione molto panoramica sulla riva piemontese del lago Maggiore. Nel 1647 venne edificata la cappella dell'Incoronata mentre si deve far risalire ai primi del '700 l'origine della Via Crucis disposta sotto un porticato adiacente al Santuario.
Sacro Monte Calvario di Domodossola
Fu costruito nel 1657 da Gioacchino da Cassano e da Andrea da Rho, frati cappuccini, secondo un progetto originale e unico che unisce il centro abitato di Domodossola con la cima del monte Mattarella. Il Santuario fu consacrato nel 1690 mentre il Monte Calvario subì numerosi rimaneggiamenti sino all' inizio del '900.
Sacro Monte di Belmonte
La costruzione si deve a Michelangelo da Montiglio, frate minore osservante, e si protrasse dal 1712 con varie interruzioni sino al 1825. Dedicato alle stazioni della Via Crucis, il percorso devozionale si sviluppa secondo distanze preordinate e particolari decorativi che si ripetono nelle varie cappelle. Appare quindi stilisticamente più omogeneo o organico rispetto a quelli più antichi, ma manca della varietà plastica e delle soluzioni sceniche talvolta sorprendenti tipiche di quelli realizzati tra il XVI e il XVII secolo.