Villa Manin a Passariano, dimora dell'ultimo doge di Venezia, si presenta ai nostri occhi come una reggia. Una stupefacente dimora, fatta edificare nel Seicento da Ludovico I Manin per celebrare la potenza e la ricchezza della sua casata, il più importante esempio di villa veneta della Regione.
Il complesso, ampliato e rimaneggiato nel Settecento su progetto dell'architetto Domenico Rossi, è costituito dall'elegante palazzo centrale di forme palladiane, incorniciato da due corpi laterali che delimitano la corte d'onore.
Completa la superba prospettiva l'imponente emiciclo, abbellito da statue e formato dalle due barchesse che un tempo ospitavano le cantine, i granai e i locali della servitù.
Nella barchessa di levante, dove si trovavano le scuderie, oggi si può visitare il Museo delle Carrozze. Ed è un piacere attraversare le sale di rappresentanza per ritrovarsi nell'attuale atrio, la sala più riccamente affrescata: fu Louis Dorigny (1654-1742), tra i pittori più richiesti dell'epoca, a dipingervi il Trionfo della Primavera, nel tondo centrale, e i racconti mitologici realizzati a monocromo sulle pareti.
Stucchi e lampadari in vetro di Murano ci accolgono nel salone delle feste, mentre fastosi decori barocchi emozionano nella splendida Cappella voluta da Antonio Manin nel Settecento.
Toccò invece ad un altro Ludovico Manin, l'ultimo doge della Serenissima, vedere trasformata la sfarzosa corte friulana della sua casata in quartier generale di Napoleone Bonaparte, che proprio qui vi svolse le trattative terminate con il trattato di Campoformio.
La visita alla Villa non può dirsi completa senza una passeggiata nell'immenso parco secolare che la circonda: camminando senza fretta lungo il viale delle Mimose o il viale delle Magnolie, disseminati di sculture, fermandosi ad ammirare l'imponente pegaso e il Tempietto belvedere, per assaporare fino in fondo il fascino di un luogo che Carlo Goldoni definì un soggiorno degno di un re.