Le regole del caos di Alan Rickman
Scritto da Elena Romanello. Pubblicato in mondo barocco
Non sappiamo se è dovuto o meno all’anniversario della sua morte, il trecentesimo, ma il Re Sole è tornato al cinema, nel film britannico Le regole del caos (A little chaos), diretto e interpretato da Alan Rickman, con Kate Winslet, Matthias Schoenaerts, Stanley Tucci, Jennifer Ehle, Helen McCrory, basato su una sceneggiatura di Alison Deegan che ha subito conquistato Rickman che per se stesso ha ritagliato il ruolo di Luigi XIV.
In costume e britannico
Negli ulltimi anni il Regno Unito ha dimostrato un grande interesse che non è mai sceso per film e sceneggiati in costume, di solito incentrati sull’adattamento di loro classici o su episodi della loro Storia. Stavolta invece si parla della corte di Francia, imparentata nel Seicento con quella inglese, visto che i rispettivi sovrani erano cugini. Scenografie e costumi sono molto accurati, anche se non sempre fedeli a quelli dell’epoca, senza comunque essere leziosi, gli esterni sono in castelli britannici e non francesi, Hampton Court a Blenheim, la residenza della famiglia di Winston Churchill. Versailles compare alla fine del film, in grafica computerizzata, tra passato e presente.
Il boschetto delle Rocailles e il parco di Versailles
Il film mescola realtà e fantasia, ma la lavorazione del parco di Versailles fu difficoltosa e lunga come viene raccontata nel film. Il boschetto delle Rocailles esiste veramente, ed è ancora oggi uno dei più belli e suggestivi delle Reggia.
André Le Notre
André Le Notre è realmente esistito, aveva iniziato la sua carriera progettando il parco del castello di Vaux Le Vicomte. Nel suo curriculum figurano, oltre a Versailles, Chantilly, Palazzo Reale a Torino e Racconigi. Le vicende private sono romanzate, e in ogni caso il bravo Matthias Schoenaerts è troppo giovane rispetto al vero Le Notre, classe 1613, molto più anziano di Luigi XIV nella realtà storica.
Un’eroina moderna
Kate Winslet interpreta Sabine de Barra, giardiniera borghese che arriva a corte con le sue idee rivoluzionarie sul parco, una donna moderna, in anticipo sui suoi tempi, semplice nei modi e nell’abbigliamento, con una pena segreta e enorme nel cuore, quella legata alla tragica morte del marito e della figlioletta. Un personaggio interessante, un nuovo modo di concepire la protagonista in un film in comune, non una cortigiana che vive avventure ai confini con la realtà, ma una donna che lavora, molto umana da essere vicina all’oggi.
Alcuni errori storici
Si è già detto di Le Notre molto più giovane di quello reale, mentre il Luigi XIV di Alan Rickman, all’epoca dei fatti narrati nel film sui 45 anni, è decisamente più anziano, visto che l’attore e regista è nato nel 1946. Tra l’altro, non c’era nei momenti ufficiali come il lever del re tutta l’informalità vista nel film, presente invece in altre corti, come quella inglese e austriaca. Anche Stanley Tucci (il duca d’Orléans) e Jennifer Ehle (Madame de Montespan) hanno un’età diversa rispetto ai loro corrispettivi storici.
Ieri per parlare di oggi
Tutta la regia di Alan Rickman coniuga la ricostruzione di un’epoca lontana e affascinante e la metafora del presente: il re, i cortigiani, Le Notre, Sabine sono personaggi che parlano di problemi sempre attuali e presenti. Le famiglie disgregate, l’elaborazione del lutto, il ricostruirsi una vita, i sentimenti, l’invidia, l’apparire e l’essere, la ricerca del successo, il riempire la propria esistenza. Argomenti sempre validi, e in particolare sono riuscite alcune scene, quella iniziale, in cui il re abbraccia il suo bambino che viene a svegliarlo, quella in cui Sabine consola Luigi XIV per la perdita di una moglie che amava nonostante gli fosse stata imposta, l’incontro tra Sabine e il fratello del re, omosessuale ma anche marito felice della Palatina e soprattutto il confronto tra le donne di corte sui rispettivi lutti.
Perché vederlo
Perché era da un po’ che non si andava al cinema alla corte di Francia, perché il cast è comunque indovinato, malgrado le età non coincidenti, perché le ambientazioni inglesi non fanno rimpiangere quelle reali, perché è un film in costume con un’anima e che racconta una storia di sempre, in cui ciascuno può trovare qualcosa di sé, anche se non è il Re Sole o una giardiniera in cerca di considerazione.
sito ufficiale: Le regole del caos