Jacques Gaffarel
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in occultismo e messe nere
Jacques Gaffarel (1601-1681) fu docente di teologia all’Università di Valence. Ebraista, in quanto « la lingua ebraica fu quella che Adamo stesso parlava », Gaffarel definì la Cabala come « la spiegazione mistica delle Scritture, delucidazione e interpretazione che fu trasmessa prima e dopo l’avvento del Cristo ». Ritenne che la Cabala confermasse e rafforzasse il cristianesimo, ben lungi dal confondere i fedeli.
Per mezzo della Cabala, Jacques Gaffarel divenne il personaggio di maggiore spicco del cristianesimo esoterico e gli occultisti moderni riconobbero in lui uno dei loro precursori.
Il suo libro Curiosités inoules (1629) studia e analizza gli alfabeti celesti e terrestri e rivela come interpretare i messaggi cifrati o scritture, della Natura.
Gaffarel elaborò la sua teoria partendo da una teoria dei «talismani naturali»: egli credeva nel potere dei talismani e intendeva dimostrare che, a patto di non pronunciare parole magiche sui talismani stessi, questi non rientravano affatto nella sfera dell’idolatria. Oltre ai talismani creati dall’uomo ne esistono altri, offerti dalla Natura, che consistono in pietre, piante e animali. I più efficaci sono le pietre chiamate gamahé che contengono un’immagine precisa, una rosa, una stella, una cometa, una testa umana, un animale o semplicemente lettere dell’alfabeto: è un talismano naturale che esplica un effetto benefico se utilizzato, in base alla figura che rappresenta, per curare una malattia. Gaffarel ci indica quindi come decifrare le scritture minerali e vegetali tracciate e create dalla natura.
Passando poi alle scritture dell’aria dice: «ogni lettura che può essere riconosciuta e interpretata nell’aria », cioè come leggere le nuvole, la pioggia, i lampi, il volo degli uccelli.
Si possono infine trarre preziose conoscenze praticando la «lettura delle stelle »: Gaffarel afferma che «Sant’Antonio leggeva perfettamente questa scrittura celeste », e rendeva omaggio ai filosofi che avevano già trattato questo argomento: Pico della Mirandola, Reuchlin, Cornelio Agrippa, Khunrath e, in particola re, Guillaume Postel. Se alcuni teologi ignorano completamente il linguaggio delle stelle, ciò dipende dal fatto che non conoscono le lingue orientali: «Le diverse figure formate dalla composizione delle stelle rappresentano la varietà dei caratteri dell’alfabeto ebraico ed esattamente come le sue lettere hanno un significato preciso sia considerate singolarmente, sia raggruppate, analogamente le stelle, isolate o unite in costellazioni, ci indicano misteri da svelare ».
Per interpretare il linguaggio delle stelle sono necessarie altre nozioni oltre l’ebraico: nelle lettere ebraiche celesti si verificano incessanti modificazioni. Quelle che, per esempio, componevano, dieci anni fa, un téth possono formare oggi un mérn.Bisogna considerare con estrema attenzione il rapporto fra le lettere maiuscole e le minuscole.
Bisogna poi distinguere le stelle in base ai quattro punti cardinali, il senso della lettura degli astri è infatti orientato da ovest a est, per determinare gli eventi felici, e da nord a ovest per quelli insidiosi.
Le Curiosités inou di Gaffarei furono oggetto di un intervento censorio da parte della Sorbona, il 1° agosto 1629; egli fu costretto a una ritrattazione pubblica delle sue teorie occulte per non perdere i benefici di cui godeva (era canonico di Digne).
Dopo un viaggio in Italia, ricopri le cariche di protonotario apostolico, consigliere e cappellano del re Luigi XIII, priore di Ganagobie, incaricato da Richelieu di riconciliare calvinisti e cattolici. Gaffarel non abbandonò mai il suo temperamento di umanista audace e innovatore, ma per timore di incorrere nei soprusi dei suoi nemici, lasciò sotto forma di manoscritti o di abbozzi le sue opere di cui Leo Allaci, bibliotecario del Vaticano, rivelò, nel 1633, i titoli straordinari: Seleinomancie ou divination par le moyen de la lune; Conclusions démoniaques d’après l’opinion des Hébreux; Que stion hébrarco-philosophique de savoir si la mer fut salée dès le principe; Somme zoharistique ou index de toutes les matières contenues dans le Zòhar, e molte altre.
Gaffarel pubblicò, nonostante i suoi timori, a Venezia nel 1635, un opuscolo metafisico, Nihil, fere nihil,minus nihilo (Nulla, quasi nulla, meno di nulla) che espone una serie di ventisei tesi sui rapporti fra l’essere e il non-essere. Benché, per la sua posizione ufficiale, non abbia potuto rivelare completamente e liberamente tutte le sue suggestive idee, Gaffarel rimane il rappresentante più significativo e affascinante della Cabala filosofica del XVII secolo.