Il mesmerismo
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in occultismo e messe nere
Franz Anton Mesmer, nato nel 1734 a Iznang, sul lago di Costanza, dopo aver frequentato il seminario dei Gesuiti di Dettingen, nel 1750 studiò teologia all’università di lngolstadt, prima di entrare alla scuola di medicina di Vienna. Nel 1766 sostenne la tesi di laurea presentando il suo De influxu planetarum in corpus humanum che descriveva l’influenza dei pianeti sul corpo umano, in base alle leggi dell’attrazione universale. Mesmer sosteneva che il sole e la luna, in particolare, esercitavano un’azione diretta e continua sul sistema nervoso, attraverso un fluido che si insinuava nella sostanza stessa dei nervi. L’individuo era quindi sottoposto a questa azione alternata di intensione (tensione interna o momento d’intensità) e di remissione, paragonabili ai flussi e riflussi delle maree. Mesmer attribuiva a questo magnetismo planetario il ciclo mestruale femminile e la periodicità di alcune malattie croniche.
La sua tesi suscitò profonde riserve nella commissione d’esame, ma il giovane ottenne comunque la laurea con i complimenti del decano Van Swieten.Poco tempo dopo, Mesmer sposò la ricca vedova di un consigliere imperiale e, disponendo di un’immensa fortuna, si stabilì vicino al Prater e in riva al Danubio, dove offriva sfarzosi ricevimenti. Suonava il clavicembalo e il violoncello, fu amico del giovane Mozart, e disponendo di un teatro di verzura in mezzo al suo parco invitò Haydn e Gluck a tenervi alcuni concerti.
Il magnetismo animale
Curò, nel 1774, la signorina Oesterline, affetta da una «malattia convulsiva », accompagnata da delirio, vomito e sincopi. La curò usando la calamita di cui i medici dell’epoca si valevano per calmare i dolori di denti e di stomaco e di cui un gesuita di Vienna, padre Hell, si serviva per guarire le malattie nervose. Il 28 luglio 1774, applicando tre calamite di forma particolare alle gambe della paziente, Mesmer constatò un netto miglioramento delle sue condizioni; ma notò anche che il miglioramento era determinato più che dalle calamite da una forza, molto più intensa, di cui egli stesso era l’elemento determinante. A questa esperienza risale la sua scoperta del magnetismo animale, superiore al magnetismo minerale, che egli espose nella sua Lettera a un medico straniero del 5 gennaio 1775. I
n sintesi la sua teoria è la seguente: «Si manifestano, soprattutto nel corpo umano, delle proprietà analoghe a quelle della calamita; si possono distinguere dei poli, diversi e opposti come nella calamita, che possono essere messi in comunicazione, cambiati, distrutti o rafforzati; si può anche osservare il fenomeno dell’inclinazione magnetica». Mesmer dovette affrontare l’incredulità generale; chiese invano al barone di Stoerck. presidente della Facoltà di medicina di Vienna, di convocare una commissione di medici per esaminare i suoi studi e i suoi esperimenti; si rivolse all’Accademia di Berlino, che gli rispose che i suoi erano puri vaneggiamenti percorse la Baviera, la Svezia, la Svizzera, alla disperata ricerca di studiosi che si convincessero della validità della sua teoria. Una protetta dell’imperatrice, Mlle Paradis, di diciotto anni, era cieca fin dall’infanzia: «Aveva gli occhi sporgenti, prominenti fuori dalle orbite e caratterizzati da moti convulsivi. Era inoltre vittima di una profonda malinconia, e da ostruzione al fegato e alla milza, che la facevano spesso cadere in accessi di delirio e di furore tali da farla considerare assolutamente folle ». Mesmer, ricorrendo unicamente al suo magnetismo personale, restituì la vista alla giovane, che un oculista aveva dichiarato assolutamente ìncurabile e che Stoerck stesso aveva curato per dieci anni senza ottenere alcun miglioramento.
I medici e gli psicanalisti hanno indubbiamente capito che si trattava di un caso di isteria di conversione. Ma a quell’epoca, in cui si ignorava l’isteria di conversione, le guarigioni ottenute da Mesmer gli suscitarono più ostilità che ammirazione. L’oculista Barth, che operava i casi di cateratta, negò violentemente la validità delle terapie di Mesmer. Il padre di Mile Paradis fu convinto a sottrarla alle sue cure e la fanciulla, non appena ricadde sotto la cappa plumbea dell’ambiente familiare, divenne nuovamente cieca. Poiché tutti i medici di Vienna e dei dintorni si erano alleati contro di lui, Mesmer si trasferì a Parigi nel febbraio del 1778 e presentò ufficialmente la sua teoria all’Accademia delle scienze, dove fu accolta con freddezza; altrettanto avvenne alla regia Società di medicina. Egli tra scorse quattro mesi a Créteil, dove sottopose a terapia alcuni pazienti, proponendo agli studiosi di venire a verificare i risultati che otteneva: ma nessuno si mosse.
Teoria, diagnosi, terapia
La teoria elaborata da Mesmer era semplice e la sua concezione della patogenesi si può sintetizzare in questi termini: « Esiste un’unica malattia e un unico rimedio. La perfetta armonia di tutti i nostri organi e delle loro funzioni costituisce la salute. La malattia non è altro che lo sconvolgimento di questa armonia ». La terapia, basata sul magnetismo e volta a ricostituire l’armonia turbata, tende a scatenare nel malato una crisi acuta: "Non si può guarire una malattia senza che si verifichi una crisi: la crisi corrisponde allo sforzo della natura per combattere la malattia". Per visitare un paziente, Mesmer si poneva di fronte a lui, appoggiava le mani sulle sue spalle, sfiorava le sue braccia nel senso della lunghezza fino alla punta delle dita e teneva per un attimo i due pollici fra le sue dita; ripeteva l’operazione due o tre volte, poi lo magnetizzava con i cosiddetti «passi longitudinali », dalla testa ai piedi. L’obiettivo di questi gesti era di sintonizzare armonicamente le correnti di assorbimento e di irradiazione del fluido magnetico del guaritore con quelle del paziente.
Successivamente Mesmer cercava di individuare il punto esatto e la causa della malattia, toccando la regione addominale, in quanto affermava: «La sede di quasi tutte le malattie è, generalmente, nelle viscere del bassoventre: stomaco, milza, epìploon, mesentere, reni e, nelle donne, nell’utero e negli organi ad esso connessi». Mesmer toccava il corpo con il pollice e con l’indice, con il palmo della mano, con due dita unite, o con le cinque dita ricurve, e descriveva una linea immaginaria nella parte da esaminare, che seguiva la direzione dei nervi. Sondava il plesso per provocare una reazione che indicasse il punto preciso in cui si localizzava il dolore. Per i «passi longitudinali », si serviva di una bacchetta di vetro o d’acciaio, con la punta tronca. Intuita la diagnosi, Mesmer toccava insistentemente la zona individuata, accentuando i dolori sintomatici fino a renderli critici. Il suo tocco non era simile a un massaggio, anzi egli sosteneva che lo sfioramento a breve distanza, a pochi centimetri dal corpo, era il più efficace. Per «contrapporre un polo all’altro», quando toccava, con la mano destra, la testa, il petto, il ventre del paziente, lo toccava contemporaneamente, con la sinistra, nei punti corrispondenti sulla parte posteriore del corpo. Moltiplicava le correnti in base alle specifiche malattie: epilessia, apopies sia, asma, emicranie, ulcere e così via. La magnetizzazione con intensa corrente fluidica si otteneva riunendo le cinque dita a forma di piramide. Gli unici medicamenti utilizzati da Mesmer erano il cremortartaro e dei leggeri emetici.
I seguaci di Mesmer
Combattuto, denigrato, schernito, Mesmer fu costretto ad abbandonare Parigi e a trasferirsi a Londra nel 1784, ma lasciò in Francia alcuni discepoli: il più importante fu il marchese di Puy Ségur che, durante i suoi esperimenti di magnetismo nel castello di Busancy, scopri l’ipnosi e il sonnambulismo artificiale. A Ginevra Mesmer conobbe l’avvocato Nicolas Bergasse che assimilò il mesmerismo alla Frammassoneria, fondando la Loggia dell’Armonia, e lo trasformò in un sistema filosofico enunciato in La Théorie du monde et des tres organisés, libro stampato come lo spartito di un’opera, con alcune parole in caratteri geroglifici. Durante la Rivoluzione francese e anche durante il Terrore, Mesmer tornò in Francia dove poté finalmente vivere in serenità; ma, al suo ritorno a Vienna, nel novembre 1794, fu imprigionato perché sospettato di essere una spia giacobina. Liberato, a condizione che lasciasse il paese, egli si trasferì in Svizzera dove si stabilì, per un certo periodo, a Frauenfeld. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1815 a Meersburg sul lago di Costanza, il mesmerismo ebbe ampia diffusione e fortuna nel corso di tutto il XIX secolo.