Il commercio con i paesi stranieri era considerato meno importante di altre attività e si incrementò notevolmente solo dopo la rivoluzione industriale. Tuttavia anche in questo settore dell’economia gli stati europei erano in competizione tradi loro. Come nel diciassettesimo secolo, le Province Unite e la Norvegia furono forse i soli paesi la cui sopravvivenza dipendesse dalla possibilità di avere certi prodotti d’importazione essenziali, soprattutto i prodotti alimentari, in cambio delle esportazioni.
L’Inghilterra ebbe nel complesso decisamente maggior successo dei paesi rivali. Lo sviluppo del commercio d’oltremare si riflette in quello della flotta mercantile. Dalle 3.300 navi con un tonnellaggio totale di 260.000 nel 1702, si arrivò a oltre 8.100 con un tonnellaggio di 590.000 nel 1764, e a 9.400 con un tonnellaggio di oltre 695.000 nel 1776. Per tutto questo periodo la bilancia commerciale dell’Inghilterra fu in attivo aumentando verso la fine del secolo. Il mercato protetto assicurato dalle colonie, la potenza della marina e soprattutto il progresso industriale e tecnologico che consentiva all’Inghilterra di vendere a prezzi più bassi di quelli dei produttori rivali, furono le basi di uno sviluppo commerciale rapido e provvisto di solide basi.
Il commercio con l’Europa, pur sviluppandosi meno rapidamente di quello con gli altri continenti, ebbe nondimeno una notevole espansione. Dal Baltico, soprattutto dalla Russia, l’Inghilterra riceveva grandi quantità di accessori navali che non era in grado di produrre in quantità sufficienti e dai quali dipendeva tutta la sua potenza marittima. Sia dalla Svezia sia dalla Russia l’Inghilterra riceveva grandi quantità di ferro che era costretta a importare dato il continuo aumento, per diverse ragioni, del prezzo del carbone di legna, usato per fondere il minerale di ferro. Con i Paesi Bassi il commercio, benché la sua importanza relativa fosse in declino, rimase molto esteso e attivo. Con la Francia, fino al trattato commerciale del 1786, i traffici furono limitati dalla guerra, dall’ostilità e sfiducia tradizionali e da numerose restrizioni e interdizioni imposte sull’una e sull’altra riva della Manica. Con la Spagna l’Inghilterra aveva un fiorente commercio di pesce salato, tessuti e altri manufatti, ricevendone in cambio lana, vino, olio vegetale, frutta e naturalmente, dall’America del Sud, metalli preziosi. Negli ultimi anni del secolo l’Inghilterra ebbe un ruolo superiore a quello di ogni altro paese nel commercio estero della Spagna. In Portogallo i mercanti e i prodotti inglesi godettero una posizione di predominio quasi assoluto durante la prima metà del periodo che stiamo considerando.