L'etichetta del duello
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in uomo e società
Il famoso Bully Egan [...l ha combattuto un altro duello con Curran, e una volta arrivato sul terreno, ha lamentato il proprio svantaggio, essendo Curran secco come un chiodo, e lui grasso come un pallone. Curran allora ha sostenuto di non voler approfittare di un vantaggio ingiusto e ha dichiarato; «tracciamo con il gesso il mio profilo sul tuo corpo e ogni mio colpo esterno alla traccia non sarà considerato valido».
Il duello fu salvato dalla caratteristica che stava assumendo con sempre maggiore evidenza nei tempi moderni, cioè quella di essere un’esplosione di malumore, grazie al lievito cavalleresco, alle pressioni della legge e al graduale raffinamento e perfezionamento delle maniere, anche se non della moralità, delle classi alte di cui era prerogativa. I membri delle élites esigono fra di loro un atteggiamento di reciproco rispetto, man mano che la loro classe si evolve e impara a coltivare l’arte di vivere, le loro maniere divengono sempre più educate.
Il duello infrangeva la facciata armoniosa costruita per distanziarsi dalle classi inferiori ma poteva anche trasformarsi in un rito complesso che distingueva chi lo praticava; rappresentava la filosofia della classe dominante e per questo motivo poteva nobilitare la più banale delle contese. I gentiluomini dovevano essere sempre pronti a battersi, ma con decoro e dignità, non come i plebei chiassosi a cui troppo spesso a somigliavano.
Con la civilizzazione progressiva dei costumi i duellanti dovettero cominciare a prendere in considerazione l’opinione pubblica e le buone maniere. In molti casi un duello svolto correttamente, rispetto a una volgare scazzottata, offriva la possibilità di continuare a intrattenere rapporti civili dopo la sua conclusione, se entrambi gli avversari erano sopravvissuti.
Con il concilio di Trento il duello pubblico fu vietato e lentamente scomparve, rimanevano tuttavia delle zone franche al di fuori dell’Italia. Nel 1670 un annosa lite contrapponeva due casate, a seguito di attentati i capo stirpe si accordarono per un duello giudiziario pubblico che svolsero nel campo franco di Norimberga in Germania. Il duello si svolse due anni dopo alla presenza di 6.500 persone, Non ci furono morti ma il combattimento fu interrotto dopo grave ferita di uno dei partecipanti. I giudici tedeschi stilarono una lunga e dettagliata documentazione che risolvesse del tutto la vertenza
I testimoni, o secondi
Con l’avvento dell’era del duello moderno, due uomini si fronteggiarono, soli uno di fronte all’altro, ma entrambi esposti al giudizio e al controllo di rappresentanti del loro mondo. Si afferma un codice d’onore di derivazione feudale ma anche la legge borghese della responsabilità individuale. Il più delle volte il duellante era costretto da una legge che non aveva contribuito a formulare. Come testimoni della sua condotta c’erano il suo secondo e quello dell’avversario, che, dopo avere preso parte spesso e volentieri ai combattimenti, erano tornati ad assumere il ruolo di consiglieri, osservatori e direttori. I secondi non erano solo assistenti dei due avversari ma anche i delegati della classe cui tutti i personaggi coinvolti appartenevano e proprio per difendere gli standard di comportamento di quella classe i suoi membri scendevano in campo. L’istituzione del duello prevedeva che i secondi, più che animati da spirito partigiano, fossero guidati da un senso di giustizia e opportunità.
D’altra parte, il secondo era legato all’uomo che lo aveva nominato da un rapporto molto particolare, tanto più forte e complesso se i due erano amici o ufficiali dello stesso corpo. «Mettersi nelle mani del proprio secondo» e «affidare l’onore al proprio secondo» erano divenuti modi di dire, che indicavano in un certo senso la delega della propria responsabilità morale fatta dall’uno all’altro e la disponibilità ad agire seguendo ciecamente le sue indicazioni, come farebbe un credente che ubbidisse al suo sacerdote. Era messa alla prova anche l’onore dei secondi, che dovevano nutrire una fiducia reciproca possibile solo fra membri della stessa classe scelta.
Il primo dovere dei secondi era quello di garantire la correttezza della procedura, verificando che entrambi i duellanti avessero le stesse chances, mettendosi d’accordo sull’ora, il luogo, l’arma e le modalità e assicurandosi che nessuno si attribuisse vantaggi o commettesse irregolarità. Le spade dovevano essere della stessa lunghezza, le pistole essere caricate allo stesso modo, il sole non doveva ferire la vista di nessuno dei due.
Durante la sua epoca classica il duello ebbe carattere privato, si svolgeva cioè in luogo appartato senza o con pochi spettatori; ciò era necessario per evitare l’intervento della polizia, ma dimostrava anche a coloro che riconoscevano il codice d’onore che i suoi rappresentanti erano in grado di far rispettare da soli le procedure. Un’altra responsabilità dei secondi era quella di verificarne la regolarità. La reputazione di un duellante, in qualunque angolo del mondo si trovasse, sarebbe dipesa, per il resto dei suoi anni, da quella prova. I resoconti degli avvenimenti si diffondevano quasi sempre a grande velocità e facevano il giro dei club londinesi o dei salons parigini e spesso richiedevano l’intervento dei secondi che precisavano l’accaduto, in quanto osservatori accreditati. Fra i doveri dei secondi c’era quello di esaminare i fatti e cooperare alla ricerca di una soluzione pacifica, se questa era possibile compatibilmente con la salvaguardia della dignità di entrambe le parti coinvolte. Si diceva infatti che la maggior parte delle questioni avrebbe potuto essere risolta pacificamente se fosse stata condotta con giudizio. In questo senso i secondi rappresentavano una specie di piccola corte d’onore.
L’arma da duello
Anche l’arma doveva rispondere all’etichetta ed avere un carattere aristocratico, la spada era preferita ma con l’andar del tempo si passò alla pistola anche perché non tutti erano abili nella scherma. La pistola permetteva pari chances e per molto tempo fu utilizzata senza scannellatura rimanendo imprecisa. In commercio si vendevano pistole da duello costruite apposta per lo scopo e questo punto rappresentava un altro degli elementi di ambiguità dell’atteggiamento sociale e giuridico nei confronti del duello. Infatti quasi tutti i paesi avevano approvato leggi che proibivano e punivano il duello, ma le armi appositamente prodotte venivano costruite e commerciate liberamente. Anche l’introduzione del grilletto sensibile fu ritenuta scorretta, poiché permetteva di mirare con maggiore sicurezza, seppure un po’ più lentamente.
In un duello piemontese il provocato di bassa statura impose un collare irto di lame affilate e così ebbe la meglio sullo sfidante che fu facilmente ucciso. Due romani si batterono con una armatura che copriva tutto il corpo tranne il cuore, lo sfidato si allenò per un anno a colpire solo il cuore ed ebbe la meglio sullo sfidante che seppe dell’armatura solo all’ultimo.
Una delle regole del codice d’onore prevedeva non solo che il gentiluomo fosse pronto a rischiare la vita, ma anche che fosse pronto a farlo con compostezza e disinvoltura, indifferente ai pericoli, come un ufficiale durante la battaglia. L’imperturbabilità faceva parte del portamento delle classi superiori, e negli imperi europei divenne anche una caratteristica propria delle razze superiori; sia i ceti che i popoli inferiori andavano impressionati. E sempre stato un tratto tipico delle aristocrazie, soprattutto nei momenti in cui le loro pretese sono state sottoposte ad esame, che i loro membri non siano mai stati liberi di comportarsi senza esibire una connaturata disinvoltura. Apparire solo marginalmente coinvolti da tutto ciò che si verifica, planare ben al di sopra delle ansie dei comuni mortali, impassibili anche sulla carretta del condannato a morte, è un modo per dimostrare la propria superiorità.
Il duello moderno in epoca barocca La psicologia del duello La questione del duello