Elisabeth Vigeè le Brun
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in pittura barocca
Elisabeth Luise Vigée nasce a Parigi nel 1755 da una modesta famiglia di artisti. Il padre paesaggista a pastello le dona la passione per la pittura e la fiducia in se stessa. All’età di 12 anni rimane orfana del padre, benché la madre si risposi, inizia a mettere a frutto le sue capacità artistiche. Non c’è denaro perché vada a scuola presso un maestro mentre l’accademia reale delle belle arti in quanto donna le è preclusa. Segue così i consigli di Joseph Fernet, studiare le opere dei maestri italiani e fiamminghi e soprattutto la natura, la vera maestra.
Carriera e matrimonio
A soli 15 anni è già pittrice professionista creandosi una clientela propria e dal 1774 è membro dell’accademia di S.Luca mentre nel 1776, anno del suo matrimonio riceve la prima commissione reale per il ritratto del fratello di Luigi XVI il conte di Provenza.
Il matrimonio con Jeane Baptiste le Brun è un legame complicato in cui i sentimenti non ebbero il primo posto. Il marito è uno dei migliori e più influenti critici dell’epoca, commercia opere d’arte, si deve a lui la riscoperta di Vermeer, scopre giovani promettenti ed è curatore delle gallerie private di persone come il conte Artois e il duca di Orleans. E’ un dandy, ha gusto, spirito ed è ben introdotto nell’alta società e per Elisabeth diventa il maestro che non ha mai avuto. La giovane pittrice viene guidata così dal critico alla scoperta delle opere e al contempo introdotta nell’alta società.
Lo stile
Apprende le varie tecniche osservando Domenichino, Rembrandt, Rubens, Groeze, Van Dyck; nei suoi lavori vengono ripresi senza pudore particolari e dettagli tecnici e la stessa pittrice svela l’uso per imitazione confrontandosi con i grandi maestri del passato.
Psicologicamente Elisabeth Vigeè le Brun è perspicace e riesce a cogliere l’animo di chi dipinge e ad esporlo nel migliore dei modi acconciando i capelli ed adornando il volto o il corpo con grazia femminile. Le donne ne sono assolutamente conquistate perché riesce a renderle più belle e sensuali con spontaneità e naturalezza. Spesso le clienti cambiano tipo di abbigliamento dopo esser state ritratte tanto che la le Brun divenne anche in questo senso creatrice di moda. La contessa Grammont Caderousse dopo un ritratto con in risalto i capelli nero corvini tenne l’acconciatura anche per andare a teatro e così finì la moda di incipriarsi i capelli.
L'ultima pittrice dell'ancien régime
Vigée le Brun è testimone dei cambiamenti della società francese nell’ultimo periodo dell’ancien regime: la moda inglese, gli ideali di semplicità rousseiani, l’ostentata eleganza, l’artificio ma anche innocenza e vita morale vengono dipinti nei suoi ritratti.
Nel 1778 le viene affidato l’incarico più ambito: un ritratto della regina per la corte di Vienna. Un compito importante che la fa entrare a pieno titolo tra i grandi pittori di Francia. Le due donne si intendono perfettamente, hanno la stessa età ed hanno gli stessi desideri e gusti estetici e mondani. Nasce così un rapporto molto intenso e particolare che lega la regina alla giovane pittrice considerata come la sua ritrattista ufficiale.
Grazie all’appoggio della regina nel 1783 diventa membro dell’accademia reale di pittura e scultura, non senza difficoltà. Per questa prova vuole essere ammessa come pittrice storica e non ritrattista e dipinge in 3 anni 5 dipinti. In quell’anno può esporre al Salon de Paris, una vetrina che si tiene ogni due anni che mette in mostra le opere dei più grandi pittori.
Tra i ritratti più famosi che la impongono come la maggior ritrattista del regno di Luigi XVI c’è l’autoritratto e il ritratto di Maria Antonietta con i figli.
Quest’ultimo lavoro è il più ambizioso ed importante poiché si confronta con la storia e l’idelogia. Maria Antonietta dopo lo scandalo della collana deve presentarsi come sovrana e madre. Il quadro riprende dal rinascimento al struttura piramidale ed è ricca di simboli che indicano la regalità.
Maria Antonietta con i figli. Per questo ritratto la pittrice si ispirò, consigliata da David, alle composizione di Giulio Romano
L'esilio
Negli ultimi anni del regno Elisabeth diviene bersaglio di attacchi personali dettati dall’invidia per essere una pittrice di fama, di essere nell’entourage della regina e dei potenti e di essere la più pagata di Francia. Nel 1789 la situazione politica diventa pesante anche per lei e con grande coraggio lascia la Francia con la figlia per ritornare sola dopo 12 anni di pellegrinaggi.
Mentre la Francia precipita nella rivoluzione il resto d’Europa riceve la famosissima pittrice con trionfo e amicizia; nelle corti d’Europa Elisabeth ritrova lo squisito mondo delle buone maniere francesi. Del resto la Francia è stata per quasi 2 secoli maestra di stile e la pittrice di Maria Antonietta non può che esser ricevuta che come una autorità.
Il ritorno a Parigi
Nel 1802 ritorna a Parigi sola, la figlia è rimasta in Russia, accolta dal marito che durante i duri anni della rivoluzione ha fatto di tutto per tenerne alto il nome e scagionarla dalle accuse. Parigi non è più la stessa e presto riprende a viaggiare, prima in Inghilterra, poi in Olanda e Svizzera, solo il tempo riuscirà a farla riappacificare con la terra natale. Nel 1820 depone i pennelli dopo una vita intensa e prolifica di opere eccezionali, tra il 1835 e 37 pubblica assistita dalle nipoti i Souvenirs, una particolare autobiografia dove racconta dei suo viaggi, dei suoi incontri dei cuoi successi.