Francisco de Zurbaràn
Scritto da Laura Savani. Pubblicato in pittura barocca
Francisco de Zurbaràn nacque a Fuente de Cantos, Badajoz, nel 1598. Fu allievo a Siviglia di Pedro Dìaz de Villanueva e nel 1617 si trasferì a Llerena dove rimase fino al 1629, aprendo una fiorente bottega e portando a termine un notevolissimo numero di opere che giustifica l'ipotesi di aiuti, sollevando nel contempo il difficile problema delle collaborazioni.
Santa Margherita, 1631, National Gallery, Londra
Le prime opere di Zurbaràn, come L'Immacolata bambina portata in gloria da un gruppo di angeli e l'Apparizione della Vergine a Soriano, collocano il pittore nella corrente del realismo spagnolo del Seicento e delineano le caratteristiche del suo stile.
Il pittore evidenzia e pone in primo piano i personaggi sul fondo neutro, quasi piatto della scena, astraendoli con un abile gioco chiaroscurale, mentre nel contempo l'intera composizione si basa su una distribuzione simmetrica dello spazio, attraversato da linee ortogonali e illuminato da un'unica sorgente di luce.
Chiamato nel 1629 a Siviglia dal consiglio cittadino, l'artista vi rimase fino al 1634 lavorando soprattutto per ordini monastici; fra le opere più famose di questo periodo: la serie dei Dottori della Chiesa, quella della Vita di San Pietro Nolasco, La Visione di Alonso Rodrìquez, l'Apoteosi di San Tommaso d'Aquino e la famosa Natura morta con arance, ritenuta una delle più splendide nature morte della pittura del Seicento.
Natura morta con Arance 1633, Norton Simon Foundation, Los Angeles
Trasferitosi a Madrid, il pittore collaborò, sotto la direzione di Velàzquez, alla decorazione del palazzo del Buen Retiro; il contatto col grande artista non modificò la sua concezione pittorica, ma se mai accentuò la sua personale interpretazione del realismo, attraverso una ulteriore semplificazione dei piani e dei volumi, l'approfondimento dei contrasti cromatici, la calcolata graduazione degli effetti luminosi.
Tornato a Siviglia col titolo di pittore del re, nel 1636 iniziò la serie di dipinti raffiguranti santi, vescovi, beati per la certosa di Jerez, cui seguì il ciclo del monastero di Guadalupe, dove però il pittore ebbe degli aiuti. Di questi anni sono: Cristo Salvatore del mondo e le due figure di San Francesco, tema quest'ultimo assai caro al pittore e svolto con l'intensità drammatica tipica del misticismo spagnolo.
Tra il 1640 e il 1658 il pittore lavorò ad opere commissionategli dall'America, e il ciclo più importante rimane quello dei 34 santi dipinti per Nostra Signora dell'Incarnazione di Lima.
Gli ultimi anni di Zurbaràn furono funestati da disgrazie familiari, cui si aggiunse una progressiva diminuzione di prestigio, provocata dalla fortuna in ascesa di Murillo, cui tra l'altro lo Zurbaràn si accostò addolcendo la tavolozza e improntando le ultime opere ad un forzato lirismo: Vergine con il Bambino e San Giovanni, l'Annunciazione, La Sacra Famiglia e l'Immacolata.
Morì a Madrid nel 1664.