Medwegya: la città dei vampiri
Scritto da Enrico Ercole. Pubblicato in orrore barocco
La grande moda dei vampiri si sviluppò soprattutto a partire dal 1732, anno in cui si verificarono i fatti di Medwegya. La vicenda della città serba infestata dai vampiri, e la pubblicazione dei rapporti inviati a Vienna, attirò infatti l’attenzione sui temi del vampirismo. Il cosiddetto “Rapporto Flückinger”, pubblicato col titolo Visum et Repertum, fece presto il giro del continente. Proprio grazie alla pubblicazione di questo testo in Inghilterra e in Francia, il termine “vampir” compare forse per la prima volta nella sua traduzione inglese (wampyre) e francese (vampyre).
Nel XVIII secolo, Medwegya, villaggio della Serbia, fu sconvolto da due diverse epidemie di vampirismo. La prima (1726) riguarda tale Arnold Paole, soldato morto a causa di una brutta caduta da un carro di fieno. Dopo essere stato sepolto, Paole sarebbe risorto e avrebbe fatto visita a quattro persone facendole morire dissanguate. Dalla riesumazione si scoprì che effettivamente sul suo cadavere erano presenti i segni del vampiro: carni intatte, guance rosse, unghie lunghe e sangue fresco negli occhi. Si decise quindi di procedere al classico rimedio del paletto e alla conseguente cremazione.
La seconda epidemia si scatenò nel 1731, anno in cui gli abitanti del villaggio si videro costretti a rivolgersi alle autorità. Venne inviato sul posto un medico di nome Glaser, il quale inviò un rapporto allarmante al governatore della Serbia. In base al rapporto di Glaser, che parla apertamente di “vampiro”, il governo di Vienna decise di inviare sul luogo una commissione formata da Johann Flückinger (chirurgo), Johann Hans Siegel (medico) e Johann Friedrich Baumgarten (ufficiale di reggimento).
Dal rapporto di Flückinger apprendiamo che vennero riesumati i cadaveri di un servo del caporale locale (decomposto), di una donna morta di parto (intatto), di un infante (intatto), di un giovane (intatto), del diciassettenne Joachim (intatto), della giovane Ruschi (intatto), di una bimba di dieci anni (intatto), della moglie del capitano locale (decomposto), della moglie del bariactar locale (decomposto), del soldato Stanche (intatto), del soldato Milloe (intatto) e della sua vittima Stanoicka (intatto).
Ciò a cui assistettero i tre funzionari fu dunque la semplice riesumazione di una dozzina di cadaveri ritenuti infetti da vampirismo. Flückinger, che non testimonia affatto di aver visto cadaveri ambulanti, riporta la teoria degli abitanti di Medwegya, secondo la quale questi vampiri sarebbero diventati tali per aver mangiato carne di bovini infettati dal morso di Arnold Paole, il "vampiro" giustiziato nel 1726. Senza mai entrare nel merito della questione, Flückinger si limita ad osservare - non senza meraviglia - come alcuni cadaveri di persone morte negli stessi giorni, e sepolti uno di fianco all’altro, si siano decomposti, mentre altri si siano conservati perfettamente intatti.