John Law
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in società barocca
Negli ultimi vent’anni il commercio è stato compreso in Francia meglio di quanto non lo fosse mai stato in passato, dal regno di Pharamond a quello di Luigi XIV. Prima di questo periodo, era un’arte segreta, una specie di alchimia in mano a tre o quattro persone che facevano davvero l’oro, ma non comunicavano a nessuno il segreto grazie al quale si erano arricchiti (……) Era destino che uno scozzese di nome John Law dovesse venire in Francia e sconvolgere l’intera economia del nostro governo per ammaestrarci. VOLTAIRE, Sul commercio
John Law nasce nel 1671 a Edimburgo. La sua è una ricca famiglia di orafi, che affianca al mestiere l’attività creditizia – una pratica comune all’epoca - ed è per questo molto influente in città.
Il padre William muore a Parigi sotto i ferri di un chirurgo lasciandolo orfano a soli 12 anni e liberandolo quindi sia dalla tradizione lavorativa di famiglia che dalla sua guida. Il giovane infatti non intraprende studi universitari e si reca a Londra, dove è attratto dal gioco e dal fascino della metropoli che all’epoca contava già 750.000 abitanti. John è intelligente e bravo nel calcolo, oltretutto è bello e di altezza considerevole (1 metro e 80): tutte doti che lo rendono straordinariamente affascinante. Vestito in modo impeccabile frequenta teatri, ristoranti costosi e soprattutto locali dove si gioca d’azzardo: questa passione finisce per ridurlo sul lastrico a soli 21 anni. Evitata la galera grazie all’intervento materno capisce di non poter rischiare il patrimonio, ma allo stesso tempo conclude che il gioco è lo strumento principe per entrare in società. Così, dopo aver perso diventa molto attento e studia con impegno e passione la matematica leggendo tutti i libri sull’argomento. Unendo furbizia e calcolo del rischio diventa ricco, ma non abbastanza per le sue ambizioni, che lo spingono a studiare economia e finanza.
La sua carriera subisce un terribile arresto nel 1694, a causa di una incresciosa storia libertina dopo aver ucciso in duello un giovane nobile.
Nel 600 i duelli erano molto frequenti e nonostante il divieto di Carlo II venivano tollerati; tuttavia, in questa particolare vicenda re Guglielmo viene assediato sia dalla famiglia del giovane nobile che reclama a gran voce la condanna, sia dagli amici di Law che chiedono la sua scarcerazione. Il caso merita due processi di giudizio e si guadagna l’interesse del pubblico, che in questi casi propende sempre per la vittima rendendo la posizione del colpevole assai critica: per non finire giustiziato, Law fugge con la complicità delle guardie e - si presume - anche del re.
John comincia a viaggiare per l’Europa, in Francia, in Italia, in Germania; gioca d’azzardo e vince grandi cifre, mentre il suo fascino seduce uomini e soprattutto donne che gli regalano innumerevoli avventure romantiche.
Risiede per lungo tempo in Olanda, perché è molto interessato alla banca più importante d’Europa: la banca di Amsterdam, che aveva un sistema unico per garantire stabilità monetaria e portare gran ricchezza alla nazione emettendo note bancarie che sostituivano le monete d’oro. All’epoca il sistema monetario si basava su diversi tipi di monete d’oro, argento e rame che avevano un valore nominale e un valore reale del metallo; i due valori non coincidevano, poiché le monete venivano alleggerite, o meglio tosate, del metallo prezioso: una pratica vietata, per la quale la legge prevedeva addirittura la pena di morte; tuttavia per lo stato rimaneva un grave problema, che determinava instabilità monetaria. Nella sola Inghilterra c’erano ben 800 tipi di monete diverse, e in Svezia per mancanza d’argento ma abbondanza di rame si commerciava con monete di 15 kg portate a dorso di mulo. Così lo stesso Law scrive a proposito: “ Oltre alla comodità di pagamenti più facili e veloci, l’uso di moneta bancaria permette di risparmiare sulle spese dei cassieri, delle borse e del trasporto ed evita le perdite dovute alla cattiva moneta; inoltre è più sicuro depositare denaro in banca che presso le case dei mercanti, perché vi sono meno rischi di incendio e di furto”.
Fino a quell’epoca i tentativi di usare banconote bancarie per eliminare le monete in metallo erano tutti falliti, perché era molto forte la tentazione di stampare più banconote di quanto si dovesse, col risultato di colpire il reale valore del metallo prezioso. La banca olandese invece aveva successo, perché era prudente e capace di corrispondere il valore reale con quello nominale.
Ma neppure ad Amsterdam un giocatore può rimanere a lungo, ed è costretto a migrare così come gli uccelli migratori quando il clima si fa freddo. Per ogni giocatore Parigi era la capitale europea con le migliori attrattive, perché il gioco d’azzardo era il centro della società che contava.
Grazie alla sua esperienza e alla sua abilità nel calcolo, John si presenta ai tavoli con borse colme di ben 100.000 lire in oro; si era fatto perfino coniare dei gettoni d’oro da 18 Luigi l’uno.
Presto però le sue vittorie lo inducono a partire di nuovo: nessuno era più disposto a giocare con chi vinceva troppo spesso. Questa volta però non parte solo, ma con la donna della sua vita: la bella Katharine Signeur, nobildonna inglese e sposata, che conduce in viaggio errante per tutta l’Europa. A Genova e a Roma spenna parecchi babbei; si ferma a Venezia non solo per il gran baccanale del carnevale - quando 30.000 turisti l’invadono mascherati trasformandola tra feste e giochi nel più gran bordello d’Europa - ma anche per studiarne il sistema bancario e impadronirsi dei meccanismi economici che governa.
Dopo 10 anni di esilio prova a ritornare in Scozia per mettere a frutto il suo sapere finanziario, nel tentativo di dare un senso più ambizioso alla sua vita. Nonostante il tempo trascorso è ancora contumace e rischia di essere giustiziato; cerca di placare gli animi dei parenti della vittima con lauti compensi, ma invano. Non può che risiedere in Scozia, che all’epoca era sotto governo autonomo e fuori dalla giurisdizione inglese, ma per poco, perché le due nazioni si sarebbero presto unite.
Nel 1704 presenta una domanda per concorrere all’attività finanziaria del governo inglese, scrivendo un saggio in cui esorta lo stato ad emettere carta moneta legando il valore non all’oro ma alla terra. La domanda è respinta a causa del suo passato sia in Inghilterra che in Scozia.
Di nuovo sul continente tenta di proporre il suo piano nei vari paesi europei dove la mancanza di denaro rendeva povera l’economia, e dopo vari tentativi offre i suoi servigi a Luigi XIV, sovrano del più potente regno d’Europa. Il Re Sole alla fine del suo lungo regno indice una serie di guerre dissipando gran parte della ricchezza, indebitandosi e impoverendo la nazione, che è anche vittima di una grave carestia. Tuttavia, nonostante la grave situazione economica e l’appoggio del Duca di Orleans, il sistema di Law non trova ascolto. A Torino ottiene maggior credito, ma Amedeo si dispiace di non poter attuare il sistema ammettendo di avere uomini troppo piccoli e conservatori per realizzare un’ idea così grandiosa.
Tornato in Olanda si arricchisce anche organizzando una lotteria che in 3 anni gli rende 500.000 lire, causandogli però problemi e accuse tali da dover lasciare ancora il paese. Di nuovo a Parigi insiste ancora nel 1714 per la creazione della banca di Stato, ma nonostante gli siano riconosciute da più parti doti eccezionali e profonda conoscenza della finanza deve aspettare la morte di Luigi XIV per riuscire nella sua impresa.
Il sistema di Law viene presentato al consiglio di governo ma è bocciato, seppure sia gradito al Duca d’Orleans, nominato reggente fino alla maggiore età di Luigi XV. Le misure finanziarie prese in seguito dal governo per sistemare i conti dello stato si rivelano fallimentari e mettono ancora più in crisi l’economia del paese, i cui debiti generavano interessi quasi insostenibili.
A fronte di questa grave situazione viene permesso a Law di creare una sua banca privata, che emette banconote garantite dall’oro depositato da un numero di azionisti con un sistema simile a quello olandese. La mossa scatena aspre critiche: senza dubbio quella più oggettiva la scrive Saint Simon che, da uomo intelligente, si accorge bene quali siano i pericoli di una banca del genere in un sistema politico assolutista. La banca esordisce con poco entusiasmo e molta avversione, e Law deve spremere bene le meningi perché inizi a far girar denaro. La svolta arriva con l’aiuto del Duca d’Orleans, che deposita una gran somma ben reclamizzata dai giornali. Vengono concesse commissioni gratuite e basso interesse di debito per attirare clienti disposti a depositare oro sonante e ritirare banconote su cui è scritto : ‘La banca promette di pagare al portatore la somma di ---- lire in moneta al peso e del valore del giorno di emissione, secondo il valore ricevuto in deposito ’.
Nel giro di 18 mesi anche le tasse e molti servizi possono essere pagati tramite banconote e anche i commercianti cominciano a servirsene perché possono sapere con precisione il valore della merce avendo un riferimento stabile. L’economia lentamente si riprende, facendo girare moneta.
Una grana per Law viene dai finanzieri reali, svantaggiati da questo nuovo sistema che impoverisce il loro specioso traffico burocratico e inefficiente: questi si coalizzano, raccolgono 5 milioni di banconote e chiedono di averne il corrispettivo in monete d’oro. Poiché il governo era legato alla banca non viene negata a Law la richiesta di avere dalla zecca le monete richieste, e riesce così a sconfiggere i nemici.
Le ambizioni di John Law però non si fermano al nuovo sistema, le sue ambizioni puntano sempre più in alto; così a due anni dall’apertura della banca, senza aspettare il consolidamento del processo economico, tenta di avviare una nuova compagnia commerciale sfruttando i possedimenti francesi della Louisiana che all’epoca era un territorio esteso il doppio della Francia, incolto e ancora tutto da scoprire.
Le compagnie commerciali in Francia non avevano mai avuto gran successo, nonostante i vari tentativi e gli incentivi statali dati anche da Richelieu e Colbert.
Temerario, il gran direttore di banca convince il reggente che le compagnie precedenti non erano mai state finanziate bene e che non erano state ben gestite, mentre grazie al suo piano la nuova compagnia avrebbe rilanciato l’economia francese grazie alle enormi ricchezze tutte da scoprire. Le ambizioni di John Law non sono di ricchezza, ma soprattutto ideali: desidera essere socialmente inserito puntando sempre al riscatto del suo esilio. Per quanto abbia temibili nemici, non molla la presa e propone nuove soluzioni sempre più rischiose appoggiato dal reggente, Il Duca d’Orleans, che ama il rischio, l’avventura e le scorciatoie. La banca viene nazionalizzata passando quindi sotto la corona, con l’inevitabile rischio di stampare troppe banconote; la Compagnia del Mississippi si unisce con la Compagnia Orientale, dando origine a una delle più grandi compagnie commerciali dell’epoca, la famosa Compagnia delle Indie.
Tutte queste operazioni non vengono finanziate dallo stato ma dai cittadini privati, tramite emissione di azioni. Law trova il modo di far crescere il mercato azionario portandolo a livelli mai conosciuti in Francia, facendo nascere di fatto la prima vera borsa azionaria. Per la Compagnia del Mississippi vengono emesse azioni chiamate “madri”, per la Compagnia delle Indie ne vengono emesse altre chiamate “figlie” che si potevano comprare se si avevano 4 madri; infine, aumentando sempre il gioco d’azzardo, Law si offre di rilevare il debito pubblico e di acquistare i diritti di riscossione delle imposte gestendo sempre tutte queste operazioni finanziarieconl’emissione di azioni pubbliche. Quest’ ultima mossa è per Law la più rischiosa e mal calcolata, poiché la riscossione dei tributi era stata gestita da secoli da numerosi finanzieri che si mantenevano con un sistema complicato e redditizio basato su corruzione e arbitrato; azzerargli il business di punto in bianco equivale per Law ad aumentare il fronte dei nemici.
Lui stesso investe enormi quantità di denaro, e per agevolare la vendita distribuisce un alto dividendo- del 12 % - in monete d’oro. Il Duca d’Orleans all’inizio dell’operazione era rimasto molto perplesso e restio, ma quando vede l’ammontare degli investimenti di Law, partecipa entusiasta. Nel frattempo, nella società comincia a girare la voce che Law stia guadagnando una fortuna: nel 1719 le azioni arrivano al pareggio e si incrementano dando vita a una delle più straordinarie follie finanziarie di tutti i tempi.
In estate il valore delle azioni aumenta da 480 a 3500 lire: tutta Parigi è presa dall’euforia del gioco in borsa e Law ne asseconda la direzione, perché era questo il modo per vendere le sue azioni ed emetterne altre. La via parigina nota per l’attività finanziaria è rue Quincampoix, una strada stretta nel quartiere di Les Halles. In questa via si contrattano le azioni: presto vi si ammassa tanta folla da dover prendere delle precauzioni e impedire la circolazione. Il valore delle azioni fluttuava costantemente in base ai pettegolezzi che circolavano, poiché a differenza di oggi non c’erano né dati finanziari sulle aziende, né agenzie, né computer. A questa bolgia che cresce d’intensità partecipano persone di ogni estrazione sociale: persone di umili origini si arricchiscono, nobili danarosi perdono tutto dando vita a qualcosa di veramente inedito. Alcuni lacchè, operando per conto del loro padrone, comprano e rivendono azioni tanto da diventar ricchi in pochi giorni. Voltaire stesso rimane sbalordito del fatto che non si parlasse d’altro che di milioni. Anche i consumi crescono, e così le speculazioni mobiliari di quella zona. Gli arricchiti fanno sfoggio di sé comprando ori e argenti, carrozze e vestiti. La Francia stava vivendo un boom economico mai visto.
La lussuosissima villa di Law viene presa d’assalto da tutti i ricchi di Francia, e non solo per ottenere azioni della società. Per arrivare a lui è necessaria una lunga e formale anticamera alla quale si è ammessi sborsando mance a guardie svizzere e lacchè. Altezzose nobildonne di Francia si prostrano ai suoi piedi facendo di tutto per esser notate, ora che oltre che bello è anche ricchissimo. Si racconta che, preso dal bisogno di urinare durante una riunione finanziaria, una duchessa non se lo lasciò andar via e disse: ‘ se è solo per questo faccia pure qui la sua pisciatina ’.
Il potentissimo milionario, pur tenendosi alla lontana da tante adoratrici, non si fa mancare i favori delle migliori: si dice che regalasse 10.000 lire al mese a Madame Nesle perché lo andasse a trovare quando il marito, il Principe Soubli, era assente.
I figli di Law crescono nel massimo dell’agio cacciando e danzando con i figli del reggente e col futuro Luigi XV; John viene insignito di alte onorificenze pubbliche e per strada, durante le cerimonie, la gente grida ‘dio salvi il Re e John Law’.
Law compra residenze, quadri, diamanti e intere biblioteche, commissiona dipinti ai migliori maestri contemporanei. Non pago di tutto questo denaro continua nella sua opera di rinnovamento dello stato: fa costruire canali e ponti, incrementa le risorse universitarie e mette mano al sistema fiscale : quest’ultimo era, oltre che vecchio, particolarmente dispendioso e burocratico. In un colpo solo vengono aboliti più di quaranta balzelli che coprivano il fieno, la legna, le candele e così via, sostituendo a questi una tassazione sul reddito. Gli incaricati a raccogliere queste innumerevoli tasse erano aristocratici di basso profilo, nominati per questi compiti ridicoli da Luigi XIV in persona. Essi si ribellarono alla notizia di essere stati esautorati; tuttavia gli aristocratici che detenevano il potere reale, e in particolare il reggente, erano ben consapevoli di quest’inutile burocrazia e non fecero molto caso alle lamentele, anche perché il sistema di John Law procurava loro molto denaro tramite la compravendita delle azioni. Quanto alla reazione della popolazione, la gente in strada si mette a ballare conosciuta la notizia.
In questa euforica situazione venne coniata la parola “milionario”, e Law è il primo milionario della storia creando un mito anche all’estero, tanto che in Francia si riversano 500.000 turisti stranieri tanto da intasare le vie di comunicazione verso Parigi. In Inghilterra c’era preoccupazione perché parecchi inglesi compravano azioni della Compagnia delle Indie, prosciugando la nazione di monete d’oro e ricevendo carta. Il console inglese cerca di mettere in guardia i suoi compatrioti dalle conseguenze nefaste di questa enorme bolla speculativa, e non si risparmia nel criticare il protetto del Reggente di Francia, tuttavia l’atteggiamento inglese rimane cauto nei confronti di Law: questi, da pugile professionista si fa beffe del console, che viene rimosso. L’ambizione politica però doveva essere soddisfatta, e per far parte del governo non si fa scrupoli di convertirsi al cattolicesimo come richiesto dal regno francese; con poca sorpresa nel 1720 è nominato Controllore Generale delle Finanze, ricoprendo una carica formale sebbene negli ultimi mesi è stato di fatto primo ministro del regno.La realtà su cui posava tanta ricchezza era però ben diversa da come dipinta dai giornali per ben 4 anni, nonché dai resoconti che leggevano gli azionisti della compagnia del Mississippi.
In Francia non si raccontava che di meraviglie in Louisiana, di giacimenti d’oro, d’argento e smeraldi, di terra fertilissima che produceva tabacco e foreste che garantivano legname pregiato. I coloni, invece, vivevano malissimo, di quelli che arrivavano nella colonia ne sopravvivevano solo un quarto, attaccati com’erano da pellerossa, spagnoli e inglesi; oltretutto erano falcidiati dalle malattie. Il tesoro promesso non veniva mai trovato, e in complesso i risultati erano ben al di sotto di quanto promesso. Le storielle e le canzoncine inventate in quel periodo erano messe in giro anche da Law, più che altro per invogliare i francesi ad emigrare; ma la loro riluttanza all’espatrio era tale che venivano assoldati degli arcieri, i quali, pagati a persona, catturavano e spedivano nelle colonie uomini e donne appartenenti agli strati più indifesi e poveri, nonché carcerati e delinquenti. La venalità degli arcieri era tale che il popolo se ne lamentava, poiché tra il losco ed il brusco nelle retate ci potevano finire persone per bene. Per ingrossare la colonia viene emanato addirittura un editto che prevedeva la spedizione coatta di camerieri, braccianti e vagabondi rimasti senza lavoro per più di 4 giorni.
A Parigi si arriva a sposare in massa 80 criminali graziati con 80 donne di malaffare; cerimonia e festeggiamenti si hanno luogo per le strade della capitale, coi novelli sposi incatenati a due a due sotto il vigile controllo degli arcieri. L’impressione è tale che la volta successiva vengono incatenati con fiori per percorrere il tragitto fino alla Rochelle e imbarcarsi.Nel frattempo il prezzo delle azioni si era decuplicato, distribuendo ricchezza basata sul nulla. Agli inizi del 1720 molti prevedono il calo delle azioni e cominciano a liberarsi della carta portando le monete all’estero. Law è preso tra due fuochi: non far crescere troppo il prezzo delle azioni, né farlo crollare. Ma nonostante alcuni stratagemmi finanziari, il crollo arriva all’improvviso da un giorno all’altro. Le casse della banca sono ormai vuote d’oro e Law è costretto a prendere misure dispotiche per fermare la fuga del nobile metallo fuori dalla Francia, vietando di fatto di possedere oro tramite una serie di editti. Per quanto drastiche siano le sue misure in realtà vengono poco rispettate, e chi ha fiutato il crollo si arricchisce gettando nella disperazione gli azionisti, che non possono essere ben informati. Il reggente Duca d’Orleans si adira minacciando d’incatenare Law alla Bastiglia. L’ormai ex pupillo crolla ed esce di senno, incapace di sopportare un peso così enorme.
Parigi passa in un attimo dall’euforia alla disperazione. La povertà derivata da tanta dissennatezza porta a una serie impressionante di delitti, rapimenti ed estorsioni, tale da rendere necessari interventi di estrema violenza. Tutto questo cade sulle spalle di Law. Per cercare di non far peggiorare le cose, egli induce a trattare le azioni in appositi uffici della banca e a comprarle stampando banconote in continuazione. Infine prende la decisione più drastica, chiedendo di abolire sul territorio di Francia le monete in oro e argento per far basare l’economia solo su carta. Questa misura per quei tempi era impensabile, soprattutto per una nazione così conservatrice come la Francia, e le proteste salgono anche dagli amici del Controllore delle finanze. Vista l’estrema differenza tra valore nominale e reale di banconote e azioni, cerca infine di riequilibrare i valori: in una domenica di Maggio, quando i maggiori azionisti sono in vacanza fuori città, Law decreta che il valore della moneta venga ridotto in 6 mesi del 50% e le azioni portate dal valore di 9000 a quello di 5000 lire.
Il Reggente firma il decreto, ma l’opposizione dei nemici di Law è tale che una settimana dopo deve recedere e annullare il provvedimento. Law viene messo fuori gioco e il reggente non può fare molto vista la gravissima situazione.Il Reggente però non abbandona Law e il sistema a cui aveva tanto creduto: fatti passare alcuni giorni per aggirare i nemici, ripropone Law in Parlamento per prendere nuove iniziative in favore del riassesto finanziario. Per quanto Law si ingegni di trovare soluzioni, non può far nulla contro il suo nemico più terribile: la peste, giunta in Francia su una nave proveniente dalla Siria. Il morbo compie uno sterminio uccidendo decine di migliaia di persone, bloccando di fatto tutto il commercio e con questo decretando il fallimento totale del sistema monetario basato sulla carta al posto dell’oro.
Tra alti e bassi di umore, Law mantiene la flemma da giocatore d’azzardo e riesce a tornare al governo, sbaragliando i nemici con la complicità del reggente. Nel frattempo, in tutta Europa la febbre delle vincite in borsa stava facendo crescere le azioni delle compagnie commerciali verso oriente, coinvolgendo persino Isaac Newton.
La Francia era precipitata davvero in basso. L’inflazione galoppante spingeva molti a mendicare e a cercare il cibo per strada. Le file alla banca per riscuotere le banconote diventano incontenibili: migliaia di persone si accalcano, mentre Law riduce il numero di banconote e ristabilisce il sistema precedente. Le banconote vengono bruciate in enorme gabbie pubbliche facendo crollare sempre più la fiducia nella carta moneta, tanto da causare particolari disagi e disguidi ai commercianti che si vedono respinti dai grossisti con le banconote in mano.
Il furore popolare è immenso e tutte le sciagure ricadono su Law, che diventa il capro espiatorio perfino della peste. Scoppiano rivolte e scontri, la banca viene assalita; Law deve girare scortato e rifugiarsi in Palais Royal dove studia giorno e notte per poter risolvere la situazione. E’ in quella condizione che crea la prima borsa, ossia un luogo adibito esclusivamente agli scambi azionari; il libello anonimo che fa scrivere e in cui si discolpa non ha successo, nonostante le buone ragioni. La situazione peggiora ogni giorno di più, e i nemici di Law alla fine l’hanno vinta: il Reggente sa che Law è l’unico in grado di risolvere il problema ma alla fine non può far altro che aiutare Law, che rischia la vita, a fuggire. La moglie Katherine rimane a Parigi per pagare i debiti e tenere i conti dei pari possessi.
Law intraprende così un difficile e tortuoso giro per l’Europa che gli costa parecchio denaro, perché ovunque trova azionisti della compagnia del Mississippi adirati con lui: come il principe d’Assia, che non lo lascia partire dalle terre tedesche prima di aver rilasciato una personale nota di credito.
Alla fine si ferma a Venezia col figlio, dove si procura denaro giocando d’azzardo e vivendo grazie a prestiti di amici, poiché le sue enormi ricchezze sono congelate in Francia e il Reggente si guarda bene dal fargli avere qualcosa, nonostante il fatto che Law possedesse già di suo 500.000 lire al suo arrivo sul suolo francese. Dopo aver tentato in tutti i modi di tornare in Francia torna nella madre patria, ma ormai lui vuole solo ritirarsi a vita privata. A Londra riesce a farsi accogliere e frequenta anche la Corte, molto curiosa di conoscerlo trovando la sua compagnia di grande gradimento.
Katherine non riesce a raggiungerlo, poiché le viene sempre negato il passaporto. Al termine della Reggenza del Duca d’Orleans, quando il Borbone sale al potere Law perde anche la pensione che gli era stata concessa, riducendosi a dover campare col gioco, sempre perseguitato dagli enormi debiti della compagnia del Mississippi che gravano sulla sua testa. Nel 1724 dopo tante speranze infrante e tante porte chiuse riesce a diventare una spia per conto del governo Inglese, incaricato di viaggiare per l’Europa e rivelare sotto mentite spoglie segreti a Sua Maestà.
La sua fama lo introduce in tutte le corti europee e gli fa carpire informazioni utili per il sovrano, ma i suoi incarichi non lo soddisfano e dopo qualche tempo si licenzia dal governo britannico per far ritorno per l’ultima volta a Venezia, dove cerca con l’aiuto di Katherine di riparare ai suoi debiti investendo in opere d’arte. Anche questa volta il suo acume per gli affari precede e supera di molto gli uomini del suo tempo, facendogli collezionare ben 500 opere tra i migliori pittori francesi italiani ed olandesi.
Nel 1729, all’età di cinquantotto anni, dopo 28 giorni di agonia John Law muore a Venezia. La conclusione della sua storia non segna però la fine dei problemi per alcuni nobili francesi, ad esempio il Duca di Borbone, che doveva parte della sua ricchezza al suo sistema e aveva paura che le carte di Law – ricercate dagli agenti inglesi - potessero rivelare i suoi segreti. Law viene sepolto il giorno dopo la sua morte a San Germinano, in piazza San Marco; ma per ironia della sorte un suo pronipote ottanta anni dopo, sotto il dominio napoleonico, fa trasferire le sue spoglie nella vicina chiesa di San Moise a pochi metri dal caffè Florian e dal ridotto.