Bernardo Bellotto nacque a Venezia il 30 gennaio 1721. Si formò nella bottega dello zio Antonio Canal detto Canaletto e ne adottò il nomignolo, ingenerando non poca confusione. Con lo zio fece lunghi viaggi in Italia: in Veneto, a Firenze, a Torino e soprattutto a Roma, dove compì la sua maturità artistica.
Dal 1745 Bellotto viaggiò all'estero: a Monaco, a Dresda, a Vienna e a Varsavia e di tutti questi viaggi ci restano ricordi nelle sue numerosissime vedute. Nel 1747 l'elettore di Sassoina, Augusto III, lo chiamò a Dresda e nel 1758 fu la volta dell'imperatrice Maria Teresa.
Il suo stile deriva direttamente da quello dello zio ma si nota in lui una maggiore ricerca di effetto, ottenuta con un personale uso della luce. Un notevole gruppo di sue opere si trova nelle gallerie di Dresda. Fu anche buon incisore e di lui ci restano trentasette acqueforti.
Nel 1767 approdò in Polonia alla corte dell'illuminato sovrano Stanislao Augusto Poniatowki. A Varsavia resterà fino alla morte, realizzando vedute della capitale e delle residenze, 22 delle quali sono oggi conservate nel Castello Reale di Varsavia, in una sala detta "del Canaletto". Morì a Varsavia il 17 ottobre 1780.
Schönbrunn, 1758-1761, Kunsthistorisches Museum, Vienna
Lo stile
Lo stile di Bellotto è caratterizzato da una luce intensa e tuttaviafredda e vetrosa, come emanata da un sole invisibile, ma sgombro di nuvole e basso sull'orizzonte. La luce sempre uguale, ovunque egli dipingesse, Varese o Dresda, Venezia, Varsavia o Vienna, produceva e produce un misterioso effetto straniante: agli abitanti del Nord sembra una luce mediterranea, e agli abitanti del Sud una luce nordica. Dolci stagioni intermedie, vasti cieli azzurri scriminati da lunghe trecce di nubi e la luce come filtrata e riflessa da lenti e specchi.
Le figure umane, nei quadri di Bellotto, non sono più ridotte a sommarie comparse, come avveniva nei quadri di altri vedutisti come Guardi e lo stesso zio Canaletto, ma sono persone vive, variamente e realisticamente caratterizzate.
Il colore è vivo e denso allo stesso tempo, quasi untuoso, con i chiari esposti alla luce squillanti e ardenti e le ombre succose, mai crude. Bellotto sembra conoscere i segreti dei fotografi: ombre lunghe del tardo pomeriggio per rendere meglio lo spazio e la prospettiva.
Non è chiaro se il pittore facesse uso di una camera oscura per realizzare le sue vedute di matematica esattezza, così vicine al sentire illuministico, ma molti segni deporrebbero a favore. Comunque sia i suoi lavori sono talmente precisi e puntuali che nel dopoguerra, nel ricostruire il centro storico di Varsavia raso al suolo nel 1944, ci si servì in ampia misura proprio delle sue vedute.
Varsavia - La Vistola al Castello Reale, dal sobborgo di Praga, 1770. Sulla riva destra del fiume sorge la Varsavia monumentale, con il Castello Reale che si staglia al centro direttamente affacciato sul fiume dall'alto della scarpata; in basso sulla sinistra è raffigurato lo stesso Bellotto, nell'atto di dipingere la veduta, a colloquio con il re Stanislao Augusto; alla sua sinistra, dietro la tela, il figlio Lorenzo e il genero De Perthées.