Nella Spagna del Settecento, Madrid era la capitale dell'arte. A quel tempo solo stabilendosi a Madrid un artista spagnolo nato in provincia poteva sperare di ottenere qualcosa di più di un piccolo successo locale.
La grande ricchezza della monarchia spagnola e il generoso mecenatismo da essa esibito nei confronti delle arti attraevano anche alcuni dei più prestigiosi nomi della pittura europea.
Dal punto di vista qualitativo tuttavia il settecento non rinverdisce le glorie del seicento pittorico e si connota come un secolo di opulenta decadenza. La corte è il cuore pulsante delle attività artistiche, tutte dettate da uno stretto carattere di circostanza e committenza. Spiccano alcune personalità autoctone come il pittore di nature morte Mèlendez: gli spagnoli avevano mutuato questo genere dai fiamminghi ma lo avevano sviluppato secondo un filone autonomo, quello dei bode-gones. Nei bodegones l'accostamento dei soggetti non segue un tema particolare nè rappesenta allegorie: ogni oggetto è un mondo a sè, ritratto nella monumentalità del suo verismo e staccato, in termini "fisici" e metaforici, da tutto il resto della realtà. Gli oggetti appaiono densi, isolati, e vivono di una "grandeur" propria che pur nel massimo del verismo li proietta quasi su un piano metafisico.
Nonostante qualche fortunata corrente artistica autoctona, il XVIII secolo è dominato in Spagna dagli stranieri: il napoletano Luca Giordano, attivo a Madrid tra il 1692 e il 1702, e più tardi il veneziano Giambattista Tiepolo e suo figlio Lorenzo Tiepolo. Quando la grande decorazione tardo barocca e i pesanti preziosismi del gusto roccaille lasceranno spazio ad uno stile più sobrio di ispirazione classica, sarà apprezzatissimo il tedesco Mengs: tutti questi artisti internazionali ebbero un grande influsso sulla maturazione artistica di uno dei più grandi pittori spagnoli, Goya.
Goya fu in un primo tempo allievo del pittore José Luzàn Martinez, l'artista più conosciuto della città di Saragozza: pare che una delle specialità del pittore fossa quella di "vestire" le figure nude nei quadri religiosi. Proprio per questa sua attività, Martinez ottenne il titolo ufficiale di "correttore dei quadri indecenti".
In seguito Goya fece anche la conoscenza del pittore Francisco Bayeu (suo futuro cognato), che si avviava a mietere un successo sempre più crescente; successo che lo condusse, nel 1763, alla corte di Madrid. Fu allora che Goya si recò nella capitale, iniziando la sua ascesa (per certi versi non facile) di pittore.