Teatralità del barocco mistico
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in pittura barocca
La Chiesa cattolica, in risposta alla riforma protestante, attua un profondo lavoro riformistico che verso la fine del cinquecento si diffonde in tutta Europa con un rinnovato senso religioso e spirituale, con forte vocazione verso il trascendente, influenzando la produzione pittorica del seicento e del settecento.
Caravaggio, La Conversione di San Paolo
Dopo il concilio di Trento il dibattito teologico teorizza che la morale e la persuasione devono essere attuate mediate le emozioni provocate dall'arte. Nel Discorso intorno alle immagini sacre e profane il Cardinale Paleotti afferma che la funzione della pittura sacra è di ‘ muovere gli animi dei guardanti, rappresentandoci dinanzi agli occhi e insieme nei nostri cuori atti eroici e magnanimi' e ancora ‘ non vi è strumento più forte o efficace a ciò delle immagini fatte dal vivo; il sentir narrare il martirio di un santo, il zelo et la costanza d'una Vergine, la passione dello stesso Cristo, sono cose che toccano dentro di vero: ma l'esserci con vivi colori qua posto sotto gli occhi il santo martirizzato, colà la Vergine combattuta e nell'altro la Cristo inchiodato, egli è pur vero che tanto accresce la devozione compugne le viscere, che chi non lo conosce è di legno o di marmo'.
Il divino nella cultura barocca
La teatralità e lo studio dei gesti e della mimica permeano i mezzi mediatici del periodo barocco; tra i più importanti studi ricordiamo: De Humana Physiognomia di Giovanni Battista della Porta, L'arte dei cenni di Giovanni Bonifacio, Conferenza sopra l'espressione generale e particolare di Charles Le Brun e il trattato Chirologia, or the natural language of the hand di John Bulwer.
La visione del divino e dell'estasi diventano un nodo centrale della produzione pittorica sacra; si sperimentano nuove forme espressivive col fine di persuadere lo spettatore; i più insigni pittori come Carracci, Caravaggio, Guido Reni, Rubens, Van Dyck, Murillo si cimentano con questo tema ponendo la meraviglia del divino per accendere la spiritualità, l'esaltazione e la devozione verso la grazia di Dio.
Illusioni, gesti, espressioni e composizioni scenografiche traspongono al mondo sensibile il divino.La luce è usata per mostrare e focalizzare il punto d'azione ma anche per converso l'oscurità cela e decontestualizza la scena. Gli oggetti vengono resi realistici, quasi da poterli toccare, mentre dall'alto angeli e luce vengono verso il protagonista rendendo visibile il miracoloso.
L'estasi nel sacro
L'arte sacra, e non solo quella pittorica, ci mostra uomini e santi in atto di preghiera che culminano nell'estasi, nell'esperienza mistica dell' incontro con il divino. I dipinti che rappresentano la visione del sacro hanno come componente fondamentale il volto estatico: testa, faccia e in particolare gli occhi, riversi all'indietro, sono la manifestazione dell'esteriorizzazione dell'anima. Un esempio maturo dell'arte barocca è sicuramente l'estasi e l'anima beata viste dal Bernini, in consonanza con quanto afferma Charles Le Brun: “le maschera della venerazione avranno: testa inclinata verso il lato del cuore e occhi e sopraciglia alzati verso il cielo, al quale sembrano fissi per scoprire ciò che l'anima non può conoscere. La bocca è socchiusa e denota la sottomissione e il rispetto che l'anima prova per un oggetto che ritiene superiore ad esso.”
Anche il corpo in estasi è ricco di pieghe e posture per render lo sforzo, la costrizione e la tensione verso un emozione che spinge a un piacere spirituale trascendente. Con le espressioni e le pose il pittore cerca di esprimere l'istante teofanico.