Jean Baptiste Lully nacque a Firenze il 28 Novembre 1632 sotto la parrocchia di Santa Lucia del Prato e battezzato lo stesso giorno nel battistero di Piazza del Duomo. Le sue origini sono state sovente oggetto di discussione poiché non si è mai giunti ad uno stato di certezza.
A tredici anni, Lully si trasferisce a Parigi, chiamato dal cavaliere di Guisa che aveva promesso alla figlia di Gaston d'Orléans un piccolo italiano per fare conversazione in italiano, che ella stava allora studiando.
Nel 1652, Lully venne impiegato come cameriere personale della principessa, carica prestigiosa, che consentiva una certa libertà, della quale Lully subito sfruttò per raffinarsi nella musica. Fra gli impiegati della Grande Medemoiselle figurava anche il futuro suocero Michel Lambert, cantante stimato di arie. La corte della principessa era l’ideale per il giovane talento italiano che poteva assistere a concerti, opere e balletti. Le vicessitudini politiche portarono la principessa all’esilio e Lully, ventenne, ottenne il licenziamento per apparire al giovane Luigi XIV con l’ambizione di diventare compositore di corte. Dopo studi e fatiche fu nominato nel 1653 compositore della musica strumentale del re. Ben presto dal 1655 le sue opere cominciano addirittura ad essere menzionate.
All’inizio della sua carriera a corte si presta per lo più come giullare, violinista in soprappiù e buffone ma collabora con Benserade, Pellisson, Corneille, scrive introduzioni e intermezzi per le opere di Cavalli, che il cardinale Mazzarino aveva fatto venire a Parigi nel 1660.
Dal 1661 Lully si farà chiamare Monsieur de Lully, per sfoggiare la sua naturalizzazione francese appena ottenuta, ed è contemporaneamente nominato sovrintendente della musica del re.
Nel 1662 si unisce in matrimonio con la figlia di Lambert. Da questa unione che, nonostante le infedeltà di Lully, doveva rivelarsi solida, nacquero nel corso dei primi 6 anni, 6 figli, 3 maschi e 3 femmine.
Insoddisfatto dell’orchestra di corte si prodiga anche nella funzione didattica e crea una sua orchestra, i 24 violons du Roy, che grazie alla rigida disciplina esegue i pezzi con tempo e ritmo perfetto.
Dall' opera Atys, entrèe et danse des Zèphyros
Ambizioso e tenace non si lascia scappare l’occasione di diventare librettista di corte. Nel tentativo di creare un opera francese simile a quella italiana armoinzzando la lingua alla musica. Nel 1669 Perrin diventa librettista di corte cogliendo grandi trionfi. La sua fama però dura poco e per causa debiti finisce in galera dove viene salvato da Lully che paga i debiti ma con il favore di ottenere dal Perrin il privilegio che fu enormemente potenziato nel marzo 1672 con lettere patenti del re che confermavano questa cessione e la completavano con l’inibizione a chiunque non fosse Lully di “far cantare qualunque pezzo musicale intero sia in versi francesi che in altra lingua, senza il suo permesso, pena un'ammenda di 10.000 lire”.
A partire da questo momento, Lully diveniva di diritto e di fatto padrone assoluto della scena lirica francese; diviene il Re della Musica e di questo diritto egli si valse vita natural durante.
Uomo determinato ed intelligente non sciupa il denaro ma lo accumula ed investe abitando in un palazzo bellissimo degno della sua fama. Dalle opere buffe passa alle tragedie ed alle musiche sacre componendo un’opera all’anno. Le fatiche lo provarono ma gli attacchi su di lui finirono quando i nemici si arresero all’evidente amore del re Sole per lui.
Il successo maggiore l’ebbe con il Bellérophon (libretto di P. Corneille), rappresentato il 31 Gennaio 1679, la sala del palazzo reale era gremitissima, “on peut dire que tout Paris y estoit et que jamais assemblée ny fut ny plur nombreuse ny plus illustre”. La musica venne stampata attraverso i tipi di Ballard, preceduta da una dedica al sovrano.
Lully rappresentò la carica di cantore ufficiale della gloria del regno, celebrante le virtù del sovrano, organizzante tutte le feste di corte. Luigi XIV non può fare a meno di lui e lo tratta con una familiarità che stupisce e naturalmente suscita invidia. Sicuro della fiducia del Re, Lully può permettersi tutte le audacie, impunemente. Ormai può chiedere tutto ciò che desidera, con la certezza che nulla gli verrà rifiutato: il Re lo nomina suo segretario e l'onora persino diventando padrino al battesimo del suo primogenito.
La Marcia per la cerimonia dei Turchi, comèdie-ballet “Il borghese gentiluomo” di Lully-Molière, rappresentata nel film “Le Roi Danse” di G. Corbiau
La tragedie lyrique Isis, su libretto del fedele collaboratore Philippe Quinault, fu composta da Lully nel 1677 e messa in scena nella residenza di Saint Germain en Laye.Ancora una volta i temi sono mitologici e narrano la vicenda della ninfa Io amata da Giove e osteggiata dalla gelosaGiunone,che la trasforma nella dea egizia Iside in cambio di un giuramento di fedeltà da parte del consorte.
La scelta del soggetto dell’opera adombra, come spesso accadeva, personaggi e situazioni reali della corte: la ninfa IO ricorda Isabella de Ludres, la giovane dama dai capelli ramati che attirava le attenzioni del sovrano Luigi-Giove in quel periodo, suscitandole ire e le gelosie dell’allora maitresse en titre Athenais de Montespan, novella Giunone. Queste allusioni non passavano inosservate e divertivano i cortigiani, sempre a caccia di “gossip”, che al completo cantavano a memoria la deliziosa canzone di Io del terzo atto “E’ ben crudele offesa/ Apparire bella/ A occhi gelosi”, uno dei più grandi successi del tempo.
Aria tratta dalla Tragedie lyrique Isis
Il carattere del musicista era buono e sapeva alternare severità e cordialità con i suoi sottoposti riuscendo a farsi apprezzare ed amare. La sua tirannia musicale era però totale e lui vivo nessun poté far rappresentare opera o balletto che fosse. Lully assecondava il re in ogni modo, accortosi dell’amore per la Maintenon, pia e devota, si produsse in mottetti e di élévations; nel 1683 compose il De profundis e l'anno seguente pubblicò, presso Ballard, i Motets à deux choeurs pour la chapelle du Roy. Nel 1684 Lully compose Amadis de Gaule a cui seguirono, sotto consigli del Re Sole, Roland (1685) e l'anno dopo Armide, rappresentata a Parigi il 15 febbraio con strepitoso successo.
Dall'opera Armide, Passacaille (atto V, scena I)
L'8 Gennaio 1687, mentre dirigeva un Te Deum per la guarigione del sovrano, Lully in preda al nervosisimo per l'assenza del re che ormai non gli concedeva più i suoi favori su consiglio della Maintenon, si ferì un piede con un furibondo colpo del bastone con il quale batteva il tempo all’orchestra: si produsse un ascesso che, trascurato, degenerò in cancrena. Morì 2 mesi e mezzo dopo all'età di 55 anni, il 22 Marzo 1687 a Parigi.
Te Deum