La musica come patrimonio comune
La Riforma di Lutero ebbe, tra i suoi obiettivi principali, la semplificazione della liturgia e dell'apparato formale delle funzioni, in modo da favorire un rapporto più diretto e intimistico tra il fedele e Dio. Il centro della celebrazione diventava pertanto non l'officiante con la ripetitività dei suoi gesti cerimoniali e le sue formule standardizzate in latino, ma l'assemblea, vero cuore pulsante della società protestante ed unico possibile interlocutore con la divinità.
A questo scopo, Lutero effettuò un totale e minuzioso rimaneggiamento di tutte le fasi della liturgia, concentrandosi sul “problema” della lingua e sulla musica come elemento aggregante e portatore del messaggio della comunità.
Il latino fu soppiantato dal volgare germanico nelle preghiere come nel canto e cominciò a diffondersi una traduzione della Bibbia in tedesco, effettuata dallo stesso Lutero, non autorizzata dalla Chiesa di Roma poiché basata sui testi aramaici originali e non sulla Vulgata di San Girolamo.
In aperta contrapposizione con le celebrazioni cattoliche, dove la musica sacara era un vero e proprio spettacolo di bravura affidato esclusivamente a professionisti ed ecclesiastici, Lutero concepì il canto sacro come qualcosa di semplice che potesse coinvolgere attivamente tutti i credenti: stravolse completamente la tradizione polifonica di stampo cattolico (la polifonia aveva comunque avuto poca fortuna nel Rinascimento tedesco) e attraverso un lavoro di ricerca e riduzione, attinse all'immenso patrimonio di canti profani germanici, adattandone i temi e i testi.
Dal Lied al Corale
I lieder erano canzoni profane in volgare germanico che si erano sviluppate soprattutto a partire dal basso medioevo: di carattere spesso dissacratorio o licenzioso, erano però molto conosciuti da un pubblico di tutti gli strati sociali ed avevano trovato grande diffusione in Germania per tutto il 400' grazie all'opera dei Maestri Cantori.
Nel '500 queste melodie, ormai radicate nel patrimonio popolare in ogni angolo del paese, vengono riprese da musicisti di ambiente colto quali Ludwig Senfl, Michael Praetorius e Leo Hassler che, sensibili alla tradizione polifonica italiana, ne producono alcune raffinatissime versioni a tre o quattro voci molto vicine all'impianto ritmico della “frottola”.
Con l'aiuto del musicista Johann Walther, Lutero raccoglie i lieder più amati e popolari, sostituisce i testi con i salmi, talvolta li semplifica e riduce la polifonia a monodia; modifica persino alcuni canti militari e penitenziari, dimostrando che la parola di Dio non è estranea a nessun ambito dell'umano.
Nasce così il concetto di corale riformato, un genere musicale estremamente semplice destinato ad un'assemblea spesso incolta, ma che ritrovava nel canto liturgico melodie note e nei testi in tedesco dei contenuti facilmente comprensibili e memorizzabili.
Il corale può essere intonato "choralitier", ossia in forma monofonica, oppure "figuraliter" ossia in forma polifonica, grazie alla semplice armonizzazione della linea vocale di base. Di questa prassi, in uso sin dalla metà del Cinquecento, si avvarranno nei secoli successivi tutti i compositori tedeschi di fede luterana, ivi compreso, naturalmente, J.S. Bach.
Nel XVIII secolo il corale subisce una profonda trasformazione in seguito alla diffusione, seppur limitata, del melodramma in Germania e lo sviluppo della produzione strumentale profana: nel 1704 infatti il pastore Erdmann Neumeister pubblica un'antologia di testi destinata all'intonazione liturgica, nella quale i testi biblici sono suddivisi in recitativi, arie, concertati e numeri corali, fornendo un efficientissimo modello formale per i posteri. La musica vocale sacra in Germania perde quindi parte della sua essenzialità austera e della sua graniticità formale per declinarsi in momenti monodici e strumentali che donano brio e ariosità.
In particolare Bach porterà a massime vette di perfezione questo modello, con composizioni come la Passione secondo San Matteo e la Passione secondo San Giovanni.
La musica profana: I Meistersinger
In ambito profano, la produzione musicale fu già dal 1300 nelle mani dei Meistersinger, appartenenti ad una scuola poetica e musicale di estrazione borghese ed essenzialmente metropolitana. I Meistersinger (maestri cantori) erano mercanti e artigiani organizzati in gilde che si dilettavano nella composizione di testi e melodie codificate secondo un rigidissimo codice di composizione ed esecuzione, diverso per ogni corporazione e denominato Tabulatur.
Il carattere del tutto amatoriale dei Meistersinger e la loro ignoranza in materia di armonia, polifonia e contrappunto contribuirono alla creazione di un repertorio di canzoni (lieder) strutturalmente semplici e piatte, ma particolarmente gradite al pubblico per il linguaggio popolare e colloquiale dei testi e per le tematiche ispirate non a valori aristocratici ma all'ambiente variopinto e variegato del “burg” .
L'aspetto dilettantistico e la stretta connessione tra la musica e le specificità territoriali e professionali di ogni singolo Meistersang rimarranno radicati profondamente nel modo di fare musica in Germania per tutto il XVII e il XVIII: l'alto valore morale ed autodisciplinante della musica, anche a livello dilettantstico e domestico, sarà uno dei punti focali della dottrina protestante, che ne farà, in un tutt'uno con il lavoro e la famiglia, l'unico strumento di elevazione, salvezza e riscatto dal peccato.
La Riforma si prefigge inoltre di salvaguardare ed anzi esaltare le peculiarità del patrimonio culturale di ogni area geografica, recuperando melodie legate al territorio e alla trdizione dei maestri cantori locali, ma al tempo stesso uniformandole tramite i testi agli orientamenti generali del codificato corale protestante.
Hans Sachs fu forse il più noto e rappresentativo Meistersang, prima che questa figura cominciasse a declinare intorno agli inzi del XVII secolo. Sachs, già all'apice della sua fama, si schierò dalla parte della Controriforma e sostenne Lutero con scritti poetici come Die Wittembergisch Nachtigall (l'usignolo di Wittemberg) del 1523 e con numerosi drammi e farse musicali in lingua tedesca a tema biblico, ove si prendeva ispirazione dai nuovi testi sacri riformati e si mettevano in scena la nuova etica e la dottrina luterana.
Nelle sue tragedie e commedie con elementi musicali, che in qualche modo anticipano alcuni elementi del melodramma di gusto “teutonico”, Sachs adatta con intento didascalico le vicende dell'Antico testamento o di un mitico medioevo germanico alla mentalità e alle esigenze delle classi piccolo borghesi e artigiane: i suoi personaggi spesso discutono di morale, della corretta condotta di vita e del valore del commercio e del lavoro che dona alla città e agli individui allo stesso tempo ricchezza economica, pace, ordine, onorabilità e ragionevolezza.
Lui stesso non abbandonerà mai la professione di calzolaio, anche quando l'attività artistica gli riserverà fortuna e guadagni, dimostrando un ferreo senso del dovere ed un'etica del lavoro esemplare che lo renderanno un simbolo e un modello del protestantesimo metropolitano.
Per la diffusione delle sue numerosissime opere poetiche e musicali (più di 1800 componimenti in versi e più di 2400 lieder), Sachs si avvale, sull' esempio di Lutero, del rivoluzionario mezzo della stampa, pubblicando i suoi lavori sulla gazzetta di Norimberga (Folium) a partire dal 1558 e curando personalmente un serie di libelli e volantini molto critici con le gerarchie ecclesiastiche e la chiesa di Roma.
Queste pubblicazioni, diffuse capillarmente in tutto il territorio germanico, contribuiranno alla crezione di un'aura quasi mitica intorno Sachs, la cui fama sarà decrtetata come imperitura dall' opera wagneriana “I Maestri Cantori di Norimberga”. Nel melodramma, oltre ad essere musicato il testo originale della poesia sulla Riforma Wach auf ("Svegliati"), Wagner tratteggia il personaggio Sachs come eroe del protestantesimo e della “germanicità”, individuando a partire da lui una continuità nel “far musica alla tedesca”che arriva fino al melodramma ottocentesco, intriso degli stessi valori e del medesimo titanismo morale dei tempi antichi.