Alle origini del giornale: le notizie manoscritte
Grande novità del Seicento è la nascita del giornale, inteso sia come foglio d’informazione che come giornale letterario. In precedenza, l’informazione era rappresentata da “avvisi” manoscritti che venivano venduti e appesi nei luoghi più frequentati della città. Era uno strumento non regolato, e poteva accogliere anche pettegolezzi, satire e cronache politiche spregiudicate. Questi giornali manoscritti, chiamati “lettere d’avvisi” o “distinti racconti”, aggiravano facilmente la censura; per il loro carattere di maggiore libertà sopravvissero anche dopo la nascita del giornale a stampa. I fogli manoscritti avevano anche la funzione di diffondere notizie di carattere economico; le informazioni venivano raccolte dagli agenti delle compagnie commerciali che agivano anche fuori d’Italia. Questi avvisi avevano le dimensioni di un quaderno, si componevano di 4/8 facciate, non erano firmati e davano le notizie in maniera assai schematica e rapida.
Le gazzette
Le prime gazzette a stampa hanno un formato simile a questi quaderni. Compaiono a Firenze nel 1636, a Genova nel 1639, a Bologna e Milano nel 1642, e in seguito nelle altre città d’Italia. Sono giornali ancora senza un nome, che scrivono notizie riportate dai corrieri e non azzardano nessun tipo di commento. Rispetto agli avvisi manoscritti, le gazzette richiedono un’autorizzazione e sono sottoposte a censura preventiva. Intorno agli anni ’40 del secolo s’introducono le prime novità sostanziali: alcune gazzette si danno un nome e cominciano a uscire secondo una periodicità più o meno regolare. A Genova nasce il “Sincero” (1646-48), a Torino “I successi del mondo” (1645). Il giornale si avvia lentamente a diventare uno strumento della politica culturale, si stabiliscono le responsabilità dello stampatore e del redattore e anche i corrieri diventano responsabili di ciò che riferiscono, quando non sono addirittura incaricati di tale compito dalle stesse corti.
I giornali letterari
I giornali che si occupano di letteratura, scienza e filosofia hanno un’origine diversa e sono destinati a un pubblico decisamente più ristretto, quello degli intellettuali. In Italia questi giornali nascono sull’esempio dei modelli europei. Primi fra tutti, il “Journal des Savants” di Parigi e le “Philosophical Transactions” di Londra.
Il “Journal des Savants”
Fondato nel 1665 dall’Accademia Francese, è protetto dalla monarchia e di conseguenza diviene l’espressione della politica culturale di Luigi XIV. Pubblica presentazioni e riassunti dei libri editi in Francia e in Europa, offrendo al pubblico specialistico un valido strumento d’informazione.
Le “Philosophical Transactions”
Il periodico inglese è legato alla Royal Society, ossia alla più prestigiosa accademia scientifica europea. Dà notizie sulle ricerche e i risultati delle esperienze scientifiche, indirizzandosi a un pubblico di dotti scienziati.
Il primo “Giornale de’ letterati” italiano
Il “Giornale de’ letterati” viene pubblicato a Roma nel 1668 su iniziativa della curia romana, che avverte la crisi della cultura controriformistica e intende dare un segno d’apertura verso le esperienze europee. Il giornale riassume e presenta libri, ma offre anche traduzioni di articoli del “Journal des Savants” e delle “Transactions”. Nello stesso tempo instaura contatti con l’Accademia dei Lincei, quella degli Investiganti di Napoli e con l’Accademia del Cimento di Firenze. Esce con periodicità mensile e si compone di 18 pagine, dando la prevalenza ad argomenti scientifici e filosofici. Tra i redattori ci sono funzionari della curia, insegnanti, prelati. Nel 1675, in seguito a un dissidio tra due collaboratori (Nazari e Ciampini) nascono due testate che portano lo stesso nome.
Il “Giornale de’ letterati” del prelato Ciampini ospita i dibattiti dell’Accademia fisico-matematica che ottiene la protezione di Cristina di Svezia. Gli interessi prettamente scientifici dell’accademia, e l’impronta dei suoi studi che si rifanno alla tradizione galileiana, fanno del giornale una voce particolarmente vivace.