Anche in Francia il barocco fu caratterizzato dall’attrazione per l’eccesso e dal trionfo della fantasia e dell’immaginazione, anche se in parallelo si sviluppò una tendenza che aspirava alla misura, all’armonia e alla ragione; tra i poeti che coltivarono l’aspetto irrazionale, esuberante ed irregolare, possiamo collocare Pierre De Marbeuf.
Non sappiamo molto della vita di questo poeta francese, solo che nacque a Pont de l'Arche intorno al 1596 e morì, forse, nel 1636, che studiò diritto con Descartes, che compose versi di fattura squisitamente barocca, molto esaltando nei suoi componimenti l’amore, la fragilità dell’esistenza, soprattutto la natura, fra giochi di parole, similitudini e metafore bizzarre, concetti ingegnosi ed iperboli, in un esasperato virtuosismo tipico dello spirito dell’epoca.
Famosissimo è il suo sonetto “ Et la mer et l'amour ont l'amer pour partage” (Ed il mare e l’amore in comune hanno l’amaro), pubblicato nel 1628, d’impostazione mariniana (il celebre poeta napoletano Giovan Battista Marino si trasferì in Francia nel 1615, invitato da Maria de' Medici), incentrato sulla similitudine fra il mare e l’amore, temi entrambi cari all’immaginario dei poeti.
Come il mare è periglioso, insidioso, non privo di tempeste, così è l’amore, simile ad una guerra (il richiamo alle armi, armes) nella quale, però, si è indifesi (disarmati).
L’amore è un fuoco che infiamma e arde, che non può essere spento, che arreca sofferenza e dolore, ma pure quanto è vitale!
Et la mer et l'amour ont l'amer pour partage
Et la mer et l'amour ont l'amer pour partage,
t la mer est amère, et l'amour est amer,
l'on s'abîme en l'amour aussi bien qu'en la mer,
car la mer et l'amour ne sont point sans orage.
Celui qui craint les eaux, qu'il demeure au rivage,
celui qui craint les maux qu'on souffre pour aimer,
qu'il ne se laisse pas à l'amour enflammer,
et tous deux ils seront sans hasard de naufrage.
La mère de l'amour eut la mer pour berceau,
le feu sort de l'amour, sa mère sort de l'eau
mais l'eau contre ce feu ne peut fournir des armes.
Si l'eau pouvait éteindre un brasier amoureux,
ton amour qui me brûle est si fort douloureux,
que j'eusse éteint son feu de la mer de mes larmes.
Ed il mare e l’amore in comune hanno l’amaro
Ed il mare e l’amore in comune hanno l’amaro,
e il mare è amaro, e l’amore è amaro,
ci perdiamo nell’amore così come nel mare,
perché privi di tempesta non son l’amore e il mare.
Chi teme le acque si soffermi alla riva,
chi teme le pene che si soffre per amare
dall’ amore non si lasciinfiammare
ed entrambi non rischieranno di naufragare.
La madre dell’amore per culla ebbe il mare;
il fuoco esce dall’amore, sua madre esce dal mare,
ma l’acqua contro questo fuoco armi non può dare.
Se potesse l’acqua spegnere un braciere amoroso,
il tuo amore che mi brucia è così tanto doloroso,
che avrei spento il suo fuoco col mare delle mie lacrime.
(traduzione di F. Santucci)
In metafora e similitudine, molto amarono i poeti paragonare l’amore al mare, ma ne furono affascinati anche i pittori del Seicento, europei e fiamminghi, come Domenico Fetti, Giacinto Gimignani, Nicolas Regnier, Rubens, soprattutto suggestionati dalla leggenda, tramandata dagli antichi scrittori, di Ero e Leandro, gli sventurati amanti separati per sempre dall’Ellesponto, che inghiottì nei suoi tempestosi flutti Leandro e causò il suicidio di Ero, disperata allorché scorse il corpo senza vita dell’innamorato.
Bibliografia
Poeti dell’età barocca, Guanda, Parma, 1961
V.- L. Saulnier, Storia della letteratura francese, Einaudi, Milano, 1964
E. Balmas-M. Richter- G. Giorgi, Antologia della letteratura francese, vol.I,Fabbri editori, Milano, 1969