Tulipomania
Scritto da Laura Savani. Pubblicato in mirabilia
Tutto ebbe inizio con un furto
Quando nel 1544 Ogier Ghiselin de Busbecq, ambasciatore del Sacro Romano Impero presso il sultano, vide fiorire tra Adrianopoli e Costantinopoli i tulipani, essi erano coltivati in Turchia già da tempi remoti, già citati, tra l'altro, nelle "Mille e una notte" intorno al 1255; occupavano il campo dello stemma della casa regnante degli Osmani Othma'n e comparivano, come giglio fiorentino, sulle stoffe, sulle ceramiche e scolpiti nella pietra. Il tulipano, tuttavia, proveniva dalla Persia, dove cresceva selvatico, simbolo della dichiarazione d'amore e cantato dai poeti.
Busbecq portò a Vienna il primo tulipano e in Austria piacquero a tal punto che si diffusero rapidamente sia nei giardini di corte sia in quelli degli studiosi e dei banchieri. Ma la diffusione di questo fiore nel resto d'Europa e in particolare in Olanda, che è stata la loro seconda patria, si deve ad un'azione disonesta, ad un furto.
Quando Carolus Clusius, famoso botanico, che aveva piantato i semi pervenutigli dalla Turchia nei giardini imperiali a Vienna, si trasferì, nel 1593, a Leida portò con sé i bulbi dei suoi tulipani che, però, gli furono rubati: questo furto che ispirò più di duecento anni dopo Alexandre Dumas per il suo romanzo Il tulipano nero, contribuì alla diffusione dei fiori in Olanda e si dice che la prima corolla di tulipano che si sia schiusa sotto cieli olandesi, suscitando ammirazione ed interessamento, fosse quella del giardino del farmacista Kiewers di Amsterdam.
Fu la Francia a decretarne la moda all'inizio del Seicento, grazie alle dame che li portavano nella scollatura degli abiti. La moda dilagò a tal punto che venne coniato il termine tulipomania.
Tutti volevano ad ogni costo tulipani di tipi nuovi e sempre più rari; tale mania fu sfruttata dai coltivatori olandesi che ebbero praticamente il monopolio della coltivazione anche grazie ad un fattore fortunoso: i terreni olandesi si prestavano ottimamente alla coltivazione dei tulipani. I prezzi divennero esorbitanti: uno sposo accettava come dote della moglie anche un solo bulbo, soprannominato mariage de ma fille, matrimonio di mia figlia.
Una nuova unita di peso: il perit
Fu creata una nuova unità di peso, il perit, per valutare i bulbi, mentre le contrattazioni più rilevanti si svolgevano inizialmente nel palazzo del mercante Van der Burse a Bruges, che si trasformò nella sede non solo del commercio di tulipani ma anche di altri prodotti. Derivò così dal suo nome, tramite il francese, la parola Borsa, che indica il luogo delle contrattazioni di titoli azionari e di monete.
Jan- Bruegel- il Giovane - Satira sulla Tulipomania
Tutti pazzi per i tulipani
Amsterdam divenne a poco a poco il più importante centro commerciale della zona, dove la gente guadagnava o perdeva grandi somme di denaro scommettendo sui colori dei nuovi bulbi, ma anche su prezzi imprevedibili come quelli delle attuali Borse.
A loro volta i pittori fiamminghi approfittarono della moda per dipingere quadri dove campeggiava l'idolatrato tulipano.
Alla fine del 1634 molti ingenui investirono somme ingenti sui tulipani, seguiti persino da artigiani e operai che acquistavano a credito. Si commerciava sui bulbi non ancora disponibili, speculando con operazioni a termine tramite "collegi" non organizzati che si riunivano nelle taverne.
Ma questa folle mania era destinata a durare poco: nel febbraio nel 1637 i prezzi crollarono provocando pesanti perdite; tuttavia la produzione e il commercio di bulbi continuarono anche quando a poco a poco la moda febbrile dell'inzio secolo cominciò a venir meno.
Ancora oggi la coltivazione di tulipani è una delle attività più redditizie dell'Olanda che ormai quasi si identifica col fiore dei sultani.