Le piccole corti di provincia sono in periodo barocco corti di teatro: è la stessa arte barocca a farsi teatrale in perfetta sintonia con le inclinazioni del secolo alla ricerca della meraviglia. Lo spazio teatrale è il luogo artistico dove poter sperimentare il gioco dell’illusione e i prodigi della tecnica. E’ in questo contesto che gli scenografi – ingegneri danno vita ad uno spazio astratto e concreto insieme.
A Piacenza grande ruolo giocano i fratelli Galli di Bibiena che furono una dinastia di scenografi, quadraturisti, costruttori di teatro: Ferdinando e Francesco si fermarono nel Ducato Farnesiano di Parma e Piacenza già dal 1680. Entrambi attivissimi, lavorarono a Palazzo Farnese e al Teatro della Cittadella.
Già dai primi anni la presenza dei due fratelli si rivelò significativa e preziosa per l’evoluzione del gusto architettonico e decorativo degli artisti piacentini. Le loro virtuosistiche impaginazioni dello spazio attraverso rigorose conoscenze prospettiche contribuirono in modo determinante alla formulazione dello stile che condizionò la vita artistica del Ducato. I Bibiena trasportarono gli elementi ed i temi delle scenografie e delle costruzioni teatrali nei saloni e sulle facciate di palazzi nobiliari piacentini che si apprestavano a diventare il fulcro del rinnovamento artistico della Piacenza del ‘700.
Palazzo Farnese - 1
Costruito a partire dalla metà XVI sec. il palazzo si compone dell'appartamento del Duca, al piano rialzato, con quattro sale ornate con fregi continui a stucco (1685-1688) raffiguranti armi, stemmi e simboli del potere politico e militare che fanno da cornice ai dipinti dei Fasti Farnesiani: il ciclo di Paolo III di Sebastiano Ricci e le imprese di Alessandro Farnese di Giovan Eangelista Draghi.
Al primo piano troviamo l'appartamento “dorato” della Duchessa con soffitti affrescati con architetture illusorie, superstiti della fastosa decorazione sui colori dell’ocra e dell’oro della seconda metà del Seicento. Ora il palazzo è sede dei Musei Civici.
Oratorio S. Cristoforo - 2
Della fine XVII sec. è detto anche Oratorio della Morte, perché sede della confraternita piacentina che aveva come scopo la sepoltura dei morti e il suffragio delle anime. La costruzione e decorazione è frutto della collaborazione tra i Bibiena e l’architetto ducale Domenico Valmagini. E' caratterizzato dalla pianta centrale da cui si sviluppa il coro. Nel progetto originale la cupola era rivestita in rame. Per una descrizione completa rimandiamo alla pagina dell'Oratorio di San Cristoforo, Piacenza.
Palazzo Anguissola da Grazzano - 3
Progettato da Cosimo Morelli verso il 1773 è dottato da un ingresso decentrato allineato con l’entrata per le carrozze in Via Mosca. E' presente un atrio monumentale con cancello e decorazioni di gusto già neoclassico.
Palazzo Costa Trettenero - 4
Della prima metà XVIII sec. palazzo Costa è dotato di una facciata incompleta (previste 21 finestre, se ne contano 14), timpano rococò centrale con stucchi e pregevoli ferri battuti. L’edificio è organizzato ad U sullo spazio verde, prima giardino all’italiana, poi all’inglese. All'interno sono presenti pregiatissimi affreschi del salone d’onore ad opera di Ferdinando Bibiena e Giovanni Evangelista Draghi, manifesto della “veduta per angolo” attraverso costruzioni architettoniche dipinte capaci di inganni ottici.
Palazzo Ferrari Sacchini - 5
Costruito alla fine XVII sec. E' caratterizzato da un bugnato nella parte inferiore, serie di paraste, che collegano i due piani. Particolari sono le mensole sporgenti con motivi a ghirlanda e le due ricercate balaustre in ferro battuto, all'interno le decorazioni sono del maestro Dalmazio Della Porta.
Palazzo Anguissola di Cimafava Rocca - 6
Risale alla seconda metà XVIII sec. è composto di tre cortili con schema ad U verso il giardino, introdotto da un portico. Di particolare interesse è il salone d’onore recentemente restaurato affrescato con storie di Alessandro Magno, mentre il bellissimo cancello è in stile neoclassico con motivi di sole raggiato e insegne familiari.
Palazzo Scotti da Sarmato -7
Risalente alla seconda metà XVIII sec. è dotato di una pianta semplice ricollegabile ad altri palazzi piacentini, arricchita da materiali e decorazioni preziose. Nei timpani delle finestre esterne è presente una vivace galleria di personaggi. Dal giardino all’Italiana si intravede la facciata neoclassica della chiesa di San Agostino.
Monumenti equestri di Ranuccio I e Alessandro Farnese - 8
Piazza Cavalli è trionfalmente ornata dai due cavalli del Mochi che li ha eseguiti nella prima metà XVII sec. Danno il nome alla piazza principale della città e sono una delle più alte rappresentazioni, in bronzo e marmo, di statue equestre dell’arte barocca italiana. Nei bassorilievi abbiamo il tema Buon Governo per il monumento di Ranuccio, e imprese militari nelle Fiandre per Alessandro.
Palazzo Galli - 9
Costruito a partire dalla seconda metà XVII sec. è dotato di diverse fasi decorative: affreschi del salone d’onore di gusto classicheggiante con storie di Giulio Cesare (fine XVII), sistemazione facciata XVIII e interventi XIX - inizio XX con la copertura in vetro e ferro del cortile interno.
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