Per chi ama il barocco e pensa di conoscerlo, per chi lo ama e vuole saperne di più, per chi pensa che sia solo vuota forma, oggi il nostro focus è su Il Barocco di Tomaso Montanari, della collana Piccola Storia dell'Arte Einaudi. Dopo il successo del ciclo di documentari La libertà di Bernini, condotto da Montanari su Rai5, è venuto alla nostra attenzione questo volume datato 2012, di dimensioni che non intimoriscono: ma a dispetto del formato "tascabile", il docente di Storia dell' Arte Moderna della Federico II di Napoli spalanca orizzonti vasti e inaspettati sulla galassia barocco.
Fuori dagli schemi?
«Un ragionamento che non torna, una perla bizzarra, una frode: il senso non cambia poi molto."
Con queste parole Tomaso Montanari, storico dell'arte e attento studioso del Seicento romano ed europeo, sintetizza le incerte origini semantiche del termine barocco, individuando un denominatore comune: la natura di per sè asimmetrica, unica e fuori dagli schemi di un movimento che invece, per comodità, convenzione o sottostima, risulta uno dei più "incasellati" della storia dell'arte.
Montanari si cimenta nella titanica impresa di rendere tutta la complessità e la variegatura di questa discussa categoria storiografica e stilistica, senza rinunciare alla felice sintesi interpretativa che abbiamo imparato ad associare all'idea di un barocco da manuale: ma la domanda che l'autore si pone è in che modo utilizzare correttamente questa categoria senza che la sintesi la svuoti di significato e ne uccida la natura multiforme? O meglio, un certo barocco esiste solo sulla bocca dei critici e sulle pagine stampate o identifica davvero manifestazioni tangibili di un ignegno multiforme e mozzafiato che raramente ha raggiunto apici simili nella storia?
Protagonisti e interpreti
Le problematiche di metodo inerenti al barocco sono affrontate da Montanari secondo vari punti di vista: apre il volume "Interpretare il barocco" , una premessa sull'origine e l'avventura storiografica del termine barocco, l'età buia della critica romantica e Crociana, la riscoperta nel Novecento e il senso di un dibattito barocco ai nostri giorni.
La sezione "I Protagonisti" ci accompaga in un appassionante viaggio nella Roma post-tridentina dei secoli XVI e XVII, nei palazzi e nelle logiche delle grandi committenze, negli ambienti della propaganda della ecclesia universalis che spiana la strada ad un nuovo linguaggio di teatralità e tensione drammatica, nelle botteghe e nelle fantasie ardimentose di coloro che furono i pionieri di questo rinnovamento estetico pronto a scardinare i canoni apollinei e codificati di classicismo, umanesimo e Rinascimento, attingendo tuttavia al meglio che questi potevano offrire.
Chiude il volume una carrellata di 53 opere considerate paradigmatiche, spiegate e interpretate in meno di una pagina, con immagine a fronte: un'antologia sintetica ma davvero efficace ed esemplificativa per una panoramica del barocco romano ed europeo.
Barocco: libertà, coraggio, umanità
Montanari, portandoci per mano nella bottega di Bernini, affollata di cardinali e persino di papi, tra i ponteggi degli affreschi di Pietro da Cortona, tra le linee dei progetti di Borromini, che sfidano la geometria e ripensano una fisica dell'architettura statica dai tempi di Vitruvio, esprime chiaro un concetto: il barocco non è un fuoco fatuo senza memoria, non è una negazione (come qualche detrattore nei secoli ha goffamente argomentato) ma una naturale ri(e)voluzione dei canoni del passato, in cui tutto viene salvato (persino il vituperato manierismo) e santificato.
E' un nuovo umanesimo potenziato in cui le forme vengono stravolte, amplificate, esagerate, ma nel quale la centralità dell'uomo non è solo mantenuta ma diventa canone e stessa ragion d'essere dell'opera d'arte, che esiste solo per essere spettacolo permanente per chi guarda, qui e ora, fosse egli un papa della Roma del '600 o un turista giapponese con Iphone alla mano.
Ed è questo il grande segreto del barocco, che Montanari disvela sapientamente come un'evidenza che troppo spesso è sfuggita ad occhi di critici intrappolati nella sterilità delle questioni formali: il "barocco" è fatto per l'Uomo, per tutti gli uomini che avranno voglia di emozionarsi al suo cospetto in ogni tempo.
Al di là delle esigenze delle committenze e dei progetti planetari di Chiesa e monarchie assolute, il barocco è un grande atto di coraggio e di libertà, una dichiarazione d'amore per l'Uomo che parla un linguaggio umano. L'unico barocco di cui ha davvero senso parlare e che forse esiste davvero non è quello delle categorie accademiche, ma quello delle piazze e delle strade del Mondo, che ancora emoziona e risuona come "la voce fuori dal coro" in cui affonda le sue radici la nostra modernità.