Il '600 è il secolo che vede la Francia al comando dello scacchiere europeo ma mentre fino alla metà del secolo questa supremazia coincide solo in parte con quella della moda e del costume, essa diventa totale con l'ascesa al trono di Luigi XIV re di Francia, un sovrano giovane e lungimirante che rivoluzionerà ogni aspetto del vestirsi e dello “stare a corte”.
Per il Re Sole ogni occasione è buona per lanciare mode e usanze che rafforzino la sua fama e il suo carisma in patria e all'estero e che possano fruttare vantaggi economici alla corona e all'economia della Francia.
A cominciare dalle manifatture tessili che, sotto l'impulso mercantilista di Jean Baptiste Colbert e i dettami di moda introdotti dal re, crescono a dismisura fino a diventare e più moderne e produttive d'Europa. Era assolutamente inevitabile vestirsi con i broccati dei Gobelines perchè....lo faceva il re!!
Il regno della moda
Anche l'uso della parrucca, uno dei simboli dell'epoca nell'immaginario collettivo, si deve a Luigi XIV che, non potendo più portare i capelli lunghi a causa di una crescente calvizie, trasformò il suo difetto in un punto di forza, istituzionalizzando e rendendo obbligatorio l'uso di parrucche nel 1650.
Il modello “lanciato” dal re è la cosidetta allonger, composta da una miriade di piccoli riccioli cuciti uno ad uno su tre striscie di garza o stoffa leggera, che ricadono su spalle e schiena. Esistono tuttavia molto modelli di parrucche, per ogni occasione del giorno e della sera: lunghissime e boccolose per gli eventi pubblici, più corte per i momenti di relax o di lavoro. Le parrucche più costose sono in capelli veri, ma esistono delle versioni più economiche in crini di cavallo o pelo di capra. Le più formali sono nere o imbiancate di cipria, le più eccentriche e modaiole sono rosse o bionde.
Anche la parrucca diventa una ghiotta occasione di business per arricchire le casse del regno e solo nell'anno 1655 il re rilascia (ovviamente contro un lauto pagamento) ben 48 licenze di fabbricante di parrucche.
Spesso le parrucche sono talmente alte e ricche de rendere impossibile indossare il cappello, anch'esso obbligatorio a corte: i gentiluomini sono così costretti ad acquistare ugualmente uno dei cappelli a falda larghissima bordata in pelliccia o marabu in uso al tempo...ma lo portano semplicemente sotto il braccio. Per chi non potesse permettersene l'acquisto, un tricorno poteva essere noleggiato all'ingresso del palazzo di Versailles. Ad ogni modo il re era l'unico che poteva tenere il cappello in testa a corte, anche a tavola.
Il trionfo del barocco
L'abbigliamento maschile è, per ovvi motivi, il più ricercato e raffinato: è sovraccarico di fiocchi, pizzi e merletti che ornano le giacche e i gilet, entrambi lunghi oltre il ginocchio. Le maniche della giacca terminano poco sotto il gomito, lasciando fuoriuscire la camicia riccamente sbuffata. In seguito le maniche della giacca si allungano e vengono completate da grossi polsini applicati detti paramani, derivati dai risvolti staccabili delle maniche militari per proteggere le mani dal freddo. L'insieme di 3 pezzi (giacca, gilet e pantaloni), detto abit à la français, fu copiato in tutta Europa.
Tra il 1650 e il 1675 è molto in voga anche un bolero a maniche corte che viene indossato in abbinamento agli eccentrici calzoni alla rhingrave, dei pantaloni corti al ginocchio su cui è applicata una specie di gonna-pantalone infarcita di fiocchi e passamanerie. Pare che che il conte palatino Rheingraf von Salm sia stato il primo ad indossare questo improbabile indumento, poi reso di gran moda dal Re Sole.
Dopo il 1675 i pantaloni diventano meno ampi e più sagomati, ma si fermano sempre sotto il ginocchio (culottes) e scoprendo le calze di seta colorata.
Gli accessori
Gli ampi colletti in pizzo vengono sostituiti dalla cravatta, che prende il nome dai Croati mercenari nell'esercito francese che per primi la sfoggiarono pare nel 1636. Le cravatte sono costituite da grossi fiocchi in raso completati da lunghe code in pizzo oppure da più modeste strisce in cotone bordate in pizzo e annodate a doppio intorno al collo. Questo tipo di nodo un po' “casuale” fu imitato dopo la battaglia di Steinkerque, quando gli ufficiali dovettero accorrere in fretta e furia sul campo, annodandosi malamente la cravatta.
Spariscono gli stivali (sopravvivendo solo in ambito miliare o di caccia), lasciando il posto alle scarpine con la caratteristica punta tronca, in seta e stoffa ornate da fiocchi. Il tacco, immancabile, è a rocchetto e rimarrà noto agli annali della moda come tacco “alla Luigi”. Poteva essere rosso, ma solo il re e i suoi amici e collaboratori più stretti potevano fregiarsi di questo onore.
La spada è ancora un accessorio immancabile nell'abbigliamento maschile, ma perde parte della sua effettiva utilità come strumento da difesa, e si trasforma in uno spadino ben più sottile e corto rispetto alle strisce del primo '600. L'uomo alla moda frequenta i teatri e i luoghi mondani, oltre ad avere spesso un aspetto sofisticato e quasi femmineo (complici anche il trucco pesante e i nei posticci): un'arma troppo ingombrante sarebbe stata considerata sconveniente e fuori luogo.
Una fascia di seta, legata a mò di cinta o di bandoliera sulla giacca, e sottilissimi bastono da passeggio ornati da fiocchi completavano la mise del gentiluomo alla moda.
Vestire per...stupire
Nel barocco vestirsi cela la voglia di stupire, di meravigliare, di fare “spettacolo”...e quale modo migliore se non con le pietre preziose e in particolare con i diamanti, vero feticcio di uomini e donne nel XVII secolo?
Al brillante duca di Buckingham, amante di Anna d'Austria, bastò presentarsi a corte con un abito tempestato di diamanti, poi fatti all'uopo cadere a poco a poco sulla pista da ballo, per far impazzire dame e nobiluomini della corte.
Luigi XIV fu tra i più grandi collezionisti di diamanti della storia, avendo dato grande impulso alle tecniche di raffinazione e taglio di tale pietra in Francia: ne possedette alcuni tra i più grandi mai esistiti, come il Sancy (35 carati), l'Hope (44,5 carati) e l'Ortensia (20 carati). Per i suoi abiti il re dispone di due parures: una composta da 1232 bottoni, 300 asole, 19 rosette e l’altra da 168 bottoni, 336 asole e 19 rosette. Sul cappello sfoggia spesso spille incredibili, che fermano cascate di piume: in una di esse fece persino montare il preziosissimo Sancy. Nel 1715 è ormai anziano, ma non vuole rinunciare a dimostrare la sua magnificenza e a stupire a tutti i costi: tiene un'udienza con un abito nero ricamato in oro e diamanti per un valore di 12.500.000 livres (un funzionario statale guadagnava 1000 livres all’anno).