La fortuna di Balthasar Neumann (1687-1753) è quella di essere nato nella cosiddetta epoca degli Schonborn. Con tale termine viene definito, in Franconia, un periodo caratterizzato dalla costruzione di fastosi edifici e da una brillante via artistica, che si protrae fino agli inizi del XIX secolo. I signori di casa Schonborn, che dominano in Franconia e lungo il Reno, sono tutti committenti di costruzioni e assoldano noti architetti come Johann Dientzenhofer e Johann Lukas von Hildebrandt. A capo della famiglia c'è Lotar Franz von Schonborn, principe elettore e arcivescovo di Magonza, cancelliere del regno e vescovo principe di Bamberga. Il nipote, Johann Philipp Franz von Schonborn, è vescovo principe di Wurzburg e committente di Neumann.
Il forte rapporto fra committenti e architetti è importante per comprendere l'evoluzione dell'attività di Neumann presso la corte di Wurzburg.
Residenza di Wurzburg
Nel 1719, al termine delle guerre contro i Turchi alle quali aveva preso parte come sottotenente, gli viene affidato il compito di realizzare il castello in assoluto più importante: la Residenza di Wurzburg. Il trentaduenne Neumann può lavorare con von Hildebrandt, Dientzenhofer e altri noti architetti come von Welsch e Robert de Cotte. I lavori vengono avviati nel 1720. Un anno più tardi Neumann inizia la progettazione della cappella di Schonborn all'interno del duomo, la cui costruzione viene da lui diretta fino al 1736. La dura critica di De Cotte alla progettazione degli spazi della Residenza di Wurzburg evidenzia due concezioni architettoniche sostanzialmente differenti. Per Neumann l'inserimento nel progetto di corti interne rettangolari è da considerarsi uno "strumento per l'articolazione nella struttura dell'edificio", mentre per De Cotte si tratta solo di "terreno sprecato". Neumann si oppone sostenendo di voler progettare l'edificio a partire dalla "figura principale", cioè dall'esterno verso l'interno, per ottenere corpi omogenei e legati da rapporti di proporzionalità. Il progetto di De Cotte si sviluppava, al contrario, dall'interno verso l'esterno, per rispondere alle funzioni di rappresentanza del castello. Nel 1724 muore il vescovo principe, e i lavori di costruzione della residenza vengono temporaneamente sospesi per essere poi ripresi nel 1729.
Napoleone, che il 2 Ottobre 1806 firma davanti alla residenza la dichiarazione di guerra alla Prussia, avrebbe affermato di fronte ai suoi generali di trovarsi nella corte parrocchiale più grande d'Europa. La monumentale piazza, lunga 167 metri e profonda 92, antistante l'imponente costruzione, e lo stesso sontuoso palazzo dovevano mostrare ai sovrani europei che anche la casa di Schonborn poteva eguagliare i celebri palazzi di Versailles e Schonbrunn, poli di potere rispettivamente della Francia e degli Asburgo. Le ali della residenza, ciascuna con due corti interne, incorniciano il corpo principale e conferiscono all'avancorpo aggettante la funzione di centro dominante. La struttura prospettica della costruzione si delinea nella visione da lontano. Dal limite inferiore della piazza le facciate delle ali e il corpo principale sembrano essere allineati, dando l'impressione di un'unica ampia facciata. Poi, però, questa facciata si anima: l'avancorpo centrale con il portico colonnato retrocede, rimanendo comunque dominante, e le ali si aprono, conferendo alla piazza una profondità culminante nel centro del palazzo. Il centralismo della Chiesa Cattolica e la dignità dei sovrani trovano in questa dinamica architettonica un'adeguata affermazione simbolica.
All'interno dei castelli barocchi gli scaloni hanno la funzione di spazi di rappresentanza: essi servono alla spettacolarizzazione del potere dominante. Lo scalone di Wurzburg (1735) realizzato da Neumann rappresenta, nell'organizzazione spaziale della Residenza, un corpo autonomo: in certo qual modo, un "edificio nell'edificio". Il 13 Dicembre 1750 il responsabile degli approvvigionamenti alla corte di Wurzburg scrive: "ieri è arrivato il pittore veneziano Tiepolo con i suoi due figli e un servitore; è stato alloggiato nella camera d'angolo che si affaccia sul giardino, e gli sono state messe a disposizione 5 stanze". Tiepolo deve affrescare la sala imperiale, una lunga sala per banchetti ottagonale con alti soffitti a volta. Dal 1750 al ‘52 Tiepolo sale e scende le scale probabilmente ogni giorno, osservando con stupore i 600 metri quadri della volta, ancora in lavorazione. Il pittore ha modo di studiare i mutamenti della luce secondo le stagioni, sicuramente impressionato dall'audacia della costruzione. Neumann non aveva trovato subito la soluzione poi adottata per la realizzazione dello scalone. Seguendo la sua idea originaria, egli progetta inizialmente una piccola scala doppia. Solo nel 1735 opta, dopo molte indecisioni, per il suo "teatro della luce": la scala a tre rampe si sviluppa libera nello spazio, interamente dominata dalla volta, innalzandosi con una modesta inclinazione verso il tetto, per poi risalire nella direzione opposta, interrotta da un pianerottolo intermedio. Probabilmente Neumann si è ispirato al castello di Weibenstein a Pommersfelden, per poi sviluppare il suo progetto in maniera completamente diversa. Se lo scalone di Pommersfelden progettato da von Hildebrandt e Dientzenhofer è parte costitutiva di uno spazio monumentale,lo scalone creato da Neumann a Wurzburg può essere visto come un corpo a sé, che determina la struttura dello spazio circostante e la sua percezione. A Wurzburg gli spazi e gli affreschi nelle volte si schiudono in successione, secondo la "messa in scena architettonica" ideata appositamente per il luogo.
Durante il periodo di attività alla residenza, Neumann si dedica anche ad altre opere, come il Santuario di Vierzehnheiligen (1743-52), il cui nome significa "Quattordici Santi", situato in posizione dominante sulla valle del Meno. Nonostante la complessità del progetto, determinato anche dai piani elaborati dal costruttore di corte e dagli interventi di Schonborn, vescovo principe di Bamberga, Neumann può imporre la propria idea: due grandi spazi ovali, separati da cappelle laterali anch'esse di forma ovale, costituiscono la navata centrale che s'inserisce nell'ovale del coro, interrotto solo da cappelle laterali circolari definibili come cappelle delle navate laterali. Poiché la volta ribassata del transetto "disegna" un quadrato, riconoscibile sulla pianta, lo spazio si allargain questa zona laterale, raggiungendo il suo culmine architettonico in corrispondenza dell'ambito del corpo destinato all'altare. Qui si concentra, con grande spettacolarità, un intreccio di luci, strutture architettoniche e stucchi. Quale mezzo di espressione della sacralità, Neumann colloca l'altare maggiore nel centro della chiesa, in posizione equidistante rispetto all'ingresso e all'altare del coro. Alla forma esterna di basilica corrisponde in tal modo un interno strutturato secondo un principio di centralità. Con il santuario di Vierzehnheilingen, Neumann supera i limiti posti dall'iconologia dello spazio sacro fino ad allora valida: la crociera si dissolve là dove il lungo soffitto a volta si avvicina alla slanciata volta del coro e dove i luminosi spazi laterali, che un tempo definivano il transetto, vengono coperti da cupole a pianta circolare. Il centro liturgico arretra verso il centro della navata principale, le cui pareti spezzate sono articolate da semicolonne, semipilastri e da una galleria. Purtroppo l'architetto, morto nel 1753, non può assistere al completamento della sua meravigliosa opera.
Nel 1745, l'imperatore della casa d'Asburgo Francesco Stefano e l'imperatrice Maria Teresa visitano la Residenza di Wurzburg. Neumann fa loro da guida, ed è possibile che in tale occasione si sia parlato dell'attività edilizia a Vienna. Nel 1747, alla morte del vescovo principe di Wurzburg, il suo successore conte Anselm Franz von Ingelheim destituisce Neumann dalla sua carica di soprintendente. L'opera di completamento della Residenza giunge nuovamente a un punto morto e viene presto interrotta. Nello stesso anno, Neumann si reca a Neresheim ed elabora alcuni piani per la ricostruzione dell'abbazia. Due anni dopo presenta il progetto esecutivo.
Nella Chiesa dell'Abbazia di Neresheim (1745-92), Neumann sviluppa il suo concetto di compenetrazione di spazio longitudinale e spazio a pianta centrale, una concezione che collega il tardo barocco con il primo classicismo. Punto di partenza e' una pianta a croce: quattro spazi ovali trasversali, di cui due a ovest e due a est, coperti ciascuno da una volta a cupola, si congiungono con un "tempio circolare", delimitato da quattro coppie di colonne libere, che separa due ambienti laterali. La navata è unita al tempio. Una "reminiscenza basilicale" e' avvertibile nelle strette absidi che affiancano la navata e il coro. I pilastri murali e i pilastri liberi dissolvono le pareti trasformando la basilica inuna sala. La grandiosità dell'ambiente è accentuata dai due alti matronei, che si elevano sui corridoi del basamento. Le alte pareti luminose conferiscono alla successione delle campate quell'affascinante ritmo che il visitatore percepisce attraversando lo spazio. Le porzioni di volta, che sottolineano ogni campata, sembrano "correre" al centro verso la cupola principale. Scandendo lo spazio, gli archi d'imposta ribassati si succedono, delimitando gli ovali trasversali delle cupole. In tal modo Neumann trova una variante più severa, ma anche più nobile, alla struttura del santuario di Vierzehnheiligen.