Johann Bernhard Fischer von Erlach (Graz 1656 - Vienna 1723) fu tra i principali esponenti dell’architettura barocca in Austria. Egli si formò come scultore e decoratore a stucco presso il padre. Intorno al 1670 trasferì a Roma, dove lavorò nella bottega di Philipp Schor, architetto e pittore di papa Odelscalchi, che con il padre Giovanni Paolo stava ultimando gli affreschi della Galleria Colonna. A Roma ebbe occasione di entrare in contatto con importanti personalità, quali Cristina di Svezia, Giovan Pietro Bellori, Athanasius Kircher, Gian Lorenzo Bernini e Carlo Fontana. Johann Bernhard operò in seguito alla corte vicereale di Napoli, dove si recò nel 1685 con lo Schor.
Nel 1687, rientrato a Graz, realizzò la decorazione interna del mausoleo di Ferdinando II. A partire dal 1690 si stabilì a Vienna, dove operò come scultore alla corte imperiale e in seguito come insegnante di architettura dell’erede al trono, il futuro imperatore Giuseppe I, iniziando così la sua attività di architetto.
Nella sua prima opera importante, il castello di Frain in Moravia (1688-95), per il conte di Althan, compare per la prima volta, nell’imponente sala ovale, lo schema ellittico, tema dominante anche di capolavori di epoca più tarda, come la chiesa di San Carlo e la biblioteca di corte di Vienna.
Per il principe ereditario, il futuro Giuseppe I, eresse, in occasione del suo ingresso a Vienna nel 1690, due archi di trionfo di gusto sontuosamente teatrale, e progettò nel 1688 il castello di Schönbrunn, concepito come una grande Versailles tedesca, che ricorda il progetto beniniano per il Louvre. Il progetto originario non fu però eseguito, e il castello venne edificato nel 1796 secondo un disegno ridotto e modificato.
Gli influssi italiani, specialmente del Borromini, sono molto evidenti nelle chiese che realizzò a Salisburgo, su invito del principe-vescovo J.E. Thun Hohenstein: la chiesa della Trinità, brillante variazione del temaborrominiano di Sant’Agnese (1694-1702), la chiesa Collegiata (1696-1707), la chiesa e l’ospedale di San Giovanni a Salisburgo (1695-1704), la chiesa delle Orsoline (1699-1705). Le chiese salisburghesi, connotate da spazi ovali, o a croce, con una piccola navata trasversale al centro, sono caratterizzate dall’ampiezza, dallo sviluppo verticale, dalla predominanza di elementi colossali, nonché dalla semplicità del decoro dato dal’inserimento di piccole nicchie e da archetti.
Nel 1705, in seguito all'ascesa di Giuseppe I al trono imperiale, Fischer von Erlach venne nominato architetto di corte e soprintendente delle costruzioni imperiali e ricevette dall’imperatore il titolo nobiliare di von Erlach.
Seguirono incarichi da parte di nobili e dignitari, tra cui la facciata e la scalinata, con i monumentali atlanti, del palazzo d’inverno del principe Eugenio a Vienna (1695-98), il palazzo Strattmann a Vienna (1691-93), il palazzo Batthyany-Schönborn a Vienna (1700 circa), il palazzo Clam Gallas a Praga (1707-12), il palazzo Trautson a Vienna (1710-16), infine la biblioteca di corte della Hofburg di Vienna, da lui progettata nel 1716, iniziata l’anno stesso della sua morte, 1723, e completata dal figlio Joseph Emmanuel (1693-1742) nel 1737. Questa biblioteca è uno degli interni più imponenti d’Europa ed illustra la maniera “imperiale” al suo livello più magniloquente.
Nel 1712, fu riconfermato nelle cariche da Carlo VI per interessamento di Leibniz, che nel 1713 lo propose come membro dell’istituenda Accademia delle Scienze.
Il capolavoro di Fischer von Erlach è la chiesa di San Carlo a Vienna, iniziata nel 1715 e terminata dal figlio Joseph Emmanuel nel 1737. La costruzione della chiesa e la consacrazione a San Carlo è dovuta al voto solenne dell’imperatore Carlo VI fatto al santo affinché proteggesse la città colpita nel 1713 da una tremenda epidemia di peste. Nel 1714, venne infatti indetto un concorso per il progetto della chiesa, che fu vinto da Johann Bernhard Fischer von Erlach, il quale la realizzò in stile barocco, con forme sontuose ed eclettiche, che per alcuni aspetti guardano anche al neoclassicismo. La costruzione dell’imponente edificio fu finanziata con il contributo di tutti i paesi dell’impero.
Edificio originalissimo, a pianta ovale longitudinale e coronato da un’alta cupola alta 72 metri, non ha precedenti né successori, ma in esso sono del tutto espliciti, ancora una volta, i suoi ricordi romani, particolarmente nel tema di apertura: un portico simile a quello del Pantheon, fiancheggiato da due colonne giganti alte 33 m simili a quella Traiana di Roma e da due torri barocche. L’opera è nel complesso l’esempio più completo dell’intento dell’artista di creare per l’impero edifici monumentali, concepiti come sintesi delle grandi idee dell’architettura europea, da quella romana al classicismo moderno.
Analogo intento traspare dalla sua opera Fondamenti di una storia dell’architettura (Entwurff einer historischen Architectur) realizzata nel 1705 e stampata nel 1721, corredata da 84 incisioni, che illustrano anche edifici egizi e cinesi e conclusa dai progetti dell’autore. Si tratta della più importante fonte documentaria sulle opere dello stesso Fischer von Erlach, nonché del primo testo illustrato di architettura con pretese universali, il quale esercitò grande influsso su diversi esotismi architettonici successivi, anticipando i repertori eclettici del futuro storicismo.