Nonostante fosse noto presso i suoi contemporanei come virtuoso liutista, tanto da valergli il soprannome di della tiorba, lasua produzione musicale è tutta dedicata al belcanto , nelle sue accezioni più popolari e “basse” fino alle vette più raffinate del neonato melodramma.
Fu molto apprezzato a Genova e a Vienna, ma la sua attività è legata alla corte modenese dei duchi d'Este e alla figura di Francesco I: per il matrimonio del duca con Vittoria Farnese nel 1648 compose il balletto Vittoria d'Himeneo e nel 1653 fu nominato maestro della cappella ducale.
Purtroppo, la muscia delle sue opere, Andromeda, Armida, La Maga Fulminata e Il pastor regio, è andata perduta, ma restano i libretti, che uniscono la tradizione melodrammatica romana e veneziana, riportando già tutti i caratteri essenziali dell'opera barocca "matura": l'ambientazione mitologica, l'ispirazione cavalleresca, il gusto per l'intrigo e la propensione ad una messinscena pomposa e ricca di effetti e meraviglie.
Ferrari puo’ considerarsi nella musica vocale uno dei capostipiti dello stile fiorito e virtuosistico che sarà distintivo dell’opera italiana per tutto il 6-700, superando i madrigalismi monteverdiani e approdando a sonorità e sequenze armoniche dal sapore già a volte nitidamente barocco, come nel brano dell’Oratorio “Il Sansone” qui proposto.