Durante la rivoluzione scientifica la curiosità ebbe un ruolo fondamentale nello studio della natura; gli oggetti singolari meritavano uno studio specifico e i curiosi (i collezionisti come diremmo oggi) nelle loro raccolte privilegiavano le curiosità dalle caratteristiche inedite, esotiche, rare, singolari e, a volte straordinarie.
I curiosi costituivano una categoria sociale e intellettuale eterogenea rispetto ai veri studiosi della natura che in genere operavano nelle università o nei monasteri. I curiosi infatti non erano soltanto professori universitari o membri religiosi, ma anche farmacisti, cortigiani, umanisti, aristocratici, giuristi, ingegneri, mercanti, marinai, accademici, artigiani e anche donne provenienti da ambienti diversi. Molti curiosi erano in contatto tra loro, attraverso reti epistolari che facilitavano lo scambio di informazioni e materiali, e si raggruppavano intorno a nuove istituzioni come i musaei, i thesauri, le Wunderkammern, i cabitenets, i circoli, pubblici e privati, e le accademie scientifiche.
La curiosità privilegiava lo studio di oggetti rari e insoliti e le ricerche dei curiosi erano condotte principalmente attraverso l’analisi dei particolari, ricorrendo spesso all’ausilio di nuove invenzioni come il cannocchiale e il microscopio.
La curiosità
Nei primi secoli della storia della Chiesa fino alla metà del XVII secolo, la curiosità era condannata perché considerata vana e frivola, a volte persino viziosa ed empia.
A partire dal XVII secolo, tuttavia, la curiosità in quanto passione per la ricerca iniziò ad essere rivalutata.
Fu questo il secolo degli esploratori che non esitavano ad abbandonare i loro paesi di origine per soddisfare la curiosità verso popolazioni e luoghi esotici.
La leggenda di Faust, la storia del sacrificio dell’anima immortale in cambio della conoscenza era presentata in luce eroica; il peccato commesso da Adamo ed Eva era quello di aver ricercato la conoscenza morale e non la “pura e incorrotta” conoscenza della natura.
Il filosofo Hobbes sosteneva che gli uomoni si distinguono dagli animali non tanto in virtù della ragione quanto della curiosità. La curiosità spinge gli esseri umani a esplorare le cause e gli effetti dei fenomeni e proprio dalla curiosità deriva il linguaggio. Hobbes collocava la curiosità tra i desideri; il desiderio è una nozione fondamentale poiché esso guida i movimenti della mente e del corpo, i loro appetiti e le loro avversioni. Senza di esso la vita si arresterebbe.
Anche coloro che disapprovavano il culto della curiosità come Descartes, riconoscevano in essa una passione inestinguibile, pronta ad accrescersi sempre di più. In una parola la curiosità non ha limiti e per questo da molti era considerata più vicina all’avidità e all’avarizia. L’accumolo di oggetti curiosi era spesso visto come una forma di “consumismo” analoga a quella suscitata dai prodotti di lusso. Il tema dell’insaziabilità finì per occupare una posizione di primo piano. Sia la curiosità, sia i prodotti di lusso erano alimentati dalle novità. I lussi dell’epoca ( scarpe, tè, pane bianco ecc.) sarebbero divenuti le necessità del futuro e le conoscenze del momento sarebbero state ben presto superate dall’inarrestabile curiosità. Le novità però erano associate alla decadenza e al disordine più che alle scoperte e al progresso.
Solo alla fine del XVII secolo la curiosità iniziò ad essere considerata più una virtù che un vizio.
La nascita delle prime riviste scientifiche
Il desiderio di novità traspare chiaramente dalle pagine delle prime riviste scientifiche pubblicate nel corso della seconda metà del XVII secolo, spesso sotto gli auspici delle Accademie.
Le Philosophical Transactions of the Royal Society of London, le Histoire et Mémoires de l’Académie des Sciences, il Journal des Scavans e gli Acta Eruditorum erano riviste che contenevano un gran numero di articoli in cui erano descritti fatti nuovi, rari e insoliti, come per esempio, « Resoconto di una nascita mostruosa…nel Sussex », « Novità dell’inizio dell’anno : la cometa », titoli che facevano leva sul verificarsi di fenomeni strani, sorprendenti e soprattutto nuovi.
La Miscellanea Curiosa , nota anche con il nome di Ephemerides, era una rivista a pubblicazione annuale, nata grazie ai membri dell’Academia Naturae Curiosorum più tardi nota come Accademia Leopoldina. Pubblicata a partire dal 1670, essa invitava i medici di tutta Europa a inviare presso la redazione resoconti di casi insoliti e descrizioni di nuovi naturalia.
Le osservazioni riportate sulle pagine della “Miscellanea” erano peculiari perché ciascuna di esse descriveva un singolo oggetto o evento osservato e perché avevano come oggetto cose rare, strane ed esotiche: una sirena rinvenuta in Danimarca, una coppia di gemelli siamesi, strane forme di calcoli renali ecc.
Grazie alla Miscellanea, i membri di questa accademia moltiplicarono le fila dei curiosi discostandosi nettamente dal modello delle prime accademie di corte.
Le curiosità
La novità era spesso legata alla rarità, come nel caso dell’albero di un giardino fiorentino che produceva sia limoni che arance. Un oggetto poteva essere considerato nuovo perché esotico. Erano considerate novità anche le invenzioni, come le macchine in grado di copiare lettere o di cuocere ossa.
Viaggi e scambi commerciali con paesi come l’Asia, l’Africa, il Medio Oriente e le Americhe costituirono le fonti di un gran numero di novità sia nel campo della storia naturale sia in quello dei mercati.
Erano considerate curiosità i bulbi di tulipano del Levante e le conchiglie del Mar dei Caraibi.
La curiosità nel primo periodo dell’età moderna era vorace ma non onnivora. Le curiosità e le novità erano scelte con scrupolosità. Gli oggetti curiosi studiati non erano facilmente distinguibili dagli oggetti di lusso: “raro”, “nuovo” e “stravagante” erano gli aggettivi più in voga per designare sia le novità che gli oggetti di lusso. Entrambe le cose non erano necesarie nella vita di tutti i giorni ma con esse la vita era più piacevole.
Erano “piaceri e distrazioni” che intrattenevano la mente e che venivano esposte in bella vistanelle collezioni chiamate cabinets des curiositez. Erano collezioni che tendevano a rispecchiare la ricchezza e la varietà dell’arte e della Natura: coralli, congegni automatici, corni di liocorno, calici di alabastro, cartamoneta cinese, fossili, monete antiche, coccodrilli essiccati e laccati, oggetti sudamericani in piume, avori lavorati al tornio, animali ed esseri umani mostruosi e molti altri oggetti rari erano esposti su scaffali o appesi ai muri e ai soffitti dei cabinetsper il diletto di collezionisti o ospiti illustri. Non vi era uniformità nelle collezioni; vi era invece un’ampia gamma di raccolte come quelle dei Medici a Firenze e dell’imperatore Rodolfo II a Praga che abbondavano di oggetti fabbricati con metalli preziosi e di gemme lavorate da maestri artigiani; oppure collezioni più modeste di studiosi, medici e farmacisti che contenevano per lo più antichità e oggetti naturali.
Le università crearono alcune delle prime collezioni accademiche, spesso nei giardini botanici, come nell’Università di Pisa, o nei teatri anatomici, come nel caso dell’Università di Leida.
Come oggetti, le curiosità entrarono a far parte “dell’impero delle cose” in senso commerciale. Nei porti molto trafficati di Siviglia, Venezia, Marsiglia e Amsterdam si poteva acquistare ogni sorta di articoli, dalle spezie agli uccelli del paradiso, dalle conchiglie ai nuovi rimedi, come il guaiaco, estratto dal legno di un albero sudamericano e impiegato nel trattamento della sifilide.
La voga dei tulipani, originari del Levante, si diffuse soprattutto in Olanda e ciò dimostra che alcune curiosità in alcuni casi si trasformavano in merci molto ricercate per le quali si crearono e si estinsero ingenti patrimoni.
I “naturalia” potevano fare il loro ingresso nelle farmacie come merci destinate alla vendita o come curiosità da ammirare.
I filosofi della natura cominciarono a frequentare i mercati per approfondire la conoscenza dei naturalia e le loro caratteristiche. Il naturalista Aldrovandi, per esempio, si recava spesso al mercato del pesce di Roma per imparare a riconoscere i diversi tipi di pesce e i loro nomi; Galilei visitava spesso l’Arsenale di Venezia per i suoi studi sulla resistenza dei materiali.
Le caratteristiche che rendevano curiosa e interessante una curiosità erano le stesse che la qualificavano come oggetto di lusso: il valore economico, la rarità ecc.. Molti oggetti venivano apprezzati solo perché esotici come le porcellane cinesi. Nei Cabinets, la brama del possesso e quella della curiosità venivano a coincidere. Molti collezionisti furono spesso criticati perché accusati di avere sperperato ingenti somme di denaro per acquistare gli oggetti contenuti nei loro cabinets, per questo l’affinità tra avidità e curiosità condizionò la scelta degli oggetti curiosi.
È in questo periodo che nasce la moda delle osservazioni condotte al microscopio, questo perché ciò che era minuscolo o intricato stuzzicava la curiosità, e la curiosità è alimentata da procedimenti mentali e visivi; stupore e curiosità sono strettamente legati fra loro.
All’inizio dell’età moderna, quindi, tra gli oggetti privilegiati dalla curiosità figuravano meraviglie di ogni genere.Le riviste scientifiche del tempo contenevano un gran numero di descrizioni di nascite di esseri mostruosi, di strani eventi atmosferici, di pietre figurate, di persone che dormivano per due settimane di seguito e di altri fenomeni strani e meravigliosi. Lo stupore, dunque, servì da esca alla curiosità.
I curiosi
Coloro che iniziarono ad essere designati col nome di “curiosi” operavano in contesti molto diversi tra loro: corti principesche, accademie, botteghe artigianali, ordini religiosi, laboratori alchemici, studioli umanistici, spedizioni diverse dirette verso paesi esotici e, alle volte all’interno delle università. Molti erano aristocratici come Giambattista Della Porta, esperto di magia naturale, gesuiti come Kircher, artigiani come Palissye gentiluomini “virtuosi” come l’inglese Evelyn. Vi erano poi figure molto meno conosciute come viaggiatori e marinai che riportarono dai loro viaggi descrizioni dei nuovi e strani mondi da loro esplorati.
I curiosi erano per la maggior parte uomini ma anche le donne presero parte alle indagini che avevano per oggetto i naturalia come nel caso della naturalista tedesca Maria Sibylla Merian (1647-1717) che pubblicò un lavoro di ricerca a suo nome.
Si affermarono attività come la raccoltà degli esemplari, il lavoro sul campo, gli esperimenti condotti in laboratorio, gli scambi epistolari e le compilazioni di diari in cui erano riportati i dati delle osservazioni: tutte forme molto ricercate di esperienza. Si affermarono nuove forme di rapporti sociali come le reti epistolari, le visite alle collezioni, gli spettacoli di corte e le ricerche e le discussioni collettive all’interno delle accademie.
Definire l’identità dei curiosi non è facile: essi si distinguevano più per quello che facevano e per il modo in cui lo facevano che per la condizione sociale.
L’attrazione della curiosità per i segreti e le meraviglie favorì la creazione di un legame tra questa inclinazione e la cultura barocca di corte, all’interno della quale gli intrighie gli spettacoli in grado di stupire il pubblico ebbero un grande sviluppo come strumenti di potere. Galilei per esempio, cercò di ottenere il favore dei Medici offrendo loro segreti e meraviglie come il magnete. Nelle corti, stupire gli altri con meraviglie divenne una forma di competizione, soprattutto in occasione di matrimoni e incoronazioni, spesso celebrati alla presenza di un gran numero di persone importanti.
I cabinets principeschi venivano utilizzati per stupire dignitari stranieri o ambasciatori che rimanevano colpiti dalla ricchezza, dal potere e dal gusto dei loro regali ospiti.
Le prime accademie che si proponevano come scopo lo studio della natura furono in parte fondate sotto il patrociniodi principi e aristocratici. Fra queste si annoverano l’Accademia dei Secreti organizzata da Della Porta, all’interno della quale ci si dedicava alla sperimentazione e all’esplorazione dei segreti della natura, l’Accademia del Cimento, nata a Firenze presso la corte dei Medici e l’Accademia dei Lincei fondata da Federico Cesi, Marchese di Monticello. Il nome di quest’ultima era ispirato all’emblema scelto dal Della Porta per la Magia Naturalis in cui era raffigurata una lince. Si riteneva che la vista straordinaria della lince le permettesse di vedere le cose in profondità e i lincei si proponevano di scoprire le cose apparentemente nascoste.
La nascita di queste accademie dimostra che l’unione tra gli interessi dei medici e quelli dei curiosi cercò di esprimersi in un nuovo tipo di istituzioni.
La collezione di Sloane
La collezione di Hans Sloane, fondatore del British Museum di Londra, trae origine dalle spedizioni botaniche giovanili. Il viaggio in Giamaica rappresenta la tappa fondamentale per la sua collezione.
È possibile ricavare una stima dell’estensione della collezione di Sloane dalla lista consegnata ai suoi esecutori testamentari. Sloane aveva acquistato intere raccolte, fatto scambi con amici e corrispondenti e fatto acquisti presso commercianti. La sua collezione si era arricchita grazie alle vaste collezioni di William Courten, di Leonard Plukenet e di James Petiver, acquistate tra il 1702 e il !718.
La collezione di Sloane è costituita da materiale geologico, mineralogico e paleontologico. Sloane seguiva il sistema di classificazione diffuso nel XVII secolo: le categorie principali sono costituite dai minerali degli strati più esterni della superficie terrestre (terre, metalli, sali e sostanze bituminose). A questo gruppo appartengono anche la selce, le pietre preziose e i fossili.
La collezione contiene anche un erbario composto di otto volumi contenenti le piante raccolte durante il viaggio in Giamaica. Rientrano negli interessi botanici e medici sia la raccolta di “vegetali e sostanze vegetali).
La modalità di conservazione degli insetti varia a seconda della provenienza: alcuni sono pressati e incollati su foglio in base ad una tecnica seguita in botanica.
Nella collezione sono presenti anche vertebrati ed invertebrati. Inoltre è presente anche una raccolta Humana: ovvero reperti umani. Il resto della collezione riguarda la raccolta antiquaria di Sloane: titratti di eroi leggendari, di poeti, donne famose dell’antichità, di divinità mitologiche; abiti, arredi, strumenti musicali, curiosità matematiche e meccaniche. Sotto l’aspetto antiquario la collezionepresenta pezzi singolari e interessanti: oggetti preistorici, romani e medievali; reperti di numismatica.
Un cenno particolare va alla voce “strumenti matematici” che comprende apparecchi per la misurazione a distanza (goniometri, squadre e compassi, il pedometro o contapassi, telescopi, microscopi, astrolabi, una bilancia per pesare la gravità dei corpi in aria e in acqua, un contapassi o pedometro ecc.). Vi è poi una raccolta di pietre intagliate e in particolare di oggetti in agata.
Infine vi è la sezione dedicata agli “oggetti miscellanei” (occhi e arti artificiali, aghi chirurgici, cucchiai per persone mancine) che ci rivela la straordinaria ampiezza degli interessi scientifici di Sloane.