La Granja è il primo grande progetto edilizio a cui si dedicaroni i re Borboni. Il rifugio di caccia dei re castigliani, situato in un paesaggio montano, servì dal XV fino all’inizio del XVIII secolo come casa estiva dei Gerolamini.
Nel 1720 Filippo V acquistò l’area e incaricò del progetto l’architetto di corte Teodoro Ardemans che in un primo momento produsse una pianta che rispondeva al tradizionale schema spagnolo dell’Alcázar*, un impianto rettangolare con torri angolari che viene interrotto a nord-ovest da una cappella a forma di croce sormontata da una cupola.
A causa della sua posizione divenne il punto centrale di tutto l’impianto, sebbene la creazione della facciata con un grande ordine e un attico è opera del tardo XVIII secolo.
La seconda fase di costruzione, diretta dagli architetti romani Andrea Procaccini e Sempronio Subisati è decisiva per l’affermazione degli influssi italiani e francesi: intorno al 1730 essi ampliano il nucleo centrale con due impianti a tre ali, il Patio de la Herradura a sud-ovest e il Patio de los Choces a nord-est; così l’arcaico Alcázar acquista in una sola volta due cours d’honneur dei quali il più elegante e grandioso è il Patio de la Herradura.
Il tratto centrale concavo (da cui il nome di “corte a ferro di cavallo”) si presenta su due piani ed è caratterizzato dall’alternanza di abbaini con edicole incorniciate da colonne, un motivo che in modo discreto si trasmette anche le facciate laterali.
Nel corso della ristrutturazione le vecchie torri dell’Alcázar furono parzialmente demolite. Il più forte intervento di tipo “internazionale” si manifesta nel fronte sul giardino di la Granja nettamente marcato dal barocco romano, completato nel 1736 da Sacchetti secondo i progetti del Filippo Juvarra.
Quattro colonne colossali sull’avancorpo centrale e una fila delicatamente digradante di semipilastri colossali posta sui lati conferiscono alla facciata una forza rappresentativa fino ad allora totalmente ignota all’architettura di palazzo spagnola.
Solo più tardi, negli anni ottanta del secolo, venne ultimata la collegiata. L’edificio, con la sua ricurva facciata, disegnato dal Sabatini pare essere ispirato dalla chiesa del collegio di Salisburgo che nel 1721 Johann Bernhard Fischer von Erlach aveva descritto nel suo Entwurf einer historischen Architektur. La costruzione del parco fu affidata ad architetti di giardini e scultori francesi.
* Alcázar: (arabo), definizione corrente in Spagna di castello fortificato, perlopiù edificio chiuso a quattro bracci.