Tendenze new age
Dopo la grande abbuffata degli anni ’80, forse anche per inconsce tendenze millenariste da “fine del mondo”, l’ultimo decennio del secondo millennio registra una decisa inversione di tendenza. Tutta la società sembra pervasa da una maggiore coscienza ecologica e spirituale, e hanno grande successo le dottrine orientali del benessere psico-fisico. Naturalmente si tratta dell’ennesima moda: nel decennio attuale è tornata, come abbiamo visto, l’ostentazione e il lusso. Viviamo in un mondo in cui tutto è stato già visto, e siamo continuamente bombardati da informazioni, immagini, prodotti uguali in tutto il mondo. Il rischio è l’omologazione, la soluzione è il ripiegamento su sè stessi. Alla crisi delle grandi certezze politiche e religiose rispondono tante piccole certezze, microcomunità e minireligioni che, a un occhio critico, possono apparire non solo effimere e artificiose, ma soprattutto conservatrici: al dissolversi della società, si costruiscono piccole società di “eletti” o “illuminati”. Alla base c’è un’esigenza antica quanto l’uomo: differenziarsi, darsi una forma e un obiettivo, costruirsi un’identità.
Anarchia dei modelli
La moda è uno dei meccanismi di questo fondamentale fenomeno sociale. Nella situazione attuale, chi detiene il potere e influenza i comportamenti sociali non si esibisce, mentre c’è un’”elite senza potere” (come la definisce Volli) che domina i mass-media e si fa imitare. Ma non c’è più, come nei secoli passati, un solo vertice da imitare.
Oggi le mode si sviluppano da molti punti diversi del corpo sociale. Ciò non significa che la moda sia oggi più razionale di ieri, ma i luoghi da cui si origina sono diventati sempre più imprevedibili e anarchici.
Moltiplicazione delle fonti
Le nuove tecnologie della comunicazione rendono possibile una simultaneità mai conosciuta in precedenza. Anche il singolo abito può raccogliere simultaneamente mille influenze e suggestioni da tutto il mondo e tutte le epoche. La moda ha sempre guardato in altri luoghi, ma sempre “uno per volta”. Il cittadino del mondo resta orgoglioso delle proprie origini; la nuova frontiera dell’identità e della moda è diventata, paradossalmente, poter scegliere di essere multietnici, di non avere punti di riferimento precisi, e, forse, di non essere alla moda.