L’amante di Voltaire
Emilie nacque il 17 dicembre 1706 a Parigi, in una famiglia di aristocratici bibliofili. Il suo nome da nubile era Gabrielle Emilie Le Tonnelier de Breteuil. A 19 anni, la sua famiglia le combinò un matrimonio con Florent Claude du Chatelet, colonnello di reggimento. Un matrimonio di convenienza, accettato da entrambi gli sposi, i quali misero subito al mondo due figli adempiendo ai propri doveri coniugali. Emilie cominciò presto ad avere avventure galanti. Incontrò Voltaire nel maggio 1733, quando lui aveva quasi 40 anni ed era popolarissimo tra le signore. In meno di 3 mesi divennero amanti. Ma la loro vita sessuale non era soddisfacente: Voltaire soffriva di cattiva digestione cronica e attacchi di diarrea, che spesso compromettevano le sue prestazioni e gli impedivano di avere rapporti. Diventava estremamente geloso quando sospettava che Emilie potesse avere delle relazioni con un altro uomo.
Il Periodo Cirey
Nel 1734 i due si stabilirono a Cirey, il castello di famiglia del marito di Emilie. Florent non era affatto geloso della moglie ed era assai discreto: ogni tanto la andava a trovare, ma evitava di dormire nella stessa camera con lei e consumava i pasti con il figlio e il precettore.A Cirey, Voltaire ed Emilie avviarono un regime di studi e scrittura letteraria che in seguito venne ricordato come il periodo Cirey di Voltaire (1733-49). Qui il filosofo concepì la sua opera capitale, Il secolo di Luigi XIV, assieme al Saggio sui costumi. Anche Emilie era una donna colta, e aveva un’intelligenza prodigiosa. I suoi studi si concentravano sulle scienze fisiche, la letteratura, il teatro, l’opera e le dottrine politiche, inclusa la teoria secondo la quale le donne e gli uomini dovevano avere pari diritti. Fu lei a insegnare a Voltaire i princìpi della fisica di Leibniz e Newton; dal canto suo, Voltaire riconobbe sempre l’influenza di Emilie nei suoi scritti e le dedicò gli Elementi della filosofia di Newton (1738).Contrariamente alle opere del suo amante, quelle di Emilie rimasero quasi tutte in forma manoscritta: finché era in vita, vide pubblicate solo la Breve esposizione del sistema del mondo e qualche saggio scientifico. In questo modo pagò lo scotto di essere nata donna invece che uomo, sebbene vivesse nel secolo dei Lumi.
Gelosie e tradimenti
Emilie e Voltaire erano entrambi gelosi e infedeli: i loro tradimenti facevano continuamente vacillare la coppia. Dopo che Voltaire ebbe trascorso cinque mesi a Berlino, tornò da Emilie con una novità: le propose l’astinenza sessuale. Diceva di essere troppo vecchio e cagionevole di salute, così da amante si sarebbe trasformato nel suo migliore amico. Emilie accettò, ma per calmare l’ansia si buttò a capofitto nel gioco d’azzardo con esiti disastrosi. Nel frattempo Voltaire si innamorò della nipote, Louise Denis, e separò le proprie finanze da quelle di Emilie, per evitare che fossero depredate a causa dei suoi debiti di gioco. Questo voltafaccia fu il colpo di grazia per Emilie: alla disperata ricerca di trovare qualcuno che riempisse il posto lasciato vacante nella sua vita da Voltaire, ebbe relazioni con altri uomini. Voltaire in persona la sorprese in camera da letto,avvinghiata a Jean-François marchese di Saint-Lambert, giovane e focoso poeta di corte di cui Emilie si era innamorata. Il filosofo andò su tutte le furie, ma Emilie lo calmò ricordandogli che era stato lui a imporle l’astinenza sessuale, e che lei aveva certi desideri da soddisfare. Voltaire capì e perdonò dicendo: “Ah, signora, voi avete sempre ragione! Ma poiché le cose stanno così, che almeno non avvengano sotto i miei occhi!” In realtà Voltaire aveva ben poco da arrabbiarsi, dato che nel frattempo proseguiva la sua relazione con Louise Denis.
Un tragico epilogo
A quasi quarantaquattro anni, Emilie scoprì con orrore di essere incinta. Il padre era Saint-Lambert. Per risparmiarsi l’onta di partorire un figlio illegittimo, Emilie studiò un piano, e Voltaire la aiutò a metterlo in pratica. Attirarono il marito di lei, Florent, a Cirey; si diedero da fare per divertirlo ed Emilie si preparò per sedurlo: indossava il suo vestito più scollato e i diamanti più belli. Ovviamente finirono a letto. Quando venne a sapere che la moglie aspettava un bambino, Florent fu pieno di gioia e non sospettò mai di non esserne il padre. Ma Emilie era ossessionata da cupi presentimenti: continuava a ripetere che il parto l’avrebbe uccisa. Continuò incessantemente a scrivere e lavorare. Due giorni prima del parto, completò il suo Commentario sui Principia Mathematica di Newton. Diede alla luce una bambina, ma il 10 settembre 1749 Emilie si spense attorniata da Florent, da Voltaire e da Saint-Lambert. La figlia fu affidata a una nutrice, ma morì pochi giorni dopo. Voltaire e Florent portarono il lutto insieme. A Cirey, Voltaire ridusse il debito che doveva ancora riscuotere per i restauri del castello, accontentandosi di una somma corrispondente a un quarto della cifra da lui prestata. Poiché, come egli dichiarò all’affranto marito della sua amante, “l’amicizia vale più del denaro”.