Il musico-barbiere
Scritto da Laura Savani. Pubblicato in mirabilia
V'è la risorsa, poi, del mestiere/ con la donnetta, col cavaliere..: il Figaro rossiniano non nasconde certamente la sua doppia attività di barbiere e di musicista; anche quello mozartiano, con il "chitarrino" mostra di cavarsela bene; ancora più espicito, il Figaro di Paisiello che entra in scena con una chitarra a tracolla, carta e matita in mano per comporre la musica e le parole d'una canzone da osteria.
La figura del musico-barbiere non ha soltanto molte testimonianze letterarie o iconografiche: era una combinazione per nulla infrequente nel Seicento e nel Settecento, documentata da registri fiscali e satire di costume tanto da finire in libretti d'opera.
Anche il padre di Antonio Vivaldi, Giovanni Battista Rossi (ecco risalire di almeno una generazione l'origine del soprannome dovuto certo ad un carattere ereditario, il colore fulvo della capigliatura, esteticamente poco apprezzato nel '600 e nel '700) svolgeva l'arte del parrucchiere e nel contempo si produceva come "sonador di violino" e dilettante di contrappunto. Anzi fu presto assunto dai Procuratori della basilica di S. Marco "per sonar il violin con ducati quindeci". Ducati annui, sintende, vale a dire una somma molto modesta; ma questa era soltanto la paga base, poi c'erano le gratifiche legate ai concerti straordinari per le festività civili e religiose e, fuori dalla basilica, qualche chiamata qua e là da parte di chiese minori che non si potevano permettere il lusso di una cappella stabile, di privati nobili o benestanti per feste da ballo, accademie, matrimoni, funerali.... Insomma il piccolo Antonio apprese certamente i primi rudimenti di violino dal padre parrucchiere.
Tutto ciò non può stupire del tutto se consideriamo che le due funzioni avevano il medesimo risvolto sociale dell'intrattenimento e che, nei "Conservatori" dell'epoca, l'istruzione musicale era sempre subordinata al preventivo apprendistato d'un mestiere vero.
Forse, poi, la sonata del barbiere era esibita ad arte al momento d'un servizio più lungo e complicato del solito, per alleviare l'impazienza del cliente e oliare la sua generosità.